Dall’osservatorio di Monte Zaro alla scoperta dello Spazio

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Dall’osservatorio di Monte Zaro alla scoperta dello Spazio

Su e giù per la specola a imparare i segreti del Cosmo: è un’allegria di gruppo. Ma sono le domande e i commenti che meritano di essere evidenziati. Che cos’è quella cosa tonda bucherellata? Risposta: una palla, quando invece è la luna. Quando è nato Marte? Un po’ prima dei dinosauri… Beata l’infanzia ancora non in grado di recepire le dimensioni spazio-temporali e tanto meno di concepire quello che per l’umanità è sempre inconcepibile, l’infinito universale. In ogni caso, le visite all’Osservatorio astronomico di Monte Zaro, promosse in occasione della Settimana dell’infanzia avranno lasciato intuire la meraviglia del cielo, delle stelle, del Cosmo e stuzzicato una piccola passione, che nel futuro potrebbe formare qualche nuovo esperto nel campo dello STEM, vale a dire delle competenze scientifico-tecnologiche. Il seme della scienza è stato piantato con buona semplicità didattica da Luciano Gržinić e da Tanja Slamnik, presidente e rispettivamente membro della Società astronomica di Pola, che in una sola mattinata sono riusciti ad accogliere e a fare da Ciceroni a ben 4 sezioni d’asilo, tre classi elementari della scuola “Tone Peruško e nell’intervallo un gruppo di visitatori adulti arrivati su inziativa del Centro polese d’inclusione e di sostegno alla comunità, guidato da Jovana Prusac. Attivi protagonisti della giornata scientifica anche i bimbi della Sezione Titti della scuola d’infanzia “Rin Tin Tin” di Pola, guidati dalle educatrici Daniela Michelich Vojnović e Lena Mitrović. Ma come spiegare l’arcano dei corpi celesti a dei bimbi di 5-6 anni? Il trucco c’è e si vede: riproducendo il Sistema solare con la maestra nel ruolo di sole e i bimbi – Mercurio, Venere, Terra, Marte (guarda caso con la giacchettina rossa!), Giove, Saturno, Uranio, Nettuno come pianeti satelliti, che compiono il loro moto di rivoluzione attorno alla figura di riferimento. Sistema eliocentrico, naturalmente. Tutto questo davanti alla specola, poi su per le scale a chiocciola a vedere la cupola, i sistemi di misurazione della velocità del vento, un magnifico panorama di Pola, con vista sul Castello che, come rilevato, una volta con i suoi cannoni scandiva il mezzogiorno, aiutando i cittadini ad aggiustare gli orologi. Poi, giù nella piccola sala-conferenze a capire l’arcano cosmico della Via lattea, il motivo per cui la superficie lunare è tutta un groviera (colpa dei proiettili meteorici), a toccare con mano i telescopi, i modelli dei pianeti, degli shuttle della NASA in miniatura. Ovviamente il discorso per gli alunni di classe elementare si è fatto anche più dettagliato, entrando nel merito della storia dell’Osservatorio, unica struttura sopravvissuta del grande Istituto idrografico austroungarico e delle scoperte dell’astronomo Johan Palisa, che da Monte Zaro riuscì a individuare niente meno che 28 planetoidi-asteroidi.

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