Pola. Nella «tana» dei gladiatori

Chiacchierata con Miloš Ilić, allenatore del rinomato gruppo di lottatori

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Pola. Nella «tana» dei gladiatori

Pola continua a mantenere atmosfere e vestigia che rimandano a Roma. Monumento chiave dell’epoca, la maestosa Arena. Voluta dall’imperatore Vespasiano, veniva utilizzata prevalentemente per combattimenti gladiatori e naumachie (una simulazione di combattimento navale). E a Pola i gladiatori ci sono ancora e continuano a… tramandare la tradizione grazie all’Associazione Spectacula gladiatoria, che organizza gli spettacoli estivi denominati “Spectacula Antiqua”. Naturalmente, si svolgono in quella che è la sede deputata: l’Arena. Abbiamo incontrato Miloš Ilić, allenatore del rinomato gruppo dei gladiatori polesi (che per due anni consecutivi sono stati campioni del mondo), per una chiacchierata.

Una fase dello spettacolo

”La nostra Associazione è stata fondata nel 2011, su iniziativa del direttore del Museo archeologico di Pola, Darko Komšo e della Comunità turistica locale”, così Ilić, che a sua volta prende parte ai combattimenti. I quali non sono delle finzioni, bensì “veri”, come possono accertarsi tutti coloro che presenziano agli spettacoli. La contingenza ha ridotto il cui numero di spettatori a mille, ma negli scorsi anni sugli spalti se ne contavano ben 5mila.

Il palco dell’imperatore con gli ospiti

Prima di noi ad esibirsi nell’Anfiteatro erano dei gladiatori ungheresi. Dei ‘ballerini’, le cui performance durano molto meno di quelle nostre, dove ci sono botte… da orbi. Una volta raccolto il gruppo, formato da atleti che praticano diverse arti marziali, judo, lotta libera, kick boxing, jiu-jitsu e quant’altro, ho detto ai ragazzi, tutti miei amici: ‘Questo compito lo dobbiamo prendere sul serio!’. Abbiamo avuto i tipici problemi iniziali. I lottatori avevano fame di vittoria e di conseguenza ci sono state molte lesioni, anche gravi. E altrettanti interventi del Pronto soccorso. Sono serviti due anni per portare la situazione alla normalità, trovare sintonia nei combattimenti, pure picchiando duro. Per la gioia degli spettatori, in gran parte turisti, e in particolar modo dei bambini. La differenza tra i combattimenti dei gladiatori dell’epoca romana e i nostri è rappresentata solamente dal fatto che non usiamo armi affilate. Attualmente l’Associazione conta una trentina di persone, mentre il gruppo dei lottatori una quindicina. Nel tempo i soci sono cambiati, però l’entusiasmo è sempre lo stesso”.

La preparazione in vista dei combattimanti

Questa pratica può ritenersi uno sport?

”In ogni senso, in quanto gli atleti impegnati vanno sempre a caccia della vittoria e tutto svolge sotto l’occhio di un arbitro”.

L’equipaggiamento dei gladiatori

Ci parli un po’ dell’equipaggiamento.

”All’inizio abbiamo acquistato i requisiti necessari, al prezzo più favorevole, in India. Comunque, negli ultimi 6 anni per le riparazioni e la manutenzione dell’attrezzatura, sia in ferro che in pelle e si parla di elmi, scudi e varie protezioni, ci affidiamo a un produttore locale. I costi non sono minimi, però ci vale la pena”.

Il make up dell’imperatore Tito Claudio

Anche i gladiatori sono divisi in categorie; dipende dal peso dei lottatori?

”Ci sono sei tipi di gladiatori, nella marea di categorie, che promuoviamo: il ‘Murmillo’, con grande elmo, scudo rettangolare e arma corta; il ‘Thraex’, dotato di elmo, scudo rotondo, lancia e spada; il ‘Retiarius’, senza protezione, armato di fuscina, di pugnale e una rete; il ‘Secutor’, con spada corta e dritta e un grande scudo rettangolare; il ‘Hoplomachus’, con armatura pesante, piccolo scudo rotondo, una lancia e una spada corta; il gladius e infine il ‘Provocator’, dotato di armatura leggera e quindi facilmente mobile, che ricorda comunque l’equipaggiamento dei legionari con elmo, scudo, gladio e varie protezioni al corpo. Va detto che alcuni equipaggiamenti possono pesare sino a 35 chilogrammi”.

Il make up di una comparsa

Siete stati per due anni consecutivi campioni del mondo in questa categoria…

”Sì, nel 2017 e nel 2018, nella competizione ufficiale che si svolge a Tivoli, nelle immediate vicinanze di Roma. Se avessimo ottenuto la vittoria l’anno successivo, avremmo ottenuto la Coppa permanente. A conquistare la competizione è stata una scuola di gladiatori di Roma, non per gli scontri in scena, bensì per aver presentato la storia del tempo in modo specifico. Ad ogni modo, non c’è rancore. L’anno scorso, causa l’epidemia del coronavirus, questo appuntamento è saltato. Tra l’altro, l’epidemia ci ha creato dei grossi problemi, tanto che abbiamo ridotto il numero dagli allenamenti, che solitamente vengono svolti nel Palazzetto dello sport ‘Mate Parlov’. Ci prepariamo nel boschetto vicino, una volta alla settimana. Quest’anno abbiamo avuto in calendario una decina di spettacoli; chiuderemo il 7 settembre. Oramai siamo divenuti un brand riconosciuto della città e riceviamo offerte per le nostre esibizioni sia dalla Croazia che dall’estero, da Germania, Francia, Svizzera ecc., però il nostro fine principale, considerando anche gli impegni professionali dei nostri soci, è quello di presentare le lotte a casa nostra, ossia nell’Anfiteatro. Solitamente, in ‘tempi normali’, promuoviamo i nostri spettacoli e prendiamo parte al programma della tradizionale manifestazione estiva “Giorni dell’antichità (Dani antike)”, che quest’anno è stata rimandata causa la nota situazione”.

Le giovani patrizie romane in attesa dello spettacolo

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