Periferia e aree boschive invase dall’immondizia

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Periferia e aree boschive invase dall’immondizia

Il rischio che si corre sarà quello di dover provvedere alla mappatura dei siti inquinati e abbandonati al loro destino per documentare una situazione da “scandalo rifiuti”. Il monito arriva soprattutto dalla periferia urbana e dalle aree boschive che circondano la città che stanno sfoggiando discariche abusive moltiplicatesi a dismisura attestando il dato di fatto che non si è agito ancora abbastanza per prevenire e porre rimedio alla situazione di degrado del territorio. La noia di doverci procurare un elenco dettagliato delle dislocazioni delle discariche non sarebbe casuale, ma potrebbe scaturire come conseguenza di una non sufficiente cura, dell’inciviltà dimostrata da parte di molti concittadini, ma anche dalla scarsa disponibilità delle discariche destinate all’accumulo di materiale edile e da diversi altri fattori. Non per nulla, alla prossima seduta del Consiglio cittadino, programmata per il 20 marzo, si metterà ai voti la Decisione relativa all’introduzione di misure specifiche atte a impedire lo smaltimento illecito di rifiuti più o meno ingombranti ed inquinanti.

Zone d’intervento prioritario

Quali le intenzioni? Come punto di partenza sono state definite alcune zone d’intervento prioritario. Previste aumentate attenzioni nei confronti dell’area fin troppo insudiciata della fortezza di San Giorgio, davanti al Cimitero cittadino; della zona di Valovine un tempo riservata a campeggio; delle aree silvestri, concentrandosi soprattutto lungo il percorso critico di via Promontore e di via dell’Acquedotto. Un siffatto atto cittadino imporrà dei controlli e degli interventi di vigilanza più frequenti da parte delle guardie comunali, la collocazione di barriere per impedire l’accesso ai veicoli, quindi della segnaletica di avvertimento e di divieto di scaricare immondizia, incluso l’allestimento di sistemi di monitoraggio video. Non da ultima la campagna di sensibilizzazione dei cittadini nei confronti della tutela ambientale. Inutile negarlo, però, che nonostante l’aumentato livello di comunicazione tra la municipalizzata Herculanea e i cittadini, i depositi abusivi di ogni genere sono drasticamente cresciuti sul territorio cittadino anche a causa della rimozione dei vecchi cassonetti “standard” dalle superfici pubbliche e dell’introduzione del sistema di raccolta differenziata porta a porta. Da qui la necessità di promuovere un’adeguata e più intensa campagna informativo-educativa che (su modelli già introdotti in occidente, tramite manifesti, brochure, trasmissioni radiotelevisive, riunioni condominiali e di quartiere, telefoni gratuiti), insegni ai cittadini come adattarsi ad un comportamento più civile e in particolare ad un più attento riciclaggio. Senza scendere in ragionamenti sui danni per la salute e l’ambiente, anche dal Municipio si rendono conto che curare i boschi deturpati costerà molto di più che una campagna di prevenzione del problema.

Monumenti: viaggi in serie

Oltre ad approvare delle misure aggiuntive per la salvaguardia ambientale, il Consiglio sarà chiamato ad ascoltare un interessante resoconto in merito agli sforzi, davvero “erculei”, compiuti dall’Herculanea nel corso dell’anno passato quando è stato portato a termine il risanamento di 11 aree inquinate da depositi selvaggi, con un investimento pari a 627mila kune (IVA inclusa). L’impresa più mastodontica e davvero costosissima, però, ha interessato una sola area, che per anni ha funzionato da pattumiera: è l’ex zona militare di Monumenti, che visto l’interesse per gli investimenti e la trasformazione in Marina (leggi il sempiterno progetto Končar) è divenuto meta di una generale operazione di rassetto: gli automezzi pesanti sono stati costretti a compiere viaggi in serie per riuscire ad asportare i rifiuti ingombranti quali legname misto a materiale edile e a terriccio e detriti per un totale di ben 5.879 metri cubi. La spesa per rimettere un po’ in sesto il limitare boschivo lungo via Promontore e liberarlo da rifiuti “semplici” e materiale da risulta – in tutto 40 metri cubi – è stata pari a sole 10mila kune, cui si aggiungono altre 5.200 kune, impiegate per liberare via dell’Acquedotto da altri 24 metri cubi, mentre la pulizia dell’area critica di Monte Giro, vicino alla fortezza di San Giorgio ha visto prelevare 60 metri cubi di rifiuti vari e scarto edile per un investimento di 14.200 kune. Per l’area litoranea di Valovine, più critica che mai, forse perché castigata dal fatto di non essere divenuta oggetto d’investimento turistico, sono state spese soltanto 2.600 kune per raccattare 12 metri cubi di immondizia e, aggiungeremmo, lasciarne almeno altrettanta in zona. Da via Sissano sono stati prelevati 2 metri cubi di immondizie (spesa di 2.500 kune) e dall’area della fonte di Valdragon un ulteriore metro cubo. Il verbale dell’operazione ramazza lascia sbalorditi quando nella vergognosa statistica figura inserito anche il centro storico cittadino: da Clivo Stjepan Konzul Istranin sono stati rimossi 5 metri cubi di immondizie varie, da quelle domestiche putrefatte ai più ingombranti scarti edili. Così salendo su per il Colle Castello, luogo con cui (ciarpame incluso), la Città ben si identifica.

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