Mancano i turisti ma gli sportelli bancomat sono sempre presenti

Anche se la Sovrintendenza dichiara che a eccezione di due tutti gli altri sono illegali, continuano a regnare sulle facciate del centrocittà

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Mancano i turisti ma gli sportelli bancomat sono sempre presenti

Il bancomat non è funzionante”, “Il bancomat non contiene banconote”, “Il bancomat è fuori uso” oppure “fuori servizio per problemi tecnici”: sono “letture d’obbligo” offerte a chi passeggia per il centrocittà, per la periferia e perfino nelle zone rivierasche e balneari, perché questi sportelli automatici avevano raggiunto anche quelle, spinti dall’euforia degli sbarchi turistici. Banche, casse di risparmio e di credito, agenzie finanziarie avevano fiutato l’avvento dei grandi affari. Ora che tutto è franato, gettano imprecazioni contro la piaga coronavirus, ma è fiato inutile. Il danno non è soltanto loro, ma di tutta la città e dei suoi cittadini costretti a tenersi le facciate tappezzate da minischermi quadrangolari murati senza criterio. Che fare con cotanto “patrimonio” da street banking, rimasto inutilizzato?

 

 

Sentenza senza… pena
Negli ultimi cinque anni, periodo di massima moltiplicazione delle macchinette self service sforna denaro, l’Ufficio ministeriale di sovrintendenza del patrimonio storico aveva visto pervenire “persino” delle richieste in attesa di permesso per l’allestimento dei bancomat in zona storica. Complessivamente, due… A parte questi, gli addetti alla conservazione dichiarano a chiare lettere che tutti gli altri bancomat conficcati sulle facciate del centrocittà sono illegali. Stupirsi è poco. Anche perché, il medesimo ufficio si limita a sentenziare, ma non ha mai dimostrato potere esecutivo, distribuito divieti, multe, ordinato smantellamenti e rimozioni per salvare la faccia e le facciate di Pola. Le speranze di vedere in atto un po’ di piazza pulita e di rivincita contro lo strapotere degli istituti bancari erano risorte l’autunno scorso.

Il tariffario della Città
La Città aveva fatto spuntare la tassa sul bancomat. L’obbligo dei versamenti fiscali non era stato introdotto soltanto per i distributori collocati sulle facciate degli edifici pubblici, ma anche dei caseggiati privati. Gli addetti all’amministrazione pubblica hanno in mano il loro bravo tariffario: 1.000 kune al mese per ogni macchinetta fornitrice di contanti sistemati in zone altamente frequentate, 700 kune per i distributori ubicati in punti meno trafficati, 500 kune rispettivamente 300, per quelli disponibili in zone meno nevralgiche, definite di seconda e di terza categoria. Il minimo delle aspettative sarebbe stato quello di vedere incassare qualche contributo aggiuntivo per la cassa pubblica, ma l’inghippo sta nel fatto che la Città ha introdotto i tributi a danno compiuto, appena dopo la diffusione incontrollata dei bancomat. Altrimenti detto, l’imposizione riguarda soltanto i bancomat di nuova e futura collocazione.

«Tax free» per tutti
Le centinaia di erogatori già piazzati durante il raptus “riproduttivo”, generato dall’invasione turistica pre-Covid, restano privilegiati dall’esonero del fisco. Tax free per tutti. Libertà assoluta soprattutto per gli ormai famosi erogatori di contanti ATM, spuntati più che i funghi, diffondendosi anche a distanze di poche decine di metri uno dall’altro. Era stata una crescita favorita dalla diminuzione degli sportelli bancari (due quelli chiusi nella centralissima via Sergia, un altro in via Flanatica) dopo il crollo del Cantiere navale. E ora che manca pure la quota degli utenti stranieri, si spegne anche la maggior parte dei distributori (via Kandler, via Sergia, Porta Stovagnaga, via Flanatica, nella zona del mercato, in Riva ecc.ecc.), lasciando campo libero ai prelievi di contanti soltanto in determinati punti più movimentati.

Toh, uno è stato rimosso
A voler trarre delle conclusioni, si deduce che la Sovrintendenza ministeriale di cui sopra e la Città non hanno ancora avviato un bel repulisti per queste ingombranti presenze, che deturpano tanti edifici, anche di storica data. E mentre stanno solo a guardare, il calmiere all’ingombro arriva dagli stessi istituti bancari. Visto che non c’è clientela che infila euro in cambio di kune, qualcuno ha smantellato. Un bancomat ha liberato via Kandler dalla propria presenza. E un passante ha commentato: “Se anche i finanzieri sanno che il turismo andrà a vuoto, allora sono davvero guai“. D’altra parte, nella medesima via, a livello di terrazzo-bar è spuntato un nuovo dispositivo self service, indipendente (non murato su facciata). Segnale che il settore della finanza, è comunque a prova di Covid, perfettamente in grado di aspettare la fine della crisi epidemico-sanitaria per tornare tosto alla riscossa. Con o senza licenza di chi di di dovere.

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