Pescheria di Pola. In fila per la sardella

Convenienza, gusto, freschezza e salute: il pesce più «amato» si vende a 3,5-4 euro il chilogrammo

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Pescheria di Pola. In fila  per la sardella
Quattro euro per un chilogrammo di “salute”. Foto: DARIA DEGHENGHI

Qualche settimana di fermo pesca per il pesce azzurro, ed ecco che in piazza del Popolo è tornata la fila per il pesce. Questo naturalmente per tutta quella folla di polesi per cui “sardella” non è un nome di specie, ma di genere: la sardella è il pesce per antonomasia. Il pesce con la P maiuscola. Insomma, da un paio di giorni a questa parte in pescheria si fa la fila per comprare anche solo una manciata del pesce più amato e… meno caro. I motivi della scelta sono presto detti: la convenienza, il gusto, la freschezza e la salute. Un chilo di questo pesce costa dai 3 e mezzo ai 4 euro, la sua presenza in pescheria è quasi sempre garanzia di freschezza, il gusto è quello genuino del mare, la salute è nei grassi essenziali dell’olio di pesce. Insomma, per fare provviste di pesce tre volte buono perché conveniente, salutare e saporito, occorre stare in coda e aspettare il proprio turno. Questa è l’importanza del pesce azzurro nell’alimentazione della gente di mare: le scorte si esauriscono presto e la prossima non arriverà che l’indomani. E l’indomani si tornerà a fare la fila.
Per il resto, in pescheria la stagione promette tante buone qualità di pesce che hanno il solo difetto del costo, ma non anche quello della qualità o della freschezza. Per esempio, in febbraio il nostro mare offre ancora il meglio delle orate e si parla di quelle selvatiche non di quelle degli allevamenti che sono disponibili più o meno durante tutto l’anno, anche nei centri di distribuzione di massa. L’orata selvatica varia di prezzo con le dimensioni, per cui è possibile acquistarne un chilo a 7 ma anche a 24 euro. I prezzi delle orate d’allevamento tendono invece a una maggiore uniformità di pezzatura e di costi. La stagione è buona anche per assaporare il meglio dei cefalopodi nostrani: seppie, calamari e polpi. Le seppie vengono 11 o 12 euro al chilo a seconda delle dimensioni che possono presentare anche sensibili differenze. I calamari freschi costano ormai 20 euro e sono effettivamente più cari di prima, probabilmente perché ultimamente scarseggiano. I calamari congelati, sono più convenienti e vengono solo 10 euro. ma sono anche significamente più piccoli. I polpi congelati costano 17 euro, esattamente come le sogliole. Anche il nasello è di casa in pescheria di questi giorni. Costa 10 euro il chilo ed è sempre una buona scelta. Il resto è più o meno come una scatola di cioccolatini prelibati e costosi: a scapito della quantità si trova la qualità e la ricercatezza. Il filetto di sogliola costa 13,30, i gamberi 16 euro, il pesce rospo 19, il salmone 20, le capesante 21,20. Il “barbon” o triglia di fango, costa dai 18 ai 21 euro e anche qui a fare la differenza è la pezzatura.

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