Passando «Di qua, di là, di giù, di su» si arriva diritti all’Inferno

Se Dante fosse vissuto e avesse creato a Pola, dove avrebbe sistemato i terribili gironi del primo cantico della «Divina Commedia»? Sei studentesse della SMSI sono andate a caccia delle possibili location

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Passando «Di qua, di là, di giù, di su» si arriva diritti all’Inferno

Ecco un problema che ci piacerebbe risolvere: se Dante fosse vissuto a Pola e ci avesse composto la Divina Commedia, in quali luoghi della città l’avrebbe ambientata? Quali posti gli avrebbero fornito l’ispirazione? Dove avrebbe fatto incontrare Paolo e Francesca? In quale torre avrebbe rinchiuso il Conte Ugolino? Quale barca avrebbe ispirato la scena di Caronte e quale bosco la selva oscura? Domande ipotetiche e azzardate, d’accordo, ma quesiti che pur sempre stuzzicano la fantasia di un lettore attento del Poeta. Lettrici attente di Dante sono diventate Martina Perković, Ivona Rašula, Korina Visković, Lorellay Divišić, Debora Aničić e Veronica Stocco, sei studentesse della SMSI “Dante Alighieri” che alla Comunità degli Italiani seguono un laboratorio artistico-letterario sul Sommo Poeta nel settecentesimo anniversario della morte. Tutta la Comunità festeggia Dante Alighieri quest’anno, con tutte le fasce d’età che la frequentano, ma il laboratorio della SMSI ha già un che di serio: intanto le studentesse frequentano le prime e le seconde classi del liceo e hanno un debole per i versi dell’Infermo, i più celebri perlomeno. In secondo, luogo l’autore del laboratorio è Teo Banko, docente ingegnoso di lingua e letteratura italiana oltre che responsabile del Settore giovani nella Giunta esecutiva della Comunità degli Italiani polese. Ci abbiamo parlato per vedere a che punto dello svolgimento delle lezioni è arrivato il gruppo, come procedono le attività e a quale fine mirano.

Teo Banko, docente, sceneggiatore e regista

”Di qua, di là, di giù, di su” è il nome di questo laboratorio sui generis, concepito lo scorso inverno ma realizzato solo adesso in estate, dopo il lungo lockdown che ha messo i bastoni tra le ruote alla gran parte delle attività sociali al “Circolo” e a scuola. Le prime lezioni sono state solo teoriche e sono trascorse nello studio dei personaggi e i canti più suggestivi della Divina Commedia. Poi si è passati a definire gli ipotetici luoghi da abbinare a personaggi, vicende, intrecci e… dannazioni varie.

Come sarebbero stati gli Inferi ispirati dalla città dell’Arena?

Le studentesse, oltre ad aver lavorato gomito a gomito, hanno svolto anche ricerche individuali, ognuna per conto proprio, sia in Rete che in città. Ne sono venute fuori delle proposte molto interessanti. In questi giorni hanno cominciato a girare un filmato sugli “inferi” di Pola che comincia con un ingresso nell’inferno dantesco attraverso gli ex rifugi antiaerei del Colle Castello, oggi popolarizzati con il nome di Zerostrasse. La barca in esposizione nell’atrio della fortezza veneziana è stata ripresa come fosse un’ipotetica imbarcazione di Caronte e, sempre al Castello, le mura di cinta si fanno passare per quelle della Città di Dite. Manca solo lo Stige, ma c’è solo da immaginarselo ai piedi della fortezza. In compenso c’è la torre che “veste i panni” della Torre della Muda nel canto XXXIIII e fornisce una scenografia piuttosto fedele alla triste storia del Conte Ugolino.

Prima un lavoro di ricerca in biblioteca…

In questo video del pellegrinaggio dantesco due studentesse recitano i ruoli di Dante e di Virgilio, le altre, vestite di nero, fanno la parte delle dannate. Ma il film è muto, il che gli dona quell’alone di mistero che il tema suscita per forza. C’è anche dello spirito d’umorismo, a voler essere sinceri, ma per saperne di più bisognerà vedere il video una volta che sarà prodotto e presentato in anteprima alla Comunità degli Italiani di Pola, probabilmente a metà settembre. Covid permettendo. Le riprese continuano in settimana davanti al Tribunale di Pola (la scena di Minosse) e nei lunghi e bui corridoi del centro sociale Rojc, che illustrano bene la discesa agli inferi anche perché uno dei temi più frequenti dei murali sono, appunto, i mostri e i demoni. Poi si vedrà di sfruttare le suggestive scene dei clivi del centro città e si andrà a girare anche a Punta Verudella, che col suo canyon e la sua folta pineta dovrebbero illustrare a meraviglia la “selva oscura” e la residenza remota di Lucifero, lo ‘mperador del doloroso regno del canto XXXIV, che con ognuna delle sue tre bocche maciulla i tre traditori supremi: Bruto, Cassio e Giuda.

… e la foto ricordo intorno al busto di Dante Alighieri

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