L’alimentazione sana non è buona, non ha gusto, non sa di niente. Sbagliato. Mangiare sano significa mangiare bene e meglio, e il gusto non solo non manca, ma abbonda. Sono gli eccessi di sale, di zucchero e di grassi insaturi del cibo spazzatura a farci credere che non vi sono altri sapori in circolazione per il semplice fatto che creano abitudine o, peggio, vera e propria dipendenza. Questa è la dannazione di chi deve lottare ogni giorno contro la pubblicità incessante delle industrie alimentari maggiormente quotate nei consumi di massa, e sono gli insegnanti, gli psicologi, i nutrizionisti, gli epidemiologi, i medici di base, i dentisti e i cuochi scolastici. Tuttavia, anche questi specialisti hanno imparato a fare la loro pubblicità. Una pubblicità diversa ma ugualmente tenace che si traduce nelle campagne di sensibilizzazione ai disturbi dell’alimentazione svolte nei luoghi dove si manifestano precocemente prima di esacerbarsi: nella scuola primaria.
Otto anni di prevenzione
La campagna dell’Istituto regionale di salute pubblica e dell’assessorato alle Politiche sociali e giovanili della Città di Pola in cooperazione con le scuole elementari persiste da otto anni e ha già fatto parecchia strada. Ieri ha fatto tappa alla scuola di Monteparadiso con la preside Ana Bačić a fare gli onori di casa. “Abbiamo iniziato nel 2013 – ci ha detto il direttore dell’ente d’igiene e profilassi Aleksandar Stojanović – ma all’epoca lo scopo principale dell’iniziativa era stato quello di attirare il maggior numero di scolari a fare merenda a scuola per evitare che mangiassero fuori. Inizialmente inoltre i nostri sforzi erano focalizzati soprattutto sull’aspetto igienico-sanitario e i sistemi di controllo della qualità nelle mense e dei refettori scolastici, ma un poco alla volta abbiamo allargato gli argomenti e gli obiettivi della campagna che ora può interessarsi anche di questioni per modo di dire secondarie, come i consigli sull’utilizzo degli avanzi in cucina e i suggerimenti per la preparazione di spuntini di qualità da inserire nei menu scolastici in alternanza a quelli tradizionali”.
Obesità infantile preoccupante
L’aspetto più preoccupante di cui si occupano oggigiorno gli epidemiologi è però un aumento considerevole del sovrappeso e dell’obesità dei bambini, anche giovanissimi, cosa che non rientra più nella categoria delle eccezioni ma comincia a passare per norma. L’obesità infantile non è un problema di aspetto anche se può far scattare in seguito la molla di vari altri disturbi alimentari nel periodo adolescenziale, specie se comincia ad abbinarsi a un problema di carente autostima e condizioni familiari poco favorevoli. In primo luogo si tratta di un problema di salute. Nei check-up annuali dei ragazzi in età scolare, la medicina generica segnala ormai di regola un tasso superiore al 20 p. c. di bambini sovrappeso oppure obesi già all’inizio del percorso scolastico, quindi nella prima classe, mentre si arriva a un tasso superiore al 30 p. c. se si prendono in considerazione tutte le fasce d’età della scuola primaria (dai 7 ai 15 anni). E questo vale anche per la Croazia adriatica, che in teoria dovrebbe essere l’erede storica della dieta mediterranea che fa largo uso di olio d’oliva, pesce, frutta e verdura. È chiaro che un bambino sovrappeso su tre è già un’epidemia e non una situazione passeggera, ed è quindi un problema di salute pubblica che riguarda la stessa civiltà e le sue fondamenta.
Le conseguenze dell’obesità
Riassumendo, le cattive abitudini alimentari cominciano in famiglia e poi peggiorano. “Questa nostra campagna serve appunto a correggere gli errori della prima infanzia non solo con l’esempio di un’alimentazione equilibrata nell’età formativa, ma anche con l’esempio della giusta combinazione di ginnastica e alimentazione, perché l’obesità infantile ha le sue conseguenze e di solito anticipa con certezza le malattie croniche non infettive della maturità”, ribadisce Stojanović per dire che il peso forma in gioventù non serve a essere belli a ma essere sani e a vivere meglio e più a lungo negli anni che verranno.
Merendine senza zucchero
Tornando alla campagna di ieri mattina bisogna dire che l’iniziativa ha portato la maggior parte dei cuochi delle scuole polesi alla mensa scolastica dell’elementare di Monteparadiso, dove il personale addetto alla preparazione dei pasti scolastici ha ascoltato la lezione delle nutrizioniste dell’Istituto regionale di salute pubblica sull’uso degli avanzi della frutta in cucina e sugli spuntini senza o con pochi grassi e zuccheri. Il risultato di questo convegno sui generis? Una tavolata piena di deliziosi dolcetti, di barrette energetiche, di frappè, di spuntini e di stuzzichini dall’apporto nutritivo perfetto e dal gusto impeccabile. Per ridurre lo zucchero il personale della mensa ha fatto largo uso di mele, banane, farina di cocco, cereali, frutta secca e miele.
Dal magnesio al manganese
Il volantino dell’Istituto spiega anche perché è importante mangiare la frutta di stagione, e cioè perché non ha senso mangiare il pomodoro in inverno e le arance in estate, che cosa sono il magnesio, il manganese e il potassio, perché sono importanti per l’organismo e non si trovano nei cibi spazzatura del fast food. L’assessora Ivana Sokolov ha invitato i ragazzi a godersi la tavolata, sollecitandoli a fare colazione e a mangiare frutta ogni giorno, in pratica, a seguire l’insegnamento dei grandi che hanno imparato la lezione a proprie spese. Bisogna dire che gli spuntini serviti erano tutti eccezionali. I ragazzi hanno anche partecipato a un sondaggio i cui risultati saranno in seguito analizzati e utilizzati per inserire le nuove proposte più gradite nei menu scolastici.
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