
L’AIG, Agenzia Italiana per la Gioventù – ente pubblico vigilato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri responsabile della promozione della cittadinanza europea, della cittadinanza attiva e della partecipazione dei giovani alla vita sociale e democratica della Nazione e della gestione in Italia dei Programmi europei per i giovani, con particolare ma non esclusivo riferimento ai settori della gioventù e dello sport – ha offerto a una sessantina di giovani da tutta Italia un’occasione autentica di confronto con la storia, affinché la memoria dell’esodo giuliano-dalmata e della tragedia delle foibe – troppo a lungo taciuta e nascosta, come pagine strappate da un libro – non si affievolisca, ma resti patrimonio condiviso e consapevole. “L’AIG ha infatti aderito al Viaggio del Ricordo, un percorso educativo e umano che attraversa i luoghi simbolo dell’esodo, ma che guarda al futuro dell’Europa, alla costruzione di una cittadinanza fondata sul rispetto, sul dialogo e sulla responsabilità condivisa, che permetterà ai 60 giovani protagonisti dell’esperienza – selezionati tramite call pubblica e scelti in base alle loro lettere motivazionali – di portare con sé, una volta fatto ritorno in Italia, non solo il ricordo di ciò che è stato, ma anche la forza di una generazione che vuole conoscere, capire e costruire ponti”. Così Federica Celestini Campanari, presidente dell’Agenzia Italiana per la Gioventù, che dopo le visite di ieri al Sacrario Militare di Redipuglia, alla Foiba di Basovizza, al Magazzino 26 (ex 18) e alla Risiera di San Sabba di Trieste, ha accompagnato i 60 giovani a Pola, dove la comitiva è stata accolta alla Comunità degli Italiani dal Console onorario d’Italia a Pola, Tiziano Sošić, dalla vicepresidente della Regione istriana in quota CNI, Jessica Acquavita, dal vicesindaco di Pola in quota CNI, Vito Paoletić, e dalla presidente dell’Assemblea della CI di Pola e preside della Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri”, Debora Radolović, i quali hanno cercato di spiegare ai tanti giovani presenti la realtà della Comunità Nazionale Italiana.
Ricordare è molto importante
La prima è stata proprio Debora Radolović, ricordando che la CNI è una minoranza nazionale autoctona presente sul territorio da secoli. Il vicesindaco ha, invece, tenuto a sottolineare che la CNI non è un partito politico, ma “un’associazione”, e allo stesso tempo “un modo di vivere, di sentire e di educare le giovani generazioni all’insegna del rispetto, della consapevolezza e della storia del nostro territorio e della collaborazione internazionale, in primis con la Madre Patria, l’Italia”. Tiziano Sošić ha poi aggiunto che “Comunità Nazionale Italiana è un termine utilizzato da sempre da noi italiani di queste terre. Un termine usato anche per evitarne un altro: quello di minoranza”. Il Console onorario ha quindi sottolineato come il termine CNI sia utilizzato non soltanto dai cittadini di nazionalità italiana, bensì dall’intera comunità, ovvero dai cittadini di nazionalità croata e dagli appartenenti ad altre comunità nazionali presenti in Istria. Sošić ha parlato, quindi dell’esodo e delle sue conseguenze, aggiungendo che “ricordare è molto importante, ma che altrettanto importante è anche volgere lo sguardo, l’attenzione al presente e al futuro. Ovviamente, sia il Console onorario che Radolović, Paoletić e Acquavita non hanno potuto fare a meno di spiegare che l’Istria è una Regione bilingue così come altre località istriane, Pola compresa, senza dimenticare, però, di ricordare che il bilinguismo (escluse le località dell’ex Zona B) è stato ripristinato soltanto nel 1991. Una (ri)conquista che, come evidenziato dal Console onorario, è stata possibile grazie alla collaborazione tra la CNI e il resto della popolazione dell’Istria. Ovviamente, agli ospiti è stato detto che pure la politica ha giocato un ruolo fondamentale. Ci ha pensato Jessica Acquavita, aggiungendo che un grande lavoro è stato fatto anche dal partito regionalista locale (DDI), che all’epoca si schierò apertamente contro le politiche nazionaliste dell’allora Governo.

