
C’è ancora un manipolo di audaci che non ha affatto perso la speranza di fermare la cementificazione del Lungomare. Si tratta degli attivisti dell’omonima iniziativa civica che, per nulla sconfortati dall’esito del referendum dello scorso ottobre e per nulla intimoriti dalle denunce nei loro confronti, sono tornati alla carica. Questa volta presentando alla stampa alcune novità importanti circa i processi di privatizzazione che hanno trasferito in mani private gran parte del Lungomare. Ad illustrarle è stato Aleksej Orel, uno dei rappresentanti più in vista dell’iniziativa. Affiancato da Boris Stermotić, Danijela Lamot e Ivana Natasa Turković, Orel ha ricordato che lo scorso 26 luglio, dopo un attento e approfondito studio di tutta la documentazione disponibile, l’iniziativa civica ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica. “Dopodiché – ha proseguito l’attivista – su proposta della Repubblica di Croazia, lo scorso 17 gennaio è stato avviato un procedimento di riconciliazione per la restituzione allo Stato di alcuni terreni oggi in mano della società Hotel Valkane”. Orel ha quindi spiegato trattarsi di 13 terreni boschivi dell’area di Lungomare la cui superficie complessiva supera gli 80.200 metri quadrati. Inoltre, a detta dell’attivista, pare che la