Magistratura e politica: le memorie di un avvocato

Notevole interesse alla Comunità degli Italiani di Pola per la presentazione del libro di Rudolf Frančula, già procuratore di Stato e giudice della Corte suprema

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Magistratura e politica: le memorie di un avvocato
Milan Rakovac, Anto Nobilo, Rudolf Frančula e Aldo Radolović. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Capita a fagiolo la pubblicazione del libro “Un istriano nel vortice della magistratura e della politica” a firma di Rudolf Frančula, autorevole avvocato di Pola, già procuratore di Stato (l’ultimo della RS di Croazia) e giudice della Corte suprema della Repubblica di Croazia. A parte le inquadrature dei trascorsi storici, la lectio magistralis racchiusa nelle pagine di questo volume sembra offrire una bella proiezione sull’attuale magistratura croata, che vive oggi una crisi profonda di legittimazione fino a offuscare il ruolo della giurisdizione quale dimensione essenziale. Con tanti ferrei legami tra politica e Tribunale, è ben noto che la magistratura non è salita esattamente a dei vertici di consenso e di popolarità, ma si è guadagnata la perdita odierna di credibilità. Gli antefatti di tutto ciò sono diventati tra l’altro argomento di presentazione ieri alla Comunità degli Italiani di Pola, in occasione della promozione del libro di Frančula, che ha visto la sala spettacoli straripare di gente, tra cui autorità della politica, dell’amministrazione pubblica regionale, giudici, esperti legali, avvocati celebri a livello nazionale. Tutti ben disposti ad ascoltare l’intervento di Anto Nobilo, l’allocuzione di Aldo Radolović, professore della Facoltà di giurisprudenza di Fiume, già giudice e presidente del Tribunale di Pola e vicepresidente della Corte costituzionale.

Memorie autobiografiche
La conversazione che ha visto nelle vesti di moderatore lo scrittore e pubblicista Milan Rakovac, autore della prefazione del libro, affiancata alla recensione di Anto Nobilo, è stata un invito a leggere per insegnare a chi di mestiere la svolta da intraprendere nell’attuale mondo burocratizzato e politicizzato della magistratura. Come sentito nell’occasione, l’opera rappresenta “un’attendibile raccolta di avvenimenti e trascorsi storici”, una raccolta di “memorie autobiografiche”, di “testimonianze preziose attinte da documentazioni, verbali, fatti e situazioni legati a mezzo secolo di lavoro nel campo della magistratura risalenti agli ultimo periodo dell’ex Jugoslavia fino ai primi decenni della Croazia”. Secondo Nobilo è il “periodo chiave per capire l’attuale crisi della magistratura”. Mentre nella prima parte dominano i temi della procura e della Corte suprema (l’attentato a Franjo Tuđman, il procedimento penale contro Artuković, l’assassinio della famiglia Zec), nella seconda compaiono i casi affrontati dallo studio legale di Frančula, l’Istria, gli istriani (il rifiuto di ospitare i concerti di Thompson in Arena, il premio letterario Kiklop contestato a Nives Celzjus e altro).

Professionalità in primo piano
Cos’è andato storto? E perché gli 80-90 sono da considerarsi gli anni d’oro per i Tribunali croati? Perché, stando almeno alle tesi sentite, i procedimenti e i dibattimenti processuali avevano un corso continuato, la professionalità era in primo piano, prima che il “magnum crimen” a firma Accadizeta non aveva cambiato la legislatura e istituito un nuovo consiglio giudiziario per la nomina di giudici secondo i criteri dell’appartenenza partitica. Un sessantina di giudici furono revocati da questa “purga”, provocando il vuoto generazionale e aprendo le porte al clientelismo e all’appartenenza ai clan elitari. Mettendo le mani avanti, Aldo Radolović, ha specificato che il libro non rappresenta una glorificazione del socialismo perduto, quanto una descrizione responsabile e argomentata di quegli aspetti positivi che la magistratura e la società intera non sono riusciti a conservare intatti fino ad oggi. Emozione e gratitudine esternate alla fine dallo stesso autore, che parlando dei propri scritti e annotazioni collezionati durante la sua lunghissima carriera di magistrato, ha offerto un sunto di esperienze personali e istriane. “Il volume non è soltanto un’inquadratura del periodo trascorso negli ambienti della magistratura, ma affronta anche altri argomenti legati all’esperienza extra Tribunale”, ha detto tra l’altro l’autore del libro.

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