Foto: MARKO MRĐENOVIĆ
Il ruolo delle scuole e della CI
“La battaglia, seppur in modo diverso – ha proseguito la vicepresidente della Regione – continua tutt’oggi. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nonostante il numero di noi italiani sia sempre più piccolo, i nostri diritti non sono affatto diminuiti”. “Anche grazie al nostro rappresentante al Sabor, il polesano on. Furio Radin, che ci è sempre vicino”, ha detto Radolović, che ha quindi illustrato in sintesi l’ordinamento scolastico, la “Dante”, la sua travagliata storia fino alla costruzione e l’inaugurazione della sua nuova e definitiva sede e l’intera verticale scolastica. Ha parlato inoltre delle attività sia della scuola che della Comunità degli Italiani di Pola, i cui compiti sono quelli di mantenere viva la nostra identità, la lingua e la cultura italiane in questi territori. Ripresa la parola e ribadito come la CNI sia parte integrante dell’identità di questo territorio, Jessica Acquavita si è soffermata sulla complessità dell’Istria e della sua interessante e stratificata storia. “Una storia dalla quale, sono convinta, l’Istria sia riuscita a trarre i giusti insegnamenti. Infatti, oggi viviamo in una Regione in cui la CNI è molto presente e attiva. Sono, dunque, contenta che l’Italia abbia istituito iniziative come il Viaggio del Ricordo per far conoscere le vicissitudini del confine orientale e dell’Istria, dove chi ha deciso di rimanere, è riuscito a mantenere viva, con tenacia e caparbietà, la cultura e l’identità italiane, quelle che caratterizzano la CNI”.
La testimonianza dell’identità italiana
Dopo avere ascoltato con interesse e curiosità gli interventi dei “padroni di casa” e ringraziato loro per l’ospitalità e la disponibilità, la presidente dell’AGI ha voluto sottolineare come l’incontro con i rappresentante della CNI sia stato per i giovani partecipanti al Viaggio del Ricordo un’opportunità per avere il quadro completo della storia di queste terre. “Siete la testimonianza dell’identità italiana di questa sponda dell’Adriatico”, è stato il commento di Celestini Campanari, secondo cui “avere l’opportunità di conoscere oggi senza pregiudizi e senza indicazioni quanto accaduto e la vita della CNI, ci rende orgogliosi. Seppur non avendo alcun legame familiare con queste terre, posso comunque dire di sentirmi sia romana, sia italiana, ma anche istriana, fiumana e dalmata. Non è soltanto la vostra storia. È anche la nostra. Mi auguro che questa non sia stata l’unica occasione per incontrarci. Spero ci siano la volontà politica e i fondi per organizzare altre iniziative simili”.
L’Istria è un’oasi felice
La parola è stata, quindi, ceduta ai giovani protagonisti del viaggio. E così, qualcuno ha chiesto quanto sia difficile diffondere oggi tra i ragazzi il senso di appartenenza alla CNI. Altri hanno voluto, invece, sapere se gli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana siano stati oggetto di discriminazione da parte della maggioranza. Altri ancora hanno chiesto informazioni circa l’esistenza di pubblicazioni in dialetto istroveneto. Ovviamente, tutti hanno avuto le risposte. Ad esempio, per quanto riguarda gli eventuali casi di discriminazione su base etnica, tutti i rappresentanti della CNI hanno risposto negativamente. Acquavita ha inoltre aggiunto che, sotto questo punto di vista, l’Istria è un’oasi felice dove il rispetto reciproco e la multiculturalità sono di casa. Per quanto riguarda, invece, la diffusione del senso di appartenenza è stato, invece, spiegato essere un processo difficile, ma tutto sommato spontaneo e naturale.
La visita in Croazia è proseguita con una visita guidata alla città di Pola, mentre oggi la comitiva sarà a Fiume per proseguire poi in direzione della Dalmazia.

Foto: MARKO MRĐENOVIĆ
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