Pola. Futuro sportivo per Campo Marzio

Di recente il ministro dell’Edilizia e della Pianficazione ambientale Darko Horvat ha apposto la firma in calce al documento con il quale la Repubblica di Croazia rinuncia agli immobili in zona in favore della Città. Il complesso sarà destinato alla società calcistica Istra 1961

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Pola. Futuro sportivo per Campo Marzio

Cinquantamila metri quadrati di tappeto verde con qualche rudere da smantellare, che costeggiano via Campo Marzio fino alla tangenziale per un futuro “sportivo” (e solo in parte anche turistico). Con la caserma “Promontore” in mezzo, negli anni Novanta erano finiti nel portafoglio della Repubblica per “ragioni militari”, anche se di ragioni militari in città non se ne vedono da un pezzo. La zona è edificabile e come tale avrebbe fatto sempre gola a chiunque. La Città di Pola ha implorato di riaverla nel suo seno e atteso lunghi sette anni una risposta da Zagabria. Nel frattempo la società calcistica polese (Istra 1961) e piazza Foro hanno cullato il sogno del Campus sportivo superattrezzato, da edificare insieme nello spirito del partenariato pubblico-privato come si usa dire adesso. Ma Zagabria ha fatto lo gnorri. Fino a qualche giorno fa.

Qua e là qualche rudere da demolire

​Un capitale da sfruttare
Il ministro Horvat (Edilizia e Pianificazione ambientale) ha deciso di darci un taglio e in un impeto di magnanimità ha apposto la sua firma in calce al documento con cui la Repubblica rinuncia agli immobili in zona Campo Marzio in favore dell’ente locale, alias Pola. Le manifestazioni di esultanza non si sono ancora placate. Se n’è discusso anche alla scorsa seduta del Consiglio municipale, l’ultima della legislatura agli sgoccioli. Il sindaco uscente ha fatto due ragionamenti in proposito: primo, che il centro sportivo o Campus calcistico è ora effettivamente a portata di mano, perché non ci sono più ostacoli né freni di natura patrimoniale o fondiaria che dir si voglia. E, secondo, la condizione di pubblica accessibilità del futuro complesso sportivo. Se è vero che servirà in primo luogo ai calciatori e principalmente alle giovani leve della società polese che milita in Prima lega, è vero anche che sarà pure a disposizione dei cittadini che non praticano lo sport a livello agonistico. Dulcis in fundo, si tratterà anche di un capitale da sfruttare al meglio nel proposito di attirare gli allenamenti delle squadre di calcio straniere.

Una costruzione che resiste nel tempo

“Si dà il caso che nel raggio di 500 chilometri esistano più di mille società calcistiche in cerca di una base invernale con clima mite per gli allenamenti invernali. Queste squadre hanno generalmente scelto di andare in Turchia, in Anatolia, ma la pandemia ci ha insegnato che le distanze e i voli aerei sono fuori discussione in condizioni d’emergenza. Dobbiamo poter cogliere quest’opportunità, come stanno già facendo per conto proprio Parenzo e Cittanova”, ha dichiarato il sindaco Boris Miletić.

Effettivamente una rete c’è già, ma non basta

Un’attesa lunga
L’attesa è stata oltremodo lunga, e infatti nessuno più ricorda l’essenza del progetto lanciato nel 2013. Nemmeno l’architetto Mario Smilović che su richiesta dell’amministrazione cittadina aveva firmato un progetto di massima da impugnare andando a bussare alle porte dei dicasteri di Zagabria. “Francamente non ricordo più i dettagli: c’erano due campi sportivi, alcune strutture ausiliarie, palestre e quant’altro: in verità era solo un’idea da presentare come possibile, non certo un progetto definitivo. Ora direi che si parte da zero. Non so se la Città abbia stanziato dei mezzi o preso decisioni per far partire l’iter della progettazione. Non penso”.

Un filare di pini tra la proprietà e via Campo Marzio

Infatti, si parte da zero, anche perché la Società Istra 1961 ha cambiato tre volte padrone in una dozzina di anni, dopo avere rischiato il default in più di un’occasione. Tutte le direzioni sono sempre state interessate a investire nel Campus, ma mai nessuna è andata oltre alle fantasticherie e ai buoni propositi, anche perché si è sempre fatto i conti senza l’oste. Ora l’oste lascia fare e regala a Pola una proprietà del valore di 4 milioni di kune. Meglio di così non poteva andare.

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