Pola. Filip Zoričić: «Io sono pronto per le elezioni»

Il sindaco si è detto intenzionato a chiedere al Consiglio cittadino di esprimersi sul suo conto. Se la maggioranza vorrà cambiare tutto, seggi ed esecutivo, si tornerà alle urne

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Pola. Filip Zoričić: «Io sono pronto per le elezioni»

C’è più di un modo per dare scacco all’avversario, ma la partita continua fintantoché lo scacco non è matto. Per dieci mesi Pola è stata governata a suon di scacchi tra il sindaco e i suoi stessi partner della coalizione rosso verde (Možemo!), ma ora siamo alla svolta. Oggi abbiamo chiesto spiegazioni al sindaco, Filip Zoričić, dopo che la scorsa settimana questi aveva annunciato la sua rinuncia alla coalizione di governo. Ebbene, dopo tutto la situazione sembra muoversi verso lo scenario delle elezioni anticipate. Sette giorni prima il sindaco non era ancora di quest’avviso. Nello sgravarsi dal peso dei consiglieri ribelli e da quella che aveva definito un’”amministrazione col freno a mano tirato”, il primo cittadino aveva dichiarato che avrebbe giocato la carta del governo minoritario, che sarebbe cioè andato a chiedere l’approvazione del Consiglio municipale per ogni iniziativa, idea, progetto e opera pubblica in prospettiva di realizzazione. E ora? Ora sembra sempre più convinto nella scarsa fattibilità del suo piano iniziale. Oggi ci ha dichiarato quanto segue: “Per quanto mi riguarda sono sempre pronto a guardare in faccia ogni concittadino, ma a questo punto è il Consiglio municipale a dover dire come vuole che la Città sia governata. Personalmente mi rivolgerò ai consiglieri alla prima occasione, chiedendo loro di esprimersi sul mio conto: mi vogliono sindaco o preferiscono tornare alle urne per un rimescolamento delle carte dei seggi e delle cariche esecutive? Se la maggioranza opterà per le elezioni anticipate e chiederà anche le dimissioni del sindaco, sono pronto ad accettare la sfida. Poi si vedrà chi ci perde e chi ci guadagna”.
Quasi un déjà vu
A questo punto bisogna dire che la scena politica polese è in certa parte sotto l’influsso di situazioni politiche consimili laddove gli enti locali sono amministrati da coalizioni mai viste in precedenza. Oggi il sindaco di Spalato Puljak ha rassegnato le dimissioni pur di non voltare le spalle al suo vice Ivoševic, duramente contestato sia dai rivali che dagli stessi alleati. Ora è convinto di guadagnare più voti di prima e cerca la maggioranza assoluta dei seggi in Consiglio. A Pisino è già successo: la Città era ingovernabile per incompatibilità delle forze politiche in aula. Alle elezioni anticipate che si sono tenute per direttissima, il sindaco, Suzana Jašić (Mozemo!), ha spazzato via di scena la vecchia guardia (DDI ed SDP) e si è messa in tasca una maggioranza stabile.
Anche Pola sembra aver varcato il punto di non ritorno: Dušica Radojčić (Možemo!) è praticamente già in campagna elettorale e il suo cavallo di battaglia è la questione (insidiosa) dell’albergo a Valcane. L’attuale presidente del Consiglio municipale accusa il sindaco di “favorire gli interessi dell’investitore contro la pubblica utilità”. A suo avviso anche la costruzione del campo per gli allenamenti “servirà all’albergo e non alle sezioni giovanili della squadra di calcio locale”. La risposta del sindaco non si è fatta attendere: “Radojčić e Možemo! sono contrari a priori a qualsivoglia opera privata, a prescindere dalla sua utilità. Favorire un investitore, io? Ma stiamo scherzando? È reato e comporta dodici anni di carcere. Se la presidente del Consiglio crede di avere delle prove si rivolga alla Procura, piuttosto che parlare alla radio. D’altronde, quando mai un’opera privata è stata necessariamente contraria all’interesse pubblico? E chi dice che gli interessi privati non siano legittimi? Nell’universo della Radojčić è impossibile che l’amministrazione comunale sviluppi progetti di utilità pubblica col concorso di capitale privato. Nel suo mondo è impossibile sacrificare un paio di alberi e ogni opera edile è contraria all’interesse pubblico”, ha concluso il sindaco, secondo il quale la Città sarà ingovernabile fintanto che “ogni idea di progresso viene sempre guardata con sospetto”.

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