Pesca. Una rete piena di problemi

L’associazione di categoria presso la Confartigianato ha discusso di caro carburanti, multe e divieti

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Pesca. Una rete piena di problemi

La pesca. Sembra che nelle reti ci siano più problemi che pesce. Se ne è discusso in sede di associazione di categoria presso la Camera regionale dell’Artigianato. Presenti all’incontro, oltre a chi dell’associazione, l’assessore regionale all’Agricoltura, forestale, pesca e caccia, Ezio Pinzan e il suo vice, Gracijano Prekalj, nonché rappresentanti della Capitaneria di porto polese e dell’ufficio regionale del Ministero dell’Agricoltura.

 

A inizio incontro, il presidente dell’associazione di categoria, Robert Momić, ha riportato del colloquio tra i pescatori della Regione istriana e di quella litoraneo montana, svoltosi a Parenzo. Nell’occasione è stato chiesto al Ministero di mantenere le modalità di definizione delle quote mensili di pescato ed è stata individuata la necessità di procedere nella soluzione del problema dello sbarco di pesce azzurro di piccola pezzatura sulla costa orientale istriana.

Si è passati quindi ad affrontare la parte operativa della riunione, analizzando i problemi che assillano i vari segmenti del settore. Chi pratica la pesca a strascico deve affrontare l’elevato costo del carburante e i problemi causati dai delfini e dalle meduse e ctenofori. L’Istituto oceanografico di Spalato effettuerà ricerche per analizzare il fenomeno delle meduse e ctenofori. Purtroppo, le modalità previste per dichiarare lo stato di calamità naturale non è favorevole al settore della pesca.

Un altro problema è quello delle multe ai pescatori che gettano l’ancora nelle aree previste per il deposito di materiale esplosivo (che già da anni non vi viene depositato) e della qual cosa bisognerà mettere a parte il Ministero competente.

Quanti si occupano di pesca di molluschi in immersione, lamentano il divieto di praticarla nel Canale d’Arsa. Il divieto è datato 2018, sancito da un regolamento che non concede al ministro dell’Agricoltura la facoltà di permettere la pratica dal 1.mo giugno al 30 settembre, come previsto nel regolamento precedente.

Tornando ai pescherecci con reti a strascico, la situazione peggiora di anno in anno. È vietato pescare a meno di 300 metri dalla riva, alcune specie di pesci sono quasi scomparse al solito meduse e ctenofori provocano danni. Su questo si aggiunge l’intoppo dell’impossibilità di usufruire di sostegni minimi per i danni causati dai delfini nel caso il peschereccio sia nuovo.

Un altro duro colpo è la cancellazione dal Registro dei natanti per i quali nel 2019 e nel 2020 non sono stati versati gli indennizzi per la sicurezza della navigazione. Bisognerà, nel caso, rivolgersi al Tribunale amministrativo di Fiume oppure avviare una nuova procedura d’iscrizione; entrambe modalità costose, quindi la soluzione migliore sarebbe il ritiro della cancellazione. Nel caso, la Camera regionale dell’Artigianato invita i pescatori raggiunti dalla misura di trasmettere i dati alla Camera.

Caro gasolio. Più che una spina nel fianco: la spesa ormai da tempo supera il 30 p.c. di quella totale. Si chiede perciò che il costo del cosiddetto gasolio blu venga fissato a 5 kune al litro.

Robert Momić ed Ezio Pinzan hanno quindi relazionato sulla riunione che ha trattato la costruzione di un porto peschereccio nella baia di Zonchi, a Pola. I partner progettuali – Regione, Città di Pola, Autorità portuale polese e Camera regionale dell’Artigianato –, si sono detti più che convinti della bontà del progetto, per cui si procederà all’armonizzazione del piano del 2009 e alla stesura di una nuova soluzione ideale. L’incaricato del progetto, l’autorità portuale polese, potrà quindi accedere ai mezzi derivanti dal Programma operativo per la pesca, a copertura dei costi di realizzazione.

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