
Alla Pediatria dell’Ospedale di Pola è arrivato Babyroo TN 300: non è un robot dell’ultima generazione, ma quasi, in quanto si parla di un’apparecchiatura molto sofisticata ed essenziale per rendere sempre più efficiente la terapia intensiva neonatale. Lo strumento è una “culla termica” configurabile, dotata di avanzate funzionalità di termoregolazione e tecnologie integrate, che supportano la rianimazione d’emergenza e l’assistenza neonatale. Dalla sala parto alla terapia intensiva, fino alla dimissione finale, Babyroo TN300 è modulabile per l’uso nei vari ambienti ospedalieri lungo tutto il percorso di degenza e cura dei piccoli pazienti. Manco il Reparto Maternità di Pola può ormai fare a meno di cotanto di dispositivi per la termoregolazione dal momento che, oggi, possono finalmente porre rimedio a problemi ieri irrisolvibili, soprattutto nel caso dei bambini prematuri, per i quali anche una leggera deviazione della temperatura corporea può avere gravi conseguenze.
Equipaggiati a dovere
Ecco spiegata la ragione di tanta letizia, ieri, da parte del personale della Pediatria nel vedersi consegnare questa culla tutta speciale aggiuntiva, che assieme alle due già a disposizione, nonché ai 7 incubatori “standard”, potrà rendere il servizio neonatale di Pola del tutto equipaggiato e adeguato alle reali necessità del territorio. Si apprende che un tanto è esattamente quanto basta per garantire sicurezza in una sala maternità, che nell’anno 2023 ha assistito a 1.300 parti e che nel 2024 dovrebbe contare un numero di travagli ancora maggiore. Ad asserirlo è la dott.ssa Danijela Fabris-Vitković, vice direttrice dell’Ospedale, che in occasione della consegna ufficiale della culla termica, cui ha preso parte anche Ivona Močenić, vicesindaco di Pola e neuropediatra, non ha risparmiato parole di ringraziamento nei confronti dei donatori, ricordando che questo bel gesto si associa ai contributi di beneficenza ed al supporto già dimostrato dalla Regione istriana, dalla Città di Pola e dal Comune di Medolino. Il regalo del valore superante i 20mila euro si deve stavolta all’iniziativa messa in campo dal Festival Rocks&Stars alle Cave romane, in partenariato con l’Arenaturist Hospitality Group e la Bina Istra. Presenti ieri al cerimoniale di consegna e ricevimento negli ambienti ospedalieri, Iva Šalamon Reškovac, direttrice di Art Hill, ditta organizzatrice dell’evento musicale, Christian Santaleza, direttore tecnico di Bina Istra e Reli Slonim, direttore dell’anzidetta compagnia turistica. Quest’ultimo non ha mancato di sottolineare la volontà di cooperare per aiutare la comunità sociale sperando di poter donare sempre di più anche in futuro, mentre il rappresentante dell’impresa per la costruzione e gestione infrastrutturale ha reso noto che il suo programma di sviluppo sostenibile è rivolto in modo particolare alle istituzioni sanitarie, reparti pediatrici soprattutto.
Alta tecnologia
L’occasione di ieri è stata utile anche per sentire le spiegazioni aggiuntive fornite dalla dott.ssa Danijela Fabris-Vitković a proposito di questo “infant warmer” e alle modalità con cui verrà usato alla Pediatria polese. Babyroo contribuirà a mantenere stabili le temperature di innumerevoli neonati, grazie a due fonti di calore combinate: una lampada radiante e un materassino in gel riscaldato opzionale. La culla dispone di un modulo di supporto respiratorio opzionale denominato AutoBreath, oltre a un miscelatore dei gas. Erogando automaticamente la frequenza respiratoria desiderata, Babyroo contribuisce a liberare le mani dell’operatore che può così portare a termine altre attività in sala parto e durante il trasferimento intraospedaliero. Il dispositivo è dotato persino di un sistema di gestione integrato degli allarmi, di un grande display grafico con vista dedicata e configurabile delle schermate per gli ambienti di travaglio e parto, che visualizza prontamente tutti i parametri vitali del modulo Resuscitation (rianimazione), di una bilancia integrata e quant’altro di prezioso per aiutare gli operatori ad automatizzare le procedure di assistenza medica neonatale.

Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA
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