
Frutta, verdura e prodotti dell’alveare al piano elevato; pane, dolci, giornali, latticini e pollame al piano di sotto. A separarli, la differenza in altezza tra il livello inferiore di piazza Re Tomislav e quello superiore di via Tomasini. Così sdoppiato, il mercato di Veruda continuerà a lavorare fino a Capodanno perché sotto, il costruttore De Conte di Albona, sta per piantare nel suolo sei pilastri per fare da supporto a un’elegante tettoia per la protezione dal sole e dalla pioggia di ortolani e di acquirenti. Siamo andati a Veruda a vedere come vanno i lavori, ma in piazza non abbiamo trovato né uomini né mezzi della società appaltatrice. Il “cantiere” è recintato, ma per il resto non si muove una foglia. I lavori sono iniziati il 24 settembre con il trasferimento delle bancarelle in ferro al parcheggio di via Tomasini e la rimozione delle lastre in calcestruzzo della pavimentazione, nove per sei “buchi” perché sono sei i pilastri da piantare affinché possano reggere il peso della nuova copertura. E poi? E poi basta. Da allora il cantiere è fermo. Sarà per il maltempo? I residenti di Veruda e frequentatori assidui dei due bar del mercato sono scettici, guardano e fanno con la mano il cenno dell’indifferenza. Qualcuno dice che niente si è mosso da dieci giorni. “Se vanno avanti alla velocità con la quale hanno incominciato, ne avremo per un anno”.

Foto: DARIA DEGHENGHI
Così vanno le cose intorno ai cantieri: i ritmi lenti delle prime manovre passano spesso per inerzia e chi si aspettava che tutto cambiasse nel giro di pochi giorni viene sempre disilluso. Ma queste sono le chiacchiere che circolano di… sotto. Di sopra, tra le due file di banchi della frutta e della verdura, i commenti sono di tutt’altro contenuto. Anche qui, è vero, ci si lamenta con una certa impazienza che a momenti si trasforma in stizza, ma il discorso è diverso: le ortolane, i fruttivendoli e gli apicoltori dicono che al parcheggio si trovano meglio che in piazza, e anzi affermano che preferirebbero restare lì per sempre. Un momento. Come sarebbe a dire: restare lì? Se il mercato lo stanno attrezzando e ammodernando, vuol dire che deve restare al suo posto. Intanto, ci sono dei piani urbanistici da rispettare e in secondo luogo il progetto e i lavori costeranno un occhio della testa. Mica si mandare a monte 200.000 euro così su due piedi?! I commercianti ribattono: si può cambiare piano, mettere la tettoia di sopra e ampliare il parcheggio di sotto, insomma, invertire le due destinazioni d’uso, tanto non è finita finché non è finita. Questo è quello che pensano gli “sfollati” in via Tomasini ed è curioso come abbiano cambiato opinione nel giro di pochi giorni: prima si lamentavano perché non c’era la tettoia, ed ora che la tettoia arriva solo per loro, si lamentano perché non vogliono più tornare a casa. I gestori dei chioschi la pensano diversamente: si sentono spaesati senza i bancarellisti e non vedono l’ora che ritornino perché il mercato non è più lo stesso.
È proprio vero che è difficile accontentare tutti. Per il resto, con la fine dell’estate il volume degli affari è diminuito per tutti. L’offerta è in calo, la domanda pure, si esce e si resta fuori casa meno di prima. Si spende meno. Piogge e venti sono sempre un fatto d’intralcio. In questo senso, anche il commercio al dettaglio risente della stagionalità del commercio su grande scala. Sia come sia, il ripristino del mercato rinnovato è atteso per il mese di dicembre. Il committente dell’opera è l’azienda Pula usluge i upravljanje (Servizi e amministrazione immobili), nata recentemente dalla fusione di quattro aziende municipalizzate, tra cui appunto quella chiamata a gestire i mercati. Il valore dell’opera è stimato a 200.000 euro e include le spede del progetto architettonico (di Luka Matticchio), i due traslochi, le forniture, la sistemazione della tettoia, il restauro dei banchi e la direzione dei lavori. L’appalto è della società di costruzioni De Conte di Albona, la direzione del cantiere allo studio di progettazione AD Arhitektura i dizajn di Pola.

Foto: DARIA DEGHENGHI

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