
Tutti fuori dalle aule scolastiche e tutti fuori anche dai soggiorni prescolari. Questo è un ordine che “tuona” da Sissano, puntualmente ogni mercoledì, e sbatte nel cassetto ogni carta in tavola contente quei soliti curricoli formativi ministeriali, che a volte sembrano essere compilati con l’obiettivo di annoiare. Qui non si scherza, l’elementare italiana “Giuseppina Martinuzzi”, di Pola, specificatamente la sua Sezione periferica sissanese, grazie alla collaborazione e il sostegno della Comunità degli Italiani di Sissano e del suo presidente Paolo Demarin, ha appena aggiunto un’autentica offerta formativa extra-standard tutta gratuita e inaugurato per la prima volta un programma d’insegnamento alquanto eccezionale e inedito per il settore scuola. Qua si imparano le cosiddette life skills, le capacità per la vita, o meglio, mette in campo una didattica in natura atta a stimolare la creatività e l’ingegneria della vita e anche della sopravvivenza in natura. È una didattica rinvigorita da competenze trasversali – che la scuola in genere dovrebbe saper promuovere, ma di fatto poco praticata – in detto caso rivolta oltre agli allievi del Doposcuola della Sezione scolastica italiana, pure ai ragazzini dell’asilo bilingue sissanese, che da quanto appurato, fremono di euforia ogni qualvolta sta per avere inizio una nuova sfida con “L’Avventura in natura”.
Tradotto nel linguaggio anglosassone sempre più universale, chiameremmo wild life school, questa fattispecie di Campus che imita l’addestramento militare, regala escursionismo, un sacco di attività all’aria aperta, insegnando a livello di bambini, persino competenze di base richieste per gestire un’emergenza.
Dal Sahara a… Sissano
Giornate fatte di sfida e divertimento, calma e bosco, senza cellulare, sono pure studiate per aiutare un giorno i bimbi a contrastare con qualità un’epoca ormai tutta caratterizzata dalla fretta e della mancanza di tempo. La faccenda potrebbe associare a quei reality televisivi, dove si mette in mostra la vulnerabilità umana al cospetto della forza spietata della natura, però si sa che in detto caso è tutta preziosa didattica e simulazione. A Sissano non si offre un po’ di semplice laboratorio all’aria aperta, bensì un vero e proprio corso pratico, innovativo atto a soddisfare degli speciali bisogni educativi, anche a risvegliare istinti atavici, conoscenze cavernicole insite e sepolte in ogni bambino-adulto. Ma chi è il… Gran Mogol di questa trentina di giovani marmotte già disciplinate per vivere l’esperienza di survival con sollazzo e divertimento a contatto con la natura che circonda Sissano? Il suo nome è Boris Stermotić, di Pola (originario di Altura), istruttore di sopravvivenza con certificato d’educazione, membro dell’Associazione Italiana Cultura e Sport (AICS) e della Scuola federale FISSS (Federazione Italiana Survival Sportivo e Sperimentale) e riconosciuta ufficialmente dal CONI e dall’ASI che si avvale solo di Istruttori professionisti con riconoscimento Federale ed europeo Certificati internazionali Eurethics/Etsia e CONI. Prima di arrivare al certificato, Bruno Stermotić si è reso personalmente scopritore della natura in tutte le sue più “scomode” e invivibili versioni geografico-climatiche, dalla sabbia ai ghiacci (spedizione nel Sahara marocchino, salita fino alla prima stazione dell’Everest, escursioni in Islanda…). Poi anche vent’anni di esperienza come guida sulle Alpi italiane, insegnando la sopravvivenza in caso di smarrimento e disastri, quindi docente di surviving alle olimpiadi per bambini promosse nelle scuole torinesi.
