Pola. Città intelligente: c’è ancora tanto da fare

Il documento è stato concepito dal Municipio in collaborazione con l’azienda «Apsilon strategija» la quale ha condotto un’inchiesta tra 500 cittadini e 60 enti chiave che hanno aderito al progetto

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Pola. Città intelligente: c’è ancora tanto da fare
Il futuro centro di Coworking s’inserirà alla perfezione nella Città smart. Foto: DARIA DEGHENGHI

Pola è smart (intelligente) ma non abbastanza. Probabilmente è più smart della media nazionale ma i cittadini ritengono che non sia smart al pieno delle proprie possibilità. L’amministrazione cittadina è discretamente smart (si vanta di essere tra le prime in Croazia) ma vorrebbe superare sé stessa e ambisce a somigliare a Verona, Göteborg, Oslo, Graz e Treviri. Questo, in estrema sintesi, il bilancio satirico della “smartness” di Pola che di ridicolo non ha nulla perché in realtà si tratta di una faccenda molto seria. Dal 15 maggio è in corso la consultazione elettronica sul disegno del Piano Pola Smart City 2023-2028 che terminerà il 24 giugno affinché il documento prosegua il suo iter fino all’approvazione in aula consiliare. L’amministrazione comunale chiede dunque ai cittadini il loro parere sul documento scaricabile o consultabile in rete (www.pula.hr) per modificarlo secondo le esigenze della popolazione, visto che una città è intelligente tanto quanto sono avanzati e disponibili i servizi erogati. Il punto di partenza è la definizione della Commissione europea: “Una Smart City è un luogo in cui le reti e i servizi tradizionali sono resi più efficienti con l’uso di soluzioni digitali a beneficio dei suoi abitanti e delle imprese. Una città intelligente va oltre l’uso delle tecnologie digitali per un migliore utilizzo delle risorse e minori emissioni. Significa reti di trasporto urbano più intelligenti, impianti d’approvvigionamento idrico e di smaltimento dei rifiuti migliorati e modi più efficienti per illuminare e riscaldare gli edifici. Significa anche un’amministrazione cittadina più interattiva e reattiva, spazi pubblici più sicuri e un migliore soddisfacimento delle esigenze di una popolazione che invecchia”. Il Piano Pola Smart City è stato concepito in collaborazione con l’azienda “Apsolon strategija” specializzata in consulenza strategica digitale. Per arrivare alla sua forma attuale (uno screening dell’economia e della società polese allo stato attuale) l’azienda ha condotto un’inchiesta tra 500 cittadini e 60 enti chiave che hanno aderito al progetto.

I trend demografici
Chi sono (quanti sono) i cittadini per cui Pola vuole essere una città intelligente? Disgraziatamente, le tendenze demografiche non ispirano fiducia, ma bisogna prenderne atto a prescindere, anzi, la demografia è il punto di partenza di ogni pianificazione strategica. Il trend è negativo: dal 2019 l’emigrazione ha preso il sopravvento sull’immigrazione. Si prenda a esempio soltanto il 2021: 1.415 arrivi sia dall’estero che dal resto del Paese ma hanno lasciato la città 1.558 polesi. Non ha da stupire dunque il fenomeno delle importazioni di manodopera straniera dal Sud-Est asiatico, che certamente non passa più inosservato. Nell’anno pedagogico 2021/2022 Pola ha accudito 2.037 bambini negli asili pubblici e convenzionati, 737 bambini in meno rispetto all’anno precedente. In compenso la rete dell’educazione prescolare presenta un buon livello di digitalizzazione che si sviluppa a partire dalla piattaforma e-Vrtić (asilo elettronico), la prima del suo genere in Croazia.
Nell’anno scolastico 2021/22 Pola ha avuto 4.329 iscritti alle scuole elementari, solo 10 in meno rispetto all’anno precedente. Il problema maggiore della rete scolastica primaria è il divario della localizzazione tra scuole e utenza: mentre le prime (retaggio storico) occupano perlopiù una posizione centrale del perimetro urbano, l’altra tende a lasciare il centro per la periferia, dove le sedi scolastiche scarseggiano e questo non è un problema di facile soluzione, diversamente dalla digitalizzazione, che sembra procedere a gonfie vele, incentivata a turni dal governo centrale e dall’ente locale. La scuola secondaria (licei, istituti tecnici, professionali, artistici ecc) è stata frequentata lo stesso anno da 3.156 allievi, il 10 per cento in meno dell’anno precedente. Anche in questo caso l’inadeguatezza e l’insufficienza delle sedi è il problema numero uno. La digitalizzazione procede a ritmi su cui l’amministrazione cittadina può influire poco o per niente, essendo le scuole superiori di pertinenza della Regione e dello Stato.

