
Non solo in via della 43ª Divisione istriana, ma anche in piazza del Popolo e ovunque si trovino, quest’estate gli ippocastani stanno agonizzando da un capo all’altro della città e infatti presentano un aspetto tipico del vegetale morente: le foglie rosse o brune, le chiome sfoltite, il tappeto di foglie secche ai piedi degli alberi, insomma, un quadro deprimente dell’insieme che si addice piuttosto all’autunno inoltrato o all’incipiente inverno che alla bella stagione.
Ne abbiamo già scritto giorni fa ma riprendiamo il discorso per un approfondimento con gli esperti di botanica, di alberature urbane e cura dei parchi della società di nettezza urbana Herculanea, che spiegano: “La causa della perdita delle foglie degli ippocastani è multifattoriale. In ogni caso, l’origine del problema risiede nelle temperature elevate e nella prolungata siccità che indebolisce le difese degli alberi che poi lasciano cadere le foglie.
Non va trascurata la presenza della minatrice fogliare dell’ippocastano (Cameraria ohridella), contro la quale abbiamo eseguito trattamenti in primavera. Siccome però questo lepidottero si riproduce tre o quattro volte all’anno, capita che in alcuni periodi i danni siano più pronunciati che in altri, in special modo se contribuiscono ad aggravare il quadro altri fattori negativi, cosa che sta accadendo appunto quest’estate. Il minatore fogliare e il peggior nemico dell’ippocastano (Aesculus hippocastanum), uno degli alberi più apprezzati per le alberature dei viali e dei parchi del paesaggio urbano.
L’insetto si è diffuso in Europa nel 1985 dalla Macedonia del Nord, per l’esattezza dal Lago di Ocrida. Attualmente è presente nella maggior parte dei Paesi dell’Europa centrale, orientale e occidentale. Nel 2002 è stato avvistato anche in Inghilterra e nella Danimarca settentrionale.”, si legge nella nota che ci è stata recapitata dalla società di nettezza urbana, che prosegue: “Il lepidottero minatore si diffonde in tutta la fascia temperata dell’emisfero boreale, habitat naturale dell’ippocastano. L’insetto è una specie alloctona altamente invasiva, le cui origini sono tuttora ignote. Sulla parte superiore delle foglie le larve scavano delle gallerie (mine) che riducono notevolmente l’efficienza fotosintetica delle foglie. L’infestazione risulta in una perdita precoce del tessuto fogliare per cui gli alberi sono spogli già in agosto, con l’inevitabile perdita dell’elemento estetico delle alberature, visto che la specie viene coltivata appunto per il suo alto valore decorativo. Per ridurre i danni della siccità e rinforzare le difese della pianta abbiamo preso provvedimenti e stiamo innaffiando gli ippocastani in attesa delle prime piogge e della riduzione delle temperature eccezionalmente elevate di quest’estate. Inoltre le foglie secche vengono continuamente rimosse da terra per ridurre i danni della propagazione del lepidottero molesto”. Vista l’imminenza del calo termico e della stagione delle piogge, è lecito supporre che gli ippocastani torneranno a guarire.

Foto: DARIA_DEGHENGHI
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