Momento ludico e di apprendimento
Come mai adesso, a Sissano “addestratore” dei nostri bimbi? “Quest’iniziativa è nata su proposta di Luka Brussich, direttore della scuola Giuseppina Martinuzzi, scaturita grazie a un rapporto d’amicizia, che ha generato l’idea e portato a completare e arricchire l’offerta formativa della Sezione italiana di Sissano, con un programma extrascolastico che si sta davvero rivelando attraente”: ad asserirlo con soddisfazione è il nostro organizzatore dell’”Avventura in natura”. È più facile scalare l’Everest o disciplinare una truppa di trenta ragazzini? Come fa? “Tutto sta nel mettere prima di tutto in regola la piccola squadra a mo’ di gioco in campo militare, tra ordine e disciplina, perché con la natura non si scherza”. I comandi alla wild school sissanese recitano in codice e sono intransigenti: volpi! (tutti a correre affiancati), lupi! (tutti in colonna), cinghiali! (a piacimento), cerchio!, in formazione circolare entro 5 secondi, altrimenti, ecco alcune flessioni “per castigo”. “Per loro – conferma Bruno Stermotić – è davvero un momento ludico fatto di disciplina, ascolto, e specialmente di apprendimento del lavoro di squadra, dell’importanza dell’aiuto e sostegno reciproco tra coetanei e non. Assieme si scoprono gli aspetti più belli della natura ed anche quelli pericolosi che impongono delle conoscenze per cavarsi d’impaccio”.
Un villaggio con mini rifugi
Tra le prime attività inaugurate è quella di capire a chi appartengono certe orme nel bosco, fino a spiegare come ci si deve comportare in caso d’incontri poco affidabili con un cinghiale (salire su un albero), una lince (fissarla e coprire il collo), un orso (non voltarsi, ma indietreggiare lentamente) e persino un lupo (creare una formazione a cerchio minacciando con bastoni verso l’esterno). “Nella zona silvestre, a due chilometri dalla sede della Sezione italiana di Sissano – dice l’istruttore di sopravvivenza – è in piena fase di costruzione “Forza e coraggio”, il Bosco village con tanti mini rifugi fatti di ramoscelli, bastoni e fogliame. Si gioca all’esplorazione, all’evacuazione, al nascondino – cinque secondi di tempo anche in detto caso – alle capacità di ‘eclissarsi’, fino a diventare ‘natura-dipendenti’ e non rendersi più conto di essere bimbi della cyber epoca da intelligenza artificiale. Poi, abbiamo pure il programmino ecologico, di raccolta delle immondizie dal bosco sissanese. Non sto a dirvi la rabbia dei bimbi nel vedere il pattume abbandonato dagli adulti. Loro si sentono piccoli pirati all’arrembaggio contro lo sporco. È quello che si vuol fare loro apprezzare: la natura è emozione vera, il cellulare invece è emozione da fast food”.
Bambine coraggiose
Prossime sfide? A fine novembre (quando termina la stagione estivo-autunnale del divieto dei falò all’aperto), si insegnerà ad accendere il fuoco in natura, alla maniera dei trogloditi. Bambini piccoli e fiamme… Scherziamo? “Per niente, anzi si conoscerà il fuoco quale migliore amico e peggior nemico dell’uomo, quale elemento da saper gestire e mai in assenza di un adulto. Affrontando i percorsi dinamici in totale sicurezza, per poter vivere l’ambiente outdoor nel divertimento e nel rispetto della natura, nel villaggio-accampamento, si farà anche pranzo a base di salsicce e ciabatta, pane cotto sulla brace ardente”. Alla faccia della par condicio e della (presunta e più assoluta) uguaglianza tra uomini e donne, si apprende che quelle tante ragazzine prima piagnucolanti al cospetto dei compiti da affrontare in natura, ora si stanno dimostrando le più coraggiose e determinate. “A differenza dei soldati, purtroppo addestrati ad uccidere – commenta Bruno Stermotić – noi siamo l’esercito che impara come salvare la vita, propria e quella del prossimo”. Più scuola di così.
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