Pisino. Concerto folk: sì, no, forse

Il Tribunale commerciale deciderà la settimana prossima se si terrà o meno l’evento al Palasport

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Pisino. Concerto folk: sì, no, forse
Il Palazzetto dello sport Mate Parlov. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Il chiasso massmediatico generato attorno al divieto che il sindaco di Pola, Filip Zoričić, ha imposto all’organizzazione del concerto folk nel Palasport Mate Parlov, da parte dell’agenzia Hiljadarka dell’impresa Cimar production ha conosciuto ieri una nuova puntata senza ancora arrivare all’epilogo. Sta di fatto che il Tribunale commerciale di Pisino ha voluto temporeggiare per giustificate ragioni: il giudice Damir Rabar ha rimandato per lunedì o forse anche martedì prossimo la decisione in merito se permettere o meno lo svolgimento dell’evento musicale programmato per il 25 marzo. A parte il fatto di inoltrare denuncia contro la Pula Sport, impresa municipale che gestisce l’impianto sportivo, la Cimar si è rivolta all’organo giudiziario pisinese con una richiesta urgente, al fine di ottenere la licenza per organizzare il concerto e non perdere l’anzidetto termine di svolgimento già pattuito mediante contratto. La volontà di portare a tutti i costi sul palcoscenico polese le performance canore di Duško Kuliš, Dragan Kojić, Ana Bekuta e Zorana Mićanović e il successivo no passaran di Zoričić ha provocato ieri nell’aula di Tribunale una diatriba tra i rappresentanti legali delle parti in causa.

Se l’avvocato Srđan Simić, ingaggiato dagli organizzatori, ha tentato di far valere quale rilevante il fatto che il contratto con la Pula Sport non sia stato revocato, l’avvocato zagabrese Krešimir Škarica, difensore della municipalizzata ha impugnato l’argomento che i promotor dell’evento abbiano tratto in inganno l’impresa avendo sottaciuto buona parte dei nomi dei cantanti. Stando a quanto presentato in aula giudiziaria, oltre a Duško Kuliš, altri non sarebbero manco stati menzionati. Come dichiarato da Škarica, l’organizzatore era per legge in obbligo di presentare chiaramente tutti i dettagli riguardanti l’evento, già al momento della stipula del contratto. Fornendo informazioni incomplete sarebbe stato leso il principio dell’onestà e della correttezza, fino a negare alla Pula Sport il diritto di decidere se stipulare o meno il contratto in oggetto.

Gli avvocati Krešimir Škarica e Srđan Simić.
Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

D’altra parte il rappresentante legale della Cimar ha sottolineato il fatto che per il concerto sono già stati venduti 2.900 biglietti e che il Palasport è in grado di ospitare anche 5mila spettatori. In sede di tribunale sono stati chiamati, non come parti in causa, ma in veste di testimoni e rappresentanti della scena musicale croata Nenad Marjanović Dr. Fric, Danijel Popović, il gruppo Divlje jagode e il complesso Skandali. La loro opinione è che si sarebbe di fronte a un grosso pregiudizio, per cui tutti i musicisti provenienti dalla Serbia verrebbero inseriti nella categoria del turbo-folk (o folk popolare), genere di fusione di musica popolare che mescola musica folk serba con altre espressioni musicali come pop, rock, elettronico e in qualche caso anche hip-hop. Di contro l’avvocato Škarica ha replicato che l’opinione soggettiva di alcuni musicisti sarebbe una prova del tutto irrilevante e che tra l’altro la Cimar avrebbe dovuto rendere palese l’andamento della vendita dei biglietti, inclusi i costi organizzativi dell’evento, nonché dimostrare con chiare prove se l’organizzatore sia stato danneggiato o meno dal divieto d’accesso al Palasport. Dalle dichiarazioni date dopo l’udienza è pure scaturito che gli organizzatori del concerto non hanno pagato un anticipo per l’affitto del Palasport, omissione che gli stessi ritengono irrilevante dall’aspetto legale, dal momento che il pagamento del dovuto può venire effettuato in un secondo momento.

L’edificio che ospita il Tribunale commerciale di Pisino.
Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

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