
Parlare di futuro in questo tempo di coronavirus non è per nulla semplice. Tuttavia, a provare a farlo sono alcuni ristoratori e gestori di bar, locali e bed & breakfast di Pola e dintorni. Da diverse settimane i loro locali sono chiusi, vuoti e silenziosi come non lo sono mai stati. Anche loro, da un giorno all’altro, hanno visto completamente stravolgere la loro quotidianità. Prima l’orario ridotto, poi la chiusura definitiva. Qualcuno sta tentando di sopravvivere con le consegne a domicilio, qualcun altro sta invece approfittando di questo tempo per pensare a nuove modalità di ristorazione. Altri ancora a come poter riconquistare la fiducia dei clienti quando quest’incubo sarà finalmente finito. Dalle grandi catene alberghiere ai ristoranti e alle piccole realtà familiari, tutto il mondo della ristorazione sta vivendo un periodo nero e sta pagando il prezzo dell’emergenza Covid-19. Ma come sarà andare al ristorante o al bar una volta passato lo tsunami coronavirus? Molto probabilmente il numero di clienti si ridurrà per paura e tanti gestori dovranno rivedere la disposizione dei tavoli. Altri saranno magari costretti a rivedere i prezzi al ribasso per riattrarre la clientela.
Tadić: «Una decisione sensata»

L’unica cosa certa, almeno per il momento, è che imprenditori della ristorazione e non, cercano di non mollare, guardando al futuro con consapevolezza, ma anche con un pizzico di speranza. Ce lo conferma Pero Tadić, titolare della pizzeria “Jupiter”. “Quando ci è stata comunicata la chiusura di tutti i locali e degli esercizi di ristorazione ho pensato fosse la cosa più sensata da fare”, ha detto il gestore dello storico locale del centro di Pola, che nonostante gli incassi ridotti a zero ha deciso di non licenziare nessuno dei suoi dipendenti. “Si tratta di persone con le quali collaboro da ormai 27 anni. Non potevo semplicemente lasciarli a casa”, ha dichiarato Tadić, che ha quindi deciso di usufruire delle misure economiche approvate dal governo. In particolare, il titolare della pizzeria “Jupiter”, come del resto tante altre imprese grandi, medie o piccole, ha sfruttato le possibilità previste da uno dei provvedimenti più importanti previsti nel pacchetto di misure: quello che riguarda il pagamento del salario minimo per un periodo di tre mesi per ogni dipendente del settore privato. Un provvedimento che Tadić ha definito buono, così come ha definito buona ogni altra misura adottata dal governo, ma non soltanto. Il titolare della pizzeria, che nonostante il periodo di difficoltà ha preferito (anche per motivi di logistica) non intraprendere la strada della consegna a domicilio, ha avuto parole d’elogio anche per la Città di Pola, il cui pacchetto di misure approvato nei giorni scorsi ha facilitato la vita degli imprenditori locali sia della ristorazione che di altri settori.
Senza troppe illusioni
Tadić ha successivamente parlato del futuro prossimo, nel quale non nutre particolari speranze. A tale proposito ha dichiarato di non confidare – almeno per quanto riguarda il mondo della ristorazione – nel turismo per uscire dall’attuale crisi. “La bassa stagione è ormai persa e penso che anche l’alta stagione non sarà un granché”, ha commentato il ristoratore, la cui timida iniziale illusione di poter recuperare già quest’estate le gravi perdite subite a causa dell’emergenza coronavirus sono ormai definitivamente crollate. “Ora è tempo di concentrarsi sulla salute dei cittadini. A tutto il resto penseremo a emergenza rientrata” ha concluso Tadić.
Bimbašić: «Servirà molto tempo»

