Pola. Primo maggio, sfide vecchie e nuove per i lavoratori

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Pola. Primo maggio, sfide vecchie  e nuove  per i lavoratori

Tradizionale celebrazione del Primo maggio, Festa internazionale del lavoro, questa mattina in piazza Port’Aurea, per ricordare l’eccidio avvenuto in stessa data e nello stesso luogo nel 1920 di quattro concittadini, caduti durante la manifestazione di protesta per l’aumento dei diritti degli operai. Al sentito appuntamento, seguito da alcune centinaia di cittadini sono intervenuti il vicesindaco di Pola in quota CNI Bruno Cergnul, la vicepresidente della Regione istriana in quota CNI Jessica Acquavita, Denis Buršić, rappresentante regionale dei Sindacati dei funzionari e dipendenti statali, nonché Vedran Sabljak, presidente dei Sindacati dell’Istria, Quarnero e Dalmazia.

Combattere per i diritti

“Ci siamo radunati anche quest’anno – così Cergnul -, in onore dei quattro concittadini operai, di altrettante nazionalità, che persero la vita 103 anni fa nella grande manifestazione di protesta per migliorare le condizioni della classe operaia. La Festa internazionale del lavoro è stata proclamata nel 1889 a Parigi, dopo l’uccisione di alcuni operai a Chicago tre anni prima, e ufficializzata in Croazia un anno dopo. La ‘stessa voce’ degli operai caduti si sente fortemente tra noi anche al giorno d’oggi, quando vengono messi in forte dubbio i diritti dei lavoratori la tutela sul lavoro, i salari minimi degli stessi e via dicendo. È nostro dovere combattere per i diritti e il miglioramento delle condizioni di questa categoria, sia per i tempi odierni che per quelli che verranno” – ha detto Cergnul.

La forza degli operai

Nell’augurare una buona Festa del lavoro a tutti, Jessica Acquavita ha rilevato che questa ricorrenza ricorda la forza degli operai. “Da quel lontano 1886 i tempi sono cambiati, però oggigiorno gli operai affrontano nuove sfide quali la mancanza di quadri nella sanità, nell’istruzione, nell’assistenza sociale, nei vigili del fuoco, nella polizia e così via. Il lavoro deve essere riconosciuto, ed è un valore indelebile come tra l’altro scrive nella nostra Costituzione. Occorre diminuire la disuguaglianza, avere una società senza un calo demografico, con la sicurezza dei cittadini al primo posto”, ha fatto notare la vicepresidente della Regione, citando infine il detto: ‘Un Paese che cresce e genera ricchezza deve anche sapere dividerla equamente’. “I tempi passano, e lo standard di vita dei lavoratori non migliora, partendo dai salari minimi e dalla questione abitativa – ha puntualizzato Buršić –. I giovani lasciano il Paese per trovare una sistemazione migliore; siamo i primi nell’Unione europea per il caro prezzi; sono in aumento i costi dell’energia e del cibo, e i pensionati sono ridotti al lastrico, dopo una vita dedicata al lavoro. Inoltre molti datori di lavoro offrono impiego a lavoratori dall’estero, il tutto al fine di non aumentare i salari a quelli nostrani”, ha concluso il sindacalista.

Sicurezza, giustizia e rispetto

Infine l’intervento di Sabljak, stando al quale questa è una giornata del ricordo e della speranza. “La lotta degli operai qui caduti è da sempre presente, da allora molte sfide sono rimaste le stesse e oggi ne affrontiamo di nuove. La lotta dei lavoratori, quindi, continua, innanzitutto contro la discriminazione e le precarie condizioni in cui vivono. Purtroppo in Croazia, a differenza di numerosi altri Paesi, questa festa si ‘è ridotta’ a fare qualche grigliata in compagnia, oppure ad aspettare in fila per una porzione di fagioli gratuita. Le statistiche fasulle del governo parlano di miglioramenti e crescite in ogni settore, però sappiamo che il 35 p.c. della popolazione è rappresentata dai pensionati, ossia dalle persone over 6; che il 22 p.c. dei cittadini in Croazia vive al limite della miseria e 35mila persone sono costrette a rimanere nel mercato del lavoro dopo il pensionamento. Per non parlare della paga minima lorda che ammonta a 970 euro, che non basta per coprire le spese di vita mensili. Il posto di lavoro deve essere un posto sicuro, di giustizia e di rispetto, e tutti assieme abbiamo la capacità per creare una società più equa”, ha concluso Sabljak.

Posa delle corone di fiori

Ai discorsi di circostanza ha fatto seguito la posa delle corone di fiori sulla lapide dei quattro operai uccisi il Primo maggio del 1920: il ceco Luigi Lebek, il croato Francesco Mrzljak, il tedesco Odone Schmelzer e l’italiano Francesco Sponza. A nome della Città di Pola Bruno Cergnul e Sanja Kantaruti, a capo dell’Ufficio del sindaco e del Consiglio cittadino, a nome della Regione istriana Jessica Acquavita, dei Sindacati Denis Buršic e Vedran Sabljak, dell’Associazione degli antifascisti il presidente Boris Siljan, nonché da Ervino Quarantotto presidente del Consiglio per la minoranza italiana della Città di Pola e Lorella Lasić, membro della Giunta della CI di Pola sono state poste le corone di fiori. All’evento si sono esibiti i cori delle SAC “Lino Mariani” e “Matko Brajša Rašan” nonché il coro “Praksa” e l’Orchestra di fiati cittadina.

Da piazza Port’Aurea, le celebrazioni per la Festa del lavoro sono continuate in Bosco Siana, dove accanto alla tradizionale fagiolata con 2.500 porzioni non è mancato un ricco programma di intrattenimento. Oltre che a Pola, nella Bassa Istria il Primo maggio è stato celebrato con fagiolate e attività varie anche a Dignano e a Fasana, dove le feste si sono tenute nei parchi gioco delle due località.

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