Municipio. Gli scenari possibili

Dopo che il sindaco Filip Zoričić, a capo dell’omonima lista indipendente, ha deciso di sciogliere la coalizione con Možemo! ed SDP, quale futuro si prospetta per il funzionamento del Consiglio? Le carte dovrebbero venire scoperte alla prossima seduta

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Municipio. Gli scenari possibili

Dissolta la maggioranza, quale tipo di governabilità resta possibile a Pola e con quale probabilità di durata? Nel liberarsi della zavorra chiamata coalizione di governo, il sindaco Filip Zoričić ha annunciato che avrebbe cercato di amministrare la città per conto proprio, andando a “proporre deliberazioni, idee e progetti in sede consiliare”. Si dovrebbe insomma procedere di sessione in sessione, cercando i favori dei gruppi consiliari argomento dopo argomento. In secondo luogo il sindaco senza maggioranza insiste a non cercare le dimissioni dell’attuale presidente del Consiglio municipale, Dušica Radojčić, anche se quest’ultima ricopre l’incarico proprio in virtù dell’alleanza stipulata col primo cittadino e l’SDP lo scorso anno. Se non dovesse funzionare, sempre stando a Zoričić, ci sarebbero le elezioni anticipate che riguarderebbero esclusivamente il Consiglio non quelle del primo cittadino.

Che cosa dice la legge?

L’indizione di nuove elezioni locali è davvero cosa che dipende dalla sola volontà del sindaco in carica? Niente affatto e a questo punto gli scenari che si prospettano possibili sono diversi. La legge sugli enti locali e regionali prevede addirittura nove ragioni sufficienti per far sciogliere un Consiglio comunale e quindi indire una nuova consultazione elettorale: una deliberazione lesiva della sovranità nazionale o dell’integrità territoriale della Repubblica; la mancata approvazione dello Statuto per ogni nuovo ente locale entro 60 giorni dalla sua fondazione, una deliberazione lesiva della Costituzione o delle leggi della Repubblica; la mancanza duratura del numero legale per la validità delle deliberazioni; un periodo di tre mesi senza deliberazioni; la mancata indizione del referendum in presenza di una richiesta validata da numero sufficiente di firme; la mancata indizione del referendum per la destituzione del sindaco in presenza di richiesta suffragata dal 20 per cento degli elettori; la mancata approvazione del bilancio di previsione e la mancata approvazione del bilancio su disposizione del Tribunale amministrativo supremo. Ora, tutte queste cause per sciogliere un Consiglio municipale sono possibili, ma non anche probabili nel caso in cui si trova attualmente Pola. La sola probabilità verosimile è quella della mancata convocazione per tre mesi e oltre. Siccome l’ultima sessione ordinaria è stata quella del 16 marzo, qualora l’attuale presidente del Consiglio Dušica Radojčić non dovesse convocare l’assise entro il 16 giugno, il governo dovrebbe porre fine all’ingovernabilità dell’ente locale con un decreto di indizione delle elezioni. E a quel punto si ripartirebbe da capo con le carte rimescolate.

Ma perché una presidente del Consiglio municipale dovrebbe decidere di non convocare la seduta dell’organismo per tre mesi di fila? Ebbene in primo luogo per non essere destituita a sua volta. Sta di fatto che la Commissione per le elezioni e le nomine è autorizzata ad avviare il provvedimento di revoca della fiducia al presidente (e ai vicepresidenti) su proposta di soli sette consiglieri. Per Regolamento, il presidente è in obbligo di inserire il dibattito all’ordine del giorno e quindi non può permettersi il lusso di ignorare l’istanza. Inoltre per votare la sfiducia al presidente in carica, è necessaria la maggioranza assoluta dei consiglieri. Ma è uno scenario probabile o solo possibile? Per arrivare a destituire Dušica Radojčić ci vorrebbe una specie di consenso plateale costruito intorno ai vecchi e ai nuovi governanti, che finora non sono mai andati d’accordo, ma può darsi che un nemico comune accenda la scintilla di una fugace concordia tra forze politiche usualmente discordanti. Infatti un tale avvicinamento tra schieramenti rivali potrebbe poi pesare a entrambi e finire per favorire nessun altro che il “terzo escluso”.

Una cosa è certa: tutti sembrano avercela con la Radojčić piuttosto che con Zoričić. I socialdemocratici non lo hanno mai negato e ora si è unito al coro anche il consigliere eletto dalle file della minoranza serba, Milana Rašula. Di certo la Dieta Democratica Istriana non è una fan dell’ex ambientalista, anche perché si sono fatti la guerra per vent’anni suonati. Che dire? Per saperne di più, bisognerà aspettare la prossima convocazione (il sindaco l’ha ipotizzata per il 14 aprile) del Consiglio municipale. Se non succederà tra un paio di settimane, vorrà dire che l’amministrazione comunale sta collassando sul serio.

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