Mariani, Lussi e Salgari: simboli della lotta operaia

Commemorazione per le vittime del 1947 uccise durante la protesta contro lo smantellamento degli impianti del mulino Sansa

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Mariani, Lussi e Salgari: simboli della lotta operaia
Il vicesindaco Bruno Cergnul depone una corona di fiori ai piedi del monumento. Foto: MARKO MRĐENOVIĆ

Il 3 gennaio 1947, in seguito a uno scontro con la Polizia del governo militare alleato, dopo una manifestazione operaia di protesta promossa dall’Unione antifascista italo-slava per impedire che gli impianti del mulino Sansa venissero smantellati e portati via da Pola, morirono tre manifestanti i cui nomi sono scolpiti sul monumento commemorativo all’entrata dell’attuale “Brionka”. Lino Mariani, Mario Lussi e Antonio Salgari caddero vittime di una rivolta operaia d’ispirazione comunista, soffocata nel sangue dalle forze dell’ordine impegnate a difendere quella che invece era la proprietà privata, pilastro dell’economia capitalista. Uno scontro fra classi e ideologie, dunque, che fece di Mario Lussi, Antonio Salgari e Lino Mariani, un simbolo della lotta operaia. Ieri, come del resto ogni 3 gennaio, a 76 anni esatti dal tragico avvenimento, un nutrito gruppo di antifascisti si è dato appuntamento dinanzi al monumento di via Trieste per rendere omaggio e ricordare le tre vittime della rivolta operaia. Alla cerimonia hanno partecipato non soltanto gli antifascisti, ma anche i familiari delle vittime, il vicesindaco di Pola in quota CNI, Bruno Cergnul e la presidente del Sindacato dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia (SIQD), Marina Cvitić.
“Siamo riuniti per ricordare un tragico evento E in primo luogo le tre persone che hanno avuto il coraggio di sfidare le autorità pur di mantenere il proprio lavoro”, ha detto la sindacalista, la quale ha rilevato che oggi, purtroppo, la classe operaia ha dimenticato che cosa significa lottare per i propri diritti e per la dignità al lavoro. La rappresentante del SIQD si è quindi soffermata sui giovani, che a causa della corruzione dilagante, del nepotismo e degli innumerevoli favoritismi clientelari di ogni tipo presenti in Croazia sono costretti a emigrare all’estero. “Un problema che, come abbiamo visto, ha portato a una carenza di forza lavoro, soprattutto nel settore del turismo”, ha continuato Marina Cvitić, aggiungendo che le aziende croate assumono oggi manodopera straniera, spesso non qualificata, pagandola anche più di quanto avrebbero corrisposto ai giovani costretti a lasciare il Paese.
Il pensiero del vicesindaco Cergnul, il cui pensiero è andato ai familiari di Mariani, che nonostante la grave perdita subita in passato non hanno mai mostrato astio verso nessuno né tantomeno tramandato odio di generazione in generazione. Il vicesindaco ha quindi dichiarato che “abbiamo il dovere e l’obbligo morale di ricordare e tramandare ai giovani la nostra storia”.

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