Mercato bagnato, mercato fortunato?

La pioggia fa bene all’orto, ma castiga la frutta. Piove, però, anche sui prezzi, che crescono

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Mercato bagnato, mercato fortunato?
Foto: DARIA DEGHENGHI

Verrà il giorno che ci lamenteremo dell’afa e della siccità, ma ora come ora ne abbiamo piene le tasche della pioggia, del vento, dei temporali, del freddo fuori stagione, del fatto che a maggio inoltrato abbiamo ancora la necessità di scaldare casa, indossare le calze grosse e coprirci con la coperta sdraiati sul divano a guardare il film della sera. È tempo… di bel tempo. In compenso gli orti accettano volentieri tutta l’acqua che gli piove addosso. Si vede bene dall’offerta dalla verdura in commercio che l’umidità fa più bene che male alle colture di primavera, specie per gli ortaggi a foglia verde, come spinaci e bietole, radicchio e insalata, cavoli di ogni genere e specie. Difficilmente ne avremmo avuta tanta di verdura se non ci fosse piovuta addosso tutta quest’acqua che innaffia gli orti e risparmia all’uomo mille fatiche. Le cantine sono piene di ogni ben di Dio a cominciare dal cavolo cappuccio e il cavolo verza novelli, che in questo periodo dell’anno hanno tutto un altro sapore, più delicato, si capisce, più dolce, e una consistenza più tenera. I prezzi? Buoni davvero, come la merce in vendita. Un euro per un chilo di cappuccio, un euro e trenta per la verza novella, due euro per il cavolfiore. L’acqua ha fatto crescere bene anche i carciofi, in vendita a un euro il pezzo, e naturalmente continua a far germogliare gli asparagi in vendita a 3, 4, 6 e 8 euro a seconda di quanti ne finiscono nel mitico “mazzetto”, l’unità di misura più discutibile del mondo che tuttavia in piazza del Popolo sopravvive sempre e comunque. Anzi. Oltre agli asparagi, si “misurano” in mazzetti anche le cipolle novelle, gli scalogni, i ravanelli e l’aglio novello. Va da sé che i prezzi non si possono mai paragonare sul serio, perché la quantità del mazzetto in volume e in peso varia di volta in volta come variano i prezzi.

Ancora sui costi. Sono piuttosto elevati quelli del radicchio di primo taglio, che troviamo in vendita a 16 euro e a questo punto conviene fare un po’ di conti perché stiamo parlando di 120 delle vecchie kune, che sono tante. Se memoria non c’inganna, fino allo scorso anno il radicchio era sempre venduto a 40 e 60 kune, secondo il taglio, raggiungendo punte di 80 kune solo in circostanze particolari, ma non ha mai superato le 100 kune. Ora con l’inflazione, la svalutazione della moneta, gli squilibri di mercato e chissà cos’altro, alcuni prezzi hanno preso a volare e non c’è niente che possa tagliargli le ali. Ma anche con la frutta siamo messi piuttosto male, visto che gli agrumi sono finiti da un pezzo e la frutta estiva non ha fatto in tempo a maturare, complici gli sbalzi termici e il sole che si fa attendere oltre misura. A quest’ora l’anno scorso c’erano già le ciliegie e persino i primi cocomeri, quest’anno niente di niente. Ben che vada, si campa di fragole, che costano dai 5 ai 6 euro il chilogrammo. Le mele costano tra l’euro e trenta e l’euro e cinquanta, con punte di due euro per le varietà più richieste. In giro ci sono anche delle pere Williams a 3 euro il chilo, piuttosto mature. Forse troppo. Insomma, la frutta quest’anno scarseggia. In compenso c’è una grande quantità di piantine da trapianto: tantissime varietà di pomodoro dai più piccoli, i ciliegini, ai più grossi, il “cuore di bue”, passando per una miriade di specie e sottospecie di ogni ordine, grandezza e colore. Si vendono a cinquanta e a settanta centesimi, più o meno come le piantine di insalata e cetrioli. Più care, invece, le piantine aromatiche e officinali: basilico, origano, erba cipollina, menta, lavanda, borragine, timo e melissa costano 3 euro, l’elicriso, la salvia e il carciofo vengono 4 euro, la consolida maggiore 6 euro.

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