Nasce la Vodovod Pula-Labin. Vantaggi per tutti

Presentata la fusione tra le aziende idriche e fognarie di Pola, Albona e Medolino

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Nasce la Vodovod Pula-Labin. Vantaggi per tutti
Sindaci, dirigenti e assessori di Pola, Albona e Medolino e rappresentanti dell’ente idrico Hrvatske vode. Foto: DARIA DEGHENGHI

Nozze tra le aziende idriche e fognarie di Pola, Albona e Medolino. La maggiore, Vodovod Pula, assorbe le minori Vodovod Labin e Albanež Medulin, dopo aver fagocitato strada facendo anche la polese Pragrande, staccatasi a suo tempo e in via preliminare dall’azienda alla nettezza urbana Pula Herculanea. Tutta questa manovra di scissioni e fusioni aziendali avviene per un motivo molto semplice: lo impongono le leggi nazionali e prima ancora le norme europee in materia di servizio idrico integrato. Per spiegare ai cittadini la manovra i responsabili (sindaci, dirigenti aziendali e assessori) hanno organizzato una conferenta stampa nella sede della Comunità degli Italiani. In parole povere, le reti idriche e fognarie dell’Istria meridionale e orientale si uniscono sotto l’egida di un’unica azienda erogatrice che continuerà a gestire gli investimenti nel potenziamento di entrambi i servizi, per cui il vecchio ordinamento imperniato sulla logica “comunale” decade per lasciare il posto a una responsabilità condivisa.

Niente licenziamenti
Firmato, il giorno 31 marzo 2025 l’atto di fondazione, la nuova azienda si chiamerà Vodovod Pula-Labin, con buona pace di Medolino. Vi sono confluiti i capitali, i beni mobili e immobili, i conti in banca e il personale al completo di tutte e tre le società precedenti. Nessuno dei dipendenti è rimasto senza impiego, anzi, vi sarebbe anche necessità di rinforzare l’organico tanto sono esigenti le opere pubbliche in corso (solo Pola Nord vale 45 milioni di euro). Il direttore Edo Krajcar ha detto tutto affermando: “C’è stato un tempo in cui l’impiego all’acquedotto pubblico era un sogno inarrivabile. Oggi trovare un ingegnere civile disposto ad accettare un posto in azienda è una fatica di Sisifo”. Il sindaco Filip Zoričić ha aggiunto che “non ci sono più i raccomandati di una volta, se mi concedete una riflessione politica: questa pratica è finita quattro anni fa con la mia elezione”.

Da 8 a 15 soci
Una delle conseguenze della manovra è che Pola perde il pacchetto di controllo e si riduce a una posizione di pariteticità con tutti gli altri enti locali del territorio, che prima erano 8 ed ora saranno 15. Sono le disposizioni di legge nazionali ad aver cucito la cosiddetta “zona 24” (polese) con territorio compreso dai seguenti enti locali: Albona, Pola, Dignano, Barbana, Fasana, Chersano, Lisignano, Marzana, Medolino, Pedena, Arsia, Santa Domenica e Sanvincenti. Per questioni di reti diversamente connesse, non rientreranno nella “zona 24” le località singole di Cuccurini, Montovani, Orič, Pedena e Santa Caterina nel Comune di Pedena, ma saranno invece comprese le località di Škopljak e Žlepčari nel Comune di Gallignana e Gologorički Dol (Moncalvo di Sotto) nel Comune di Cerreto. Secondo Krajcar, anche il più piccolo dei comuni serviti avrà voce in capitolo e sarà ascoltato, giustamente.

Nessun pericolo di ingovernabilità
Secondo il vicedirettore dell’ente idrico nazionale Hrvatske vode, Valentin Dujmović, non c’è assolutamente alcun timore di incorrere in situazioni di “ingovernabilità”: “Le reti idriche e fognarie sono un bene comune, non una proprietà di chicchessia: ne siamo proprietari noi tutti in quanto utenti e cittadini. Le reti non possono essere alienate, comprate o vendute in nessun caso. Se l’azienda fallisce, le reti rimangono. Non capisco questo timore che nasce in presenza dalla fusione dei singoli acquedotti circa la proprietà. L’obbligo dell’azienda idrica pubblica è di erogare acqua potabile a tutte le utenze del territorio. Il partito al potere o il fatto che l’azienda sia controllata da tre o quattro sindaci è irrilevante. In secondo luogo non c’è nemmeno il timore di scoprire la beffa di un sindaco alle spalle dell’altro: bollette e tasse riscosse in una località devono essere reinvestite nello stesso luogo o comunque sostenere le spese del personale di quella precisa località e non viaggiare in base a decisione arbitrarie. In questo senso la legge è chiara. Ci possono essere decisioni comuni di anticipare un conto di qua piuttosto che di là, ma non può essere che un sindaco si prenda tutto e lasci scoperti gli altri soggetti del territorio”.

Un’azienda, tre sedi
Fieri i due sindaci di Pola e Medolino, Filip Zoričić e Ivan Kirac, e i due dirigenti “detronizzati” Suzana Racan Stern (Medolino) e Alen Golja (Albona), per essere scesi a patti in meno di un anno. Indistintamente dalle differenze tra le tre amministrazioni locali, nessuno ha messo i bastoni tra le ruote all’iniziativa, i rapporti sono buoni e le basi per il futuro anche migliori. I vantaggi della fusione – lo hanno ripetuto entrambi – sono molteplici e tutti ci guadagnano: l’azienda acquista una stabilità finanziaria superiore e una capacità sensibilmente maggiore di gestire grandi opere pubbliche, mentre le utenze domestiche avranno un servizio nettamente migliore e bollette inferiori in rapporto ai costi di manutenzione del sistema. Medolino è stato l’unico Comune ad avere un’azienda per la gestione del sistema fognario propria, tutte le altre si sono affidate a Pola. L’Albanež col suo capitale e il suo personale, benché piccolo, si unisce all’azienda idrica polese per continuare con gli investimenti nella rete del drenaggio urbano e della depurazione delle acque idriche. Idem per l’acquedotto di Albona che sotto l’egida della nuova azienda contineurà ad amministrare le utenze e le opere pubbliche del territorio. La nuova società avrà tre sedi: una centrale a Pola nella sede storica in via Radić, una ad Albona e una terza di rango inferiore a Medolino. A lungo andare, dopo i due anni di transizione e rodaggio, si potrà ridisegnare l’organico e cominciare a risparmiare sulle spese di amministrazione. In Croazia l’ente idrico gestisce opere pubbliche dell’ordine di 4,4 miliardi di euro. Dujmović insiste che in Istria le autorità locali (regionali) hanno fatto più strada di tutte nel potenziamento delle reti, motivo per cui non vi sono perdite, se non minime, e le infrastrutture sono in buono stato di conservazione. Magari fossero nelle stesse condizioni tutte le altre regioni della Croazia, ha concluso il vicepresidente.

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