Palazzo Scracin in vendita Servono 2 milioni di euro

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Palazzo Scracin in vendita Servono 2 milioni di euro

È una diceria, che però scaturisce da fonte non ufficiale bene informata. Tant’è vero che i mass media si sono lanciati in valutazioni numeriche fantascientifiche: l’edificio in clivo Santo Stefano, un tempo occupato dagli uffici dell’Assicurazione pensionistica e, prima ancora, da quelli dell’Assicurazione sanitaria, risulta essere stato messo in vendita per niente meno che 2 milioni di euro. Possibile? L’ipotesi appena divenuta di pubblico dominio, troverebbe conferma nel fatto che la posizione è centralissima, in zona storica cittadina, considerata ideale per l’apertura di un ostello o di un albergo stile “old town”, in tempi in cui cresce l’industria dell’ospitalità e dello “zimmer frei” in pieno ambiente urbano. E vi sarebbero anche le credenziali derivanti dal bell’aspetto architettonico sobrio, vagamente neoclassico e soprattutto dai precedenti storici: palazzo Scracin (che porta il nome dell’antica famiglia polesana di cui oggi testimonia il monumento sepolcrale al cimitero cittadino), risulta essere costruito negli anni d’oro della crescita austroungarica della città, specificatamente tra il 1880 ed il 1891 ed esibisce tutte le caratteristiche dell’epoca, anche negli interni (con i suoi ambienti spaziosi ed i soffitti alti).

I dettami della Sovrintendenza
Guaio è che l’acquisto milionario comporta pure la ristrutturazione secondo dettami della rigorosa Sovrintendenza al patrimonio storico, che ha inserito l’edificio entro la categoria dei beni culturali. Tutto da rifare, anche perché la struttura è reduce del funesto incidente capitato nell’estate del 2014, che aveva procurato danni agli interni ed esterni, alla facciata e alle finestre. Tempo dopo, la mondatura di un coronamento della finestra del secondo piano aveva originato sgretolamenti e una pioggia di pietre, mettendo in crisi e anche colpendo (senza conseguenze gravi) coloro che allora dovevano raggiungere gli uffici statali. Da anni, il terrazzo sovrastante il portale d’ingresso è ben puntellato con tutta una struttura di legno, sistema di fortuna, il che è sempre meglio che rischiare di mettere in pericolo chi passa di sotto. Nel frattempo quest’opera di falegnameria in clivo Santo Stefano, che però viene contrassegnata con l’indirizzo di piazza Porta’Aurea (ufficialmente Portarata) numero 3, è diventata permanente fondendosi con la struttura architettonica in pianta stabile.
Il trasloco
Si ricorderà che, in un primo tempo, dopo che le fiamme avevano annerito le pareti di una parte degli uffici, gli impiegati avevano continuato a lavorare in condizioni logistiche del tutto inadeguate e i medesimi ambienti risultarono del tutto inadatti per la catalogazione e l’archiviazione di tutto il lavoro gestito dal succitato Istituto. Ne seguì il trasferimento. I servizi di assicurazione pensionistica, ultimi inquilini di palazzo Scracin, vengono espletati già da tre anni nell’edificio della Posta centrale in piazza Dante. La soluzione doveva essere provvisoria, mentre la Città, la Regione e l’Ufficio nazionale per la gestione della proprietà di Stato avrebbero dovuto individuare una sistemazione, un trasferimento duraturo e definitivo in ambienti consoni. Finora non si è ancora riusciti a individuare uno sbocco adeguato, conforme alle possibilità finanziarie dell’Istituto pensionistico e all’interesse della clientela fruitrice.
I proprietari
Nel frattempo il grande palazzo, sempre malconcio, resta vuoto e abbandonato in cerca di un acquirente più che danaroso disposto a rilevarlo e a recuperarlo in base a indicazioni (restrittive e tassative) dell’Ufficio ministeriale addetto alla conservazione del patrimonio storico-culturale. L’edificio figura sempre in comproprietà statale: l’Istituto all’Assicurazione pensionistica detiene il possesso sul 60 per cento dei vani, mentre l’Istituto all’assicurazione sanitaria il rimanente 40. Altrimenti detto, dei 1.668,72 metri quadrati complessivi, 960 appartengono al servizio pensionistico. Il diritto di prelazione spetta comunque allo Stato, alla Regione e alla Città. In caso di mancato interesse, la vendita del bene verrà organizzata mediante concorso pubblico contando su qualche interessato al valore culturale e storico che il palazzo detiene.

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