Pola. Opere pubbliche, taglio drastico

L’emergenza coronavirus ha ridotto il gettito fiscale per cui diversi investimenti previsti per quest’anno dovranno attendere tempi migliori. Tra questi la ricostruzione delle infrastrutture e sovrastrutture di via Kandler, la lastricatura di piazza Dante Alighieri e la riqualifica dei Giardini

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Pola. Opere pubbliche, taglio drastico

Sarà una strage di opere pubbliche, ma era da metterlo in conto fin dalle prime battute di aprile. Ora, però, ci sono i numeri. Il gettito fiscale è quello che è, e di conseguenza la spesa dovrà seguirne il passo. Secondo la nuova versione aggiornata del Piano delle opere pubbliche per il 2020, il flop degli investimenti si misura in cifre esorbitanti: non più 75,5 milioni da spendere ma 27,9 milioni. Insomma, quest’anno quasi tutte le opere pianificate e avviate sono rimaste ferme al grado di avanzamento del primo semestre. Il secondo sarà un letargo imposto per tutti. Nel dettaglio, non si potrà più spendere 31 milioni per la rete stradale ma solo 17,3. Similmente, non ci saranno a disposizione 4,25 milioni, ma solo 530mila kune per la ricostruzione delle zone pedonali, non 800.000 ma 500.000 kune per la rete della pubblica illuminazione. Inoltre 3 milioni verranno risparmiati in quanto non verrà ricostruito nessun parco giochi e non verrà rifatta la rimessa degli autobus dei trasporti pubblici urbani.
Preventivo dimezzato
Di fatto, una strage, perché i soli fondi a disposizione per tutte queste categorie di opere pubbliche sono letteralmente dimezzati: si passa infatti dai 42,6 milioni del Preventivo, ai 21,5 milioni della seconda versione del documento. E non è ancora tutto. Cala di colpo, a meno di un terzo, anche il Piano di potenziamento del Centro regionale di gestione dei rifiuti (Castion), che potrà disporre di soli 6,5 invece che dei 32,9 milioni di kune previsti lo scorso dicembre al momento dell’approvazione del Bilancio di previsione. Ma quella di Castion è una spesa che non riguarda soltanto i contribuenti fiscali di Pola in quanto è divisa con gli altri enti locali istriani e con l’amministrazione regionale, per cui si tratta di un argomento a sé stante che sarà bene trattare nel dettaglio in altre occasioni.
Tutto fermo
Tornando a Pola, vediamo piuttosto quali sono le opere pubbliche a cui si rinuncia di nome e di fatto per l’ovvia ragione del calo del gettito fiscale dovuto alla pandemia Covid-19. Purtroppo si tratta di investimenti a lungo attesi dai cittadini di Pola: una capillare ricostruzione delle infrastrutture e delle sovrastrutture di via Kandler, un’altrettanto ponderata opera di ristrutturazione e lastricatura per piazza Dante Alighieri e, dulcis in fundo, una decisiva opera di riqualifica per la piazza alberata dei Giardini. Certamente anche senza la pandemia nessuno dei tre progetti urbanistici si sarebbe esaurito entro l’anno, ma almeno sarebbero iniziati i lavori e poi la gran parte degli interventi sarebbe continuata l’anno successivo, con buone probabilità di farcela entro il 2022. Ora invece tutto è fermo. Il budget per i lavori preliminari è stato ridotto da 4,2 a sole 530.000 kune, tanto per garantire ai progetti un’apparenza di continuità che di fatto viene a mancare.
La circonvallazione in aspettativa

Un anno perso anche per la tangeziale

Un’altra grande occasione perduta riguarda il proseguimento dei lavori alla circonvallazione, la via delle Brigate d’oltremare. Quest’anno si sarebbe dovuto procedere con la ricostruzione della carreggiata, il raddoppio delle corsie dalla rotatoria di via Medolino al prossimo incrocio (via Promontore) ma non c’è verso per continuare. In cassa rimangono solo 300.000 kune invece dei previsti 3,5 milioni, per cui tutto il progetto salta a data da destinarsi e buona notte suonatori. Rimangono inalterati o appena di poco ridotti gli importi destinati all’esproprio degli immobili per pubblica utilità (1,7 milioni) e la spesa per gli interventi edili in via Promontore (4 milioni invece dei previsti 5,8). Per concludere, quest’anno è perso perché i soldi per le costruzioni sono finiti in giugno: quelli che rimangono in cassa basteranno a malapena a liquidare l’anno in positivo, con gli stipendi dell’amministrazione già ridotti e col timore di nuovi tagli. La crisi non è più alle porte, come si usa dire: ci siamo dentro fino al collo.

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