Pepi e i rullanti, una passione

Il 48.enne polese, unico in città e tra i pochi in Croazia, dal 2011 produce questa componente della batteria

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Pepi e i rullanti, una passione

La domanda che ci si pone da sempre, almeno tra gli strumentisti di ogni genere, non ha ancora ricevuto risposta: i batteristi sono davvero dei musicisti, oppure sono soltanto i loro migliori amici? Così recita una barzelletta/sfottò. Sia come sia, il “battere sui tamburi”, tra le frasi preferite della gente, rappresenta assieme alla chitarra basso le fondamenta di ogni band, ossia la sezione ritmica. E quando si parla di batteristi e di batterie in città il primo nome che esce fuori è quello del 48.enne polese Predrag Nedeljković – Pepi, l’unico produttore di rullanti (‘snare’ in inglese e ‘doboš’ in croato) a Pola e tra i rarissimi in Croazia. Il quale dopo aver suonato in alcune band polesi in giovane età, si è dedicato alla professione di piastrellista, senza però mai perdere la passione per il suo strumento, la batteria. Ora in altro modo, e senz’altro efficacissimo, in quanto produce in casa dei rullanti di altissima qualità, i quali non hanno nulla da invidiare ai prodotti e alla scelta offerta dalle migliori aziende mondiali produttrici di batterie. E non si esagera di certo. A conferma di tanto il fatto che numerosi batteristi sia croati che stranieri, sono rimasti affascinati dal particolare suono emesso dai rullanti di Nedeljković.
Come e quando ha iniziato a praticare questa professione?
“Non si tratta di una professione, ma di un hobby, o meglio di una passione. Ero da sempre interessato a conoscere i tanti pregi del legno, che amo molto. Così, dopo alcuni anni di pratica, ho imparato i segreti del mestiere da un maestro falegname e nel 2011 ho prodotto il mio primo rullante. Oggi posso dire di conoscere il legno molto di più di diversi falegnami.
Il legno dunque è una materia prima particolare?
In sintesi ogni albero ha una miriade di caratteristiche particolari. Ci sono diversi tipi di segatura del tronco e per la produzione di rullanti ovviamente sono necessarie le parti più interne. Poi ci sono diverse tecniche di produrre lo strumento e vengono denominiate “Solid”, “True Solid” (si scava nel tronco), “Stean Bent” (si piegano le tavolette con il vapore), “Stave Schell” (paragonabile al sistema per le costruzioni di botti) e “Segment” (con i pezzetti di legno).
Lei quale tecnica preferisce?

Una serie di rullanti

Mi dedico solamente allo “Stave Schell”, perché con questo sistema gli ‘snare’ sono più solidi e allo stesso tempo più elastici. E ciò con le tavolette poste in verticale: in questo modo il legno si sente ‘più tranquillo’.
Quali sono i migliori tipi di legno?
In pratica non esiste il migliore. Sono tutti differenti. Sia per l’aspetto che per il suono. Preferisco gli alberi esotici quali il padouk, il lenka, il mogano, il wengè, il teak… E qui vorrei fare una parentesi. Questa varietà do legno è molto pregiata e costosa e da noi è introvabile. Ho avuto la fortuna di riceverne una partita da Arsen Brajković, che l’ha rimossa dalla nave “Vis” di Tito, prima di affondarla nel maggio del 2016 al largo di Bagnole. Con questa ho prodotto una serie di cinque rullanti unici, che sono il mio vanto. Uno l’ho venduto, ma gli altri quattro rimarranno per sempre miei. Ritornando ai tipi i legno nostrani, adopero l’acero, il frassino, l’olivo, il rovere, il faggio e l’abete rosso. Vorrei sottolineare, innanzitutto, che lavoro in primo luogo con del legno invecchiato di almeno 20 anni: è la prima condizione per ottenere un prodotto di qualità. Non ho mai acquistato del legno. Le persone che ormai sanno di che cosa mi occupo, prima di gettarlo via me lo regalano.
Se abbiamo capito bene si tratta di rullanti unici?
Il mio desiderio principale è quello di offrire un prodotto a seconda delle richieste degli acquirenti e che sia personalizzato. Sono in molti a chiedermi le targhette sul rullante con il proprio nome, con qualche logo o una scritta particolare. A ogni modo li contraddistinguo tutti con il mio marchio “Kora” (in croato corteccia nda). Il prezzo varia dai 350 ai 500 euro al pezzo, mentre all’estero rullanti a pari qualità vengono a costare il doppio. E non sono fatti del tutto a mano.
Sinora ne ho create diverse decine. La produzione di ogni rullante dura circa due mesi. Dopo un mese e mezzo, quando il legno si stabilizza, si procede con la fase finale, che comprende la trapanazione per installare l’hardware (cerchi, macchinetta della cordiera, viti tiranti) e poi, a seconda delle esigenze, il rivestimento del legno con l’olio, la lacca i colori… In quanto alle dimensioni dei rullanti, mi attengo ovviamente alle richieste degli acquirenti, ma nella prima fase li faccio sempre più profondi, in modo da poterli in seguito più facilmente accorciare per ottenere il suono preferito. Quanto il lavoro è più complesso, impegnativo e ricco di dettagli, tanto aumentano il gusto e la sfida per ottenere un ottimo prodotto, anzi il migliore.
È mai giunto all’idea di produrre un’intera batteria, e non solamente i rullanti?
Ho già iniziato a concretizzarla, quest’idea. Nel concreto intendo farmi una batteria personale, per mia soddisfazione, con ben 6 elementi, tra rullante, tom-tom, floor tom e due casse in legno d’acacia. Ma non la venderei a nessuno”.

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