Turismo digitale: bocciati e rimandati
Sette enti e 216 associazioni attive in campo culturale si contendono i soldi pubblici aumentati sensibilmente dopo l’ingresso della Croazia nell’Unione europea. L’anno del giro di boa è stato il 2015 e gli investimenti integrati nei monumenti del Colle Castello: i due musei, il Castello veneziano, il Teatro romano, i rifugi antiaerei diventati gallerie aperte ai turisti sotto il nome di Zerostrasse. Il problema maggiore ora è la carenza di soluzioni informatiche a uso e consumo del turista digitale. Gli alberghi in questo campo hanno fatto più strada delle vecchie istituzioni culturali. Lo stesso Ente per il turismo zoppica. Tanto per cominciare manca almeno una “Pula Card”, il biglietto singolo che dia l’accesso a tutti i monumenti di rilievo (Arena, Tempio d’Augusto, Zerostrasse, Museo storico e navale, Galleria dei Sacri cuori e Museo archeologico). La Pro loco offre un calendario degli eventi e spettacoli aggiornato, ma nessuna possibilità di prenotazione o d’acquisto biglietti online. Bocciata e rimandata. Si provvederà dopo l’approvazione del Piano Pola Smart City 2023/28.

Industria manifatturiera e ICT
In cinque anni (2017-2021) il numero delle aziende è salito da 2.864 a 3.240. I dipendenti e il fatturato variano di anno in anno, con una flessione evidente nel biennio pandemico ma anche un aumento sensibile delle esportazioni, sempre come conseguenza dell’entrata del Paese nell’UE. Ben il 70 p.c. dell’export istriano si deve ai due soli settori dell’industria manifatturiera e dell’ICT (informatica e tecnologie della comunicazione). L’industria tradizionale impiega ancora il maggior numero di occupati del settore reale (il 18 p.c.), più dell’edilizia (17) e più dell’alberghiera e del turismo, col 13 p.c. ciascuna. In teoria il numero delle aziende produttive cresce, ma è bastato un fallimento colossale (quello del cantiere navale) per ridurre di più del 50 p.c. il numero dei dipendenti dell’industria. Pola esporta e produce cementi e calcestruzzo (Calucem, Istrabeton), navi, imbarcazioni e natanti da diporto e servizio (Tehnomont), vetro (Duran), prodotti da forno (Brionka e Marymat). Fermare l’erosione dell’industria manifatturiera e sollecitare la transizione all’industria 4.0 è un imperativo per i polesi. Sono di buon auspicio i dati per cui gli incubatori aziendali attualmente disponibili sono pieni fino all’orlo: 10 aziende all’Izazov, 11 all’Incubatore tecnologico e altre 4 all’Incubatore dell’Università. Per questo motivo la Città di Pola e l’Agenzia regionale di sviluppo stanno per aprire il Centro di co working con 55 postazioni singole, 8 uffici e sala conferenze multimediale. Benché dietro a Zagabria e a Dignano (Infobip), l’ICT polese cresca vertiginosamente (anche in funzione dell’alberghiera) e soprattutto esporti.

Servizi comunali
Pola ha 24.117 utenze idriche e 925 chilometri di condutture con un buon 95 p.c. della popolazione servita. La società idrica utilizza sistemi di smart metering, contatori a distanza AURA, AMR i HYDROPORT. La società Pragrande gestisce 278 chilometri di canali di drenaggio, serve 33.268 utenze ovvero 69.888 abitanti. Entrambe utilizzano sistemi digitali Protok e SCADA. Quindi sono già relativamente “smart”, con necessità d’aggiornamento, anche in seguito alla normativa modificata e l’imminente fusione aziendale. L’illuminazione stradale, al contrario, è ancora poco intelligente. Pola conta 7.230 dispositivi ma solo 1.123 sono LED.
Il resto è roba del giurassico. La transizione digitale è iniziata ma procede a singhiozzo. I rapporti con i clienti sono migliorati con una serie di app studiate apposta per consentire il controllo dei consumi e il pagamento elettronico delle bollette. Tuttavia l’utenza lamenta l’inesistenza di uno sportello unico per tutti i servizi comunali erogati. I trasporti pubblici dividono i polesi: c’è chi trova il servizio valido e chi disapprova. Le critiche vanno dall’imprecisione degli orari degli arrivi e delle partenze ai difetti della bigliettazione digitalizzata ancora in via di sviluppo. La banda larga copre il 64,25 per cento del territorio urbano ed è superiore alla media regionale (61,28 p.c.) e nazionale (59,03) anche se Pola in Istria è solo settima: i primatisti sono Cittanova e Medolino. La gestione dei rifiuti copre la totalità della popolazione e quindi i 52.220 abitanti.
Pola gestisce 22.547 tonnellate di spazzatura l’anno, 430 pro capite, meno della media nazionale e molto meno della media della Regione, che infatti vive di turismo. Il tasso di differenziazione è in aumento ma lento. App come Razvrstaj.me sono state create con lo scopo di istruire la popolazione sulla necessità di differenziare ma è usata poco: in un anno ha registrato 694 visite, due al giorno. Ma il problema della gestione dei rifiuti, con o senza digitalizzazione, è talmente complesso che non si presta ad essere trattato in questa sede.

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