
Anche oggi, giovedì 9 gennaio, i genitori degli alunni di una classe dell’elementare di Stoia hanno deciso di non mandare i propri figli a scuola, dopo che uno scolaro dal comportamento problematico, espulso dall’elementare di Castagner dopo quattro ammonizioni, è stato trasferito proprio nella classe dei loro ragazzi.
I genitori ritengono che, nonostante un incontro con il preside della scuola e un rappresentante del Ministero della Scienza e dell’Istruzione, non sia stata trovata una soluzione adeguata alla situazione.
Il sindaco Filip Zoričić, ha rinnovato l’appello ai genitori affinché mandino i bambini a scuola, ricordando loro che si tratta di un obbligo legale. Zoričić ha sottolineato che nessun bambino merita di essere isolato e che è importante garantire il diritto all’istruzione per tutti.
Il pomeriggio di mercoledì 8 gennaio è stato sì interamente speso per calmare la ribellione e a fare opera di convincimento al fine di invogliare i promotori della protesta a rimandare i figli in classe, ma alla scuola di Stoia, hanno fatto prima riunione i tanti soggetti coinvolti assieme a Momir Karin, a capo del Dicastero per lo Sviluppo del sistema formativo presso il Ministero della Scienza e dell’istruzione, venuto da Zagabria per cercare di placare le acque.
Alla missione collettiva mirata a risolvere il penoso problema e a trovare una soluzione comune hanno partecipato il sindaco di Pola Filip Zoričić, l’assessore regionale all’Istruzione Patricia Percan, i direttori delle due istituzioni scolastiche, i rappresentanti della Questura di Pola, del Consiglio dei genitori e del servizio di assistenza sociale.
Tutti sono convenuti ad una conclusione per la quale ogni misura e passo intrapreso finora – in quanto ad allontanamento da una scuola e inclusione in un altro ambiente scolastico – sarebbe stato fatto secondo norma di legge, giusta valutazione professionale e nell’interesse del ragazzo fatto traslocare causa del provvedimento disciplinare. Parola dell’incaricato ministeriale che a fine incontro mattutino ha rilasciato la dichiarazione ai mass media anticipando l’incontro successivo con i genitori.
“Ciascun bambino ha diritto all’istruzione o meglio ogni genitore ha il dovere di assicurare l’istruzione elementare ai propri figli e nessuno può negare ad altri il diritto ad andare a scuola. Ai bambini dal comportamento problematico va prestato aiuto e supporto soltanto in ambito scolastico e non condannandoli all’isolamento, fuori dal sistema dell’assistenza professionale. Siamo della convinzione che nell’ambito famigliare del ragazzino con disturbo comportamentale si stia generando l’atmosfera positiva necessaria a creare un clima di adattamento dei ragazzi alla situazione”.
Ha reagito anche il sindaco Zoričić pronunciandosi in maniera sfavorevole nei confronti degli atteggiamenti che non condividono una chiara opinione: nessun bambino si merita l’emarginazione. “Siamo qui per e a favore dei ragazzi. L’istruzione è un diritto e un dovere di ogni genitore. E mi rammarico del fatto che gli altri nostri politici a Pola non stanno facendo qualcosa per parlare di un argomento oggi presente in una società intrisa di condanne e pregiudizi”. Da qui anche l’appello: “Comprendiamo le paure dei genitori, ma porgiamo una mano… Mettiamoci nei panni di questo bambino. Solo in classe, nel primo giorno di scuola nel secondo semestre. Nessuno ha il diritto di attribuirgli uno stigma”.
Un tanto parlando da sindaco, insegnante e genitore, con espressioni di condanna nei confronti dell’irriverenza delle reti sociali e anche aggiungendo assicurazioni sul fatto che all’alunno con difficoltà di approcci e comportamento viene e verrà assicurato pieno supporto di pedagoghi, esperti ed insegnanti di sostegno.
Successivamente Momir Karin ha avuto un secondo incontro che ha visto coinvolti i vertici scolastici, il Consiglio dei genitori come pure i rappresentanti dei genitori i cui figli frequentano la stessa classe dello scolaro dal comportamento problematico. Da fonti ufficiose si apprende che la riunione ha avuto un toni conciliante.
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