«Nina nana, nina oh…» Ninne nanne istriane

Iniziative. Filastrocche non solo per la buona notte

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«Nina nana, nina oh…» Ninne nanne istriane

“Nina oh, nina oh, questo picio a chi lo darò, si lo dago a la befana me lo tien ‘na setimana, si lo dago al omo nero me lo tien un mese intiero, si lo dago a un pantalon, me lo tien per la staion. Nina oh, nina oh, a nisun no lo darò, si ‘l putin farà la nana, dormirà anca la mama”. Quando la mamma culla il suo bambino al ritmo della filastrocca in musica, l’amore incondizionato si tramuta in serenità, la serenità in tranquillità e la tranquillità a quel punto diventa l’anticamera del sonno. Ma il significato della ninna nanna trascende la mera funzione di favorire il riposo del neonato: le ninne nanne sono un bagaglio inestimabile di identità nazionale, regionale e locale, e nell’era digitale globalizzante e totalizzante stanno scomparendo esattamente come scompaiono i dialetti. Ma proprio per questo bisogna conservarli. Tre istituzioni scolastiche hanno deciso di salvarle dall’oblio: gli asili italiani “Rin Tin Tin”, gli asili croati associati all’ente pubblico “Dječji vrtić” e la scuola di musica “Ivan Matetić Ronjgov” di Pola hanno unito le forze per incidere un CD e dare alle stampe un volume bilingue di accompagnamento, entrambi intitolati “Istarske nine nane – Ninne nanne istriane”.
A caccia di note

Le autrici Tamara Brussich, Suzana Goldin, Mariza Kovačević e Sanja Simeunović Bajec

L’etnomusicologo Dario Marušić ha svolto un raffinato lavoro di selezione, attingendo al repertorio canoro di tutta quanta la penisola e ad entrambi i bacini musicali che vi coesistono da secoli: quello italiano o meglio istro-veneto di musica temperata e quello croato ciakavo che mantiene inalterate da secoli le sue scale non temperate. Ne ha pescati diversi di brani, ma solo dodici si sono guadagnati l’ingresso nella raccolta, che entrerà immediatamente negli asili e nelle scuole quale strumento didattico per le lezioni di “storia del territorio”. La presentazione del CD e del volume, nonché l’apertura della mostra dedicata ad entrambi, si sono svolte al cinema Valli alla presenza di numerosi ospiti e collaboratori. Tra le autorità presenti il sindaco di Pola, Boris Miletić, e l’assessore regionale alla Cultura, Vladimir Torbica. Entrambi hanno confessato di ricordare distintamente solo una o due delle dodici filastrocche e melodie proposte dalla raccolta. E dire che si tratta di uomini di età media, non più giovanissimi, per cui è lecito affermare che a questo punto la ninna nanna tradizionale è un genere che si è quasi completamente estinto sotto la spinta dei cartoni animati, dei giochi interattivi e delle canzoncine per l’infanzia recenti diffuse da internet e dalla televisione.
Negli asili e nelle scuole
Tradizioni, cultura, identità. L’ideatrice del progetto, Tamara Brussich, sostiene che abbiamo tra le mani uno strumento didattico di prima necessità. Per questo le sue 500 copie saranno distribuite gratuitamente agli asili e alle scuole pubbliche, affinché venga utilizzato nelle ore di educazione musicale e insegnamento della storia del territorio. Una volta apprese in tenera età, chissà che le bambine di oggi, diventate poi mamme, non trovino utile tramandare alle prossime generazioni i canti delle loro stesse antenate? CD e raccolta potranno fungere allora da vero e proprio mezzo di diffusione della cultura immateriale che, pur essendo stata condannata all’estinzione nell’era digitale, ora cerca di appropriarsene e trarne vantaggio per perseguire i suoi propri scopi. Il bello del progetto è che si tratta del frutto di un lavoro di squadra dalle proporzioni massicce. Tanto per cominciare, duecento bambini e trenta educatrici di Pola hanno partecipato ai laboratori di illustrazione della pittrice Sanja Simenunović Bajec. Le migliori illustrazioni sono state fotografate da Paolo Valenti e stampate nella raccolta il cui progetto grafico porta la firma del designer Oleg Morović. Ma la parte più grande del progetto è certamente quella musicale. Gli insegnanti della Scuola di musica si sono impegnati ad arrangiare i temi musicali per farne in alcuni casi dei veri e propri gioielli di orchestrazione. Il coro, i solisti e l’orchestra di archi della “Matetić Ronjgov” hanno eseguito canti e musiche sotto la direzione di Suzana Goldin. Alla fine, i produttori musicali Edi Cukerić e Branko Crnogorčić si sono distinti nella post-produzione e il risultato è davvero notevole: non più semplici ninne nanne ma pezzi d’autore ispirati alla tradizione, nuovi e antichi al tempo stesso. “Dormi mia picia, dormi” è uno dei brani presentati in serata dal coro e dall’orchestra di archi della Scuola di musica: lungi dal ridursi a una comune ninna nanna, nell’elaborazione dei docenti della scuola di musica, la nuova composizione è assurta miracolosamente al rango di un piccolo poema sinfonico.

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