Pola. Il Lungomare tiene banco anche in Consiglio

La seduta di ieri si è aperta con un appello dei rappresentanti dell’iniziativa civica contraria alla costruzione dell’albergo il che ha scatenato una serie di polemiche

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Pola. Il Lungomare tiene banco anche in Consiglio
L’area di Valcane dove dovrebbe sorgere l’albergo. Foto: SAŠA MILJEVIĆ/PIXSELL

Toni caldi e antagonismi senza più veli. Intorno al caso Lungomare, o meglio, intorno al futuro albergo Valcane non c’è più tregua che tenga. Il tema ha letteralmente monopolizzato la prima parte della 13.esima sessione del Consiglio municipale di Pola. La sua presidente Dušica Radojčić ha lasciato che parlassero le rappresentanti dell’iniziativa referendaria e Ivana Nataša Turković e Irena Radola Dragaš non hanno perso tempo: “Siamo qui perché non ci lasciate esprimere che una volta ogni quattro anni, perché non ci informate, perché ci considerate dei cretini inerti buoni solo a chinare il capo. Avete in mano le prove che la privatizzazione è stata compromessa e tuttavia vi ostinate a fare gli interessi del committente dell’opera. Perché non andate in Procura? Com’è possibile che un bosco sia stato venduto per spiccioli? Sarà pure che il grosso delle colpe ricade sulla DDI, ma spetta a voi conficcare l’ultimo chiudo sulla cassa del Lungomare. Davvero volete essere ricordati per aver fatto questo”?

La protesta di Milan Rašula
Ciò detto, il consigliere Milan Rašula se l’è presa con la presidente Radojčić per aver “concesso una messa in scena senza precedenti” e il botta e risposta è proseguito tra richiami all’ordine, ritiri della parola e minacce di allontanamento. La presidente ha citato l’articolo 96 del Regolamento consiliare ma anche l’articolo 12 della Legge sull’accesso all’informazione per giustificare la sua decisione di lasciare in aula (e dare loro la parola) i rappresentati dell’iniziativa civica.
Anche l’ora delle interrogazioni è proseguita sullo stesso argomento e sul medesimo tono di elevata tensione e aperto antagonismo. Il consigliere Kristijan Biteri (LC Filip Zori​čić) ha chiesto alla presidente del Consiglio perché non è andata in Procura a denunciare i fatti se ritiene che vi siano stati degli illeciti e Dušica Radojčić ha risposto che vi sono gradi, ordini e competenze nella gerarchia della pubblica amministrazione, e che spetta al sindaco badare agli interessi della Città di Pola, al suo patrimonio immobiliare e ai danni che gli vengono inflitti. Quando poi è venuta la sua volta per fare un’interrogazione, la presidente ha rivoltato la frittata: “Giro al signor sindaco la domanda del consigliere Biteri: se avete avuto in visione la cartella della privatizzazione dell’ex cementificio ‘Giulio Revelante’ e se dall’incartamento risulta che vi siano delle particelle catastali che non si sarebbero dovute privatizzare, perché non è andato in Procura a denunciare il fatto?”

Zoričić: «Studiamo i documenti»
Le hanno risposto in due. Prima il sindaco: “Stiamo studiando l’incartamento e faremo ciò che è necessario fare quando saremo in grado di farlo. Ma vi dico che all’epoca della privatizzazione avevo dieci anni e recentemente ho fatto l’insegnante. Mi chiedo che cosa avete fatto voialtri prima d’ora? Dove siete stati fino a oggi”? Finalmente l’assessore e legale Robert Stemberger ha fatto un po’ d’ordine in materia: “Abbiamo avuto l’incartamento, il quale, pur contenendo diverse centinaia di pagine, è carente nel trattare il valore dei singoli immobili. Bisognerebbe chiedersi che fine hanno fatto le pagine mancanti ma questo è un altro discorso. Poi chiunque avesse dei dubbi è libero di andare in Procura, anzi avrebbe pure l’obbligo di andarci. D’altronde non è detto che la Procura non indaghi per dovere d’ufficio e in questo caso noi non ne sappiamo nulla perché le sue indagini sono segrete. Ma quello che va detto è altro: la fabbrica è stata al Lungomare prima della Croazia e prima della Jugoslavia, aveva acquistato i terreni di cui usufruiva e ne ha fatto uso legalmente. In seguito sono cambiati gli Stati, gli ordinamenti economici, le leggi. La privatizzazione stessa si è svolta sotto l’egida di alcune leggi distinte, anche quella sullo sport e quella sull’economia forestale. La pineta sarebbe comunque appartenuta alla Repubblica e non alla Città, i campi sportivi chissà. Ma resta il fatto che la fabbrica era padrona dei propri immobili, e se poi la privatizzazione è stata corrotta si vedrà, ma saranno i singoli a risponderne”.

Bruno Cergnul: «Opinione privata»
Tra le interrogazioni non pertinenti alla questione dell’hotel Valcane, una ha riguardato due connazionali.
Il consigliere Ardemio Zimolo al chiesto al vicesindaco Bruno Cergnul se un suo post su Facebook sul degrado di Pola, che sarebbe “iniziato solo con l’arrivo della Jugoslavia” era un’opinione privata o ufficiale.
Il vicesindaco ha risposto che era privata, che di quest’argomento non si è mai discusso nella pubblica amministrazione e che non ha nessun problema ad argomentarla se ce ne fosse bisogno. Nessuno ha chiesto ulteriori chiarimenti.

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