La pensa allo stesso modo anche Denis Bimbašić, titolare dell’Uliks, lo storico caffè bar di piazza Port’Aurea, che proprio in questi giorni ha riaperto le porte. Naturalmente non ai clienti, bensì ai suoi dipendenti, impegnati nelle pulizie e nella tinteggiatura delle pareti del locale. Impegni dai quali si evince che nemmeno Bimbašić ha voluto rinunciare ai suoi collaboratori, il cui salario è, però, pagato dallo Stato: 4.000 kune. Il gestore dell’Uliks, uno dei bar più amati dai polesi ha parlato anche dell’emergenza coronavirus. “Spero possa terminare quanto prima” ha detto Bimbašić, il cui auspicio è che si possa tornare a una parvenza di normalità entro i primi di giugno. Al pari del collega, anche il titolare dell’Uliks pensa che al mondo della ristorazione non basterà la stagione turistica (sempre che qualcuno arrivi) per rimettersi in carreggiata. “Servirà molto più tempo” ha commentato Bimbašić, che nel prosieguo del discorso ha detto di essere “abbastanza soddisfatto delle misure a sostegno dell’economia adottate sia dal governo centrale che dalle amministrazioni locali”. Il gestore del bar si riferisce soprattutto alla riduzione o all’esenzione dei piccoli e medi imprenditori dal pagamento di alte tasse locali. Il titolare dell’Uliks ha lodato in modo particolare la decisione della Città di Pola di tagliare del 50 per cento i canoni d’affitto per gli immobili commerciali di sua proprietà, ma anche la decisione di sospendere la riscossione della tassa sul patrimonio storico-culturale e di esentare i soggetti giuridici dal pagamento di alcune imposte comunali, come la tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche. “Non so se le misure saranno sufficienti, ma qualcosa è pur sempre meglio che niente”, ha rilevato Bimbašić, secondo il quale anche i suoi colleghi gestori di esercizio di ristorazione sono tutto sommato soddisfatti dai provvedimenti fin qui approvati, soprattutto, dall’amministrazione polese.
Uljanić: «Confido in luglio e agosto»

Anche Zdenka Uljanić, titolare del bistrot “Vala” e dell’omonimo bed & breakfast si dice soddisfatta dalle misure, seppur ancora non entrate in vigore, annunciate dai vertici del Comune di Fasana, che non appena otterranno il via libera del Consiglio comunale (atteso nei prossimi giorni) esonereranno le imprese locali dal pagamento dell’imposta comunale e, se sarà trovato un accordo con l’azienda municipalizzata polese “Herculanea”, esenteranno i locali di ristorazione presenti sul territorio dal pagamento dell’indennità per il servizio di ritiro dei rifiuti. “Insomma, le spese mie e dei miei colleghi saranno ridotte all’ordinaria amministrazione”, ha detto Zdenka Uljanić, che nonostante le mille difficoltà ha deciso di non licenziare i suoi dipendenti. Poiché si occupa anche di turismo oltre che di ristorazione, la titolare del “Vala” è in una posizione ancor più delicata rispetto ai due colleghi di Pola. Fino a oggi (a causa del Covid-19 e delle restrizioni della libertà di circolazione imposte non soltanto dalla Croazia, ma dalla quasi totalità dei Paesi europei), l’altra attività di Zdenka Uljanić ha perso ben 500 giornate presenza di turisti, che hanno naturalmente disdetto le prenotazioni. “Tra Pasqua e il Primo maggio perderò ulteriori mille presenze”, ha detto la titolare del bed & breakfast, convinta, però, di potersi rifare (emergenza permettendo) tra luglio e agosto. “Per il momento le prenotazioni per questi due mesi non sono state ancora disdette”, ha detto, aggiungendo che indipendentemente dalla durata dell’emergenza riuscirà a sopravvivere a questo tsunami. “Non sarà facile, ma ce la faremo. Già in passato abbiamo passato momenti più che difficili e siamo riusciti a superarli”, ha detto la responsabile del bistrot, più che pronta a ripartire con ancora più grinta rispetto a prima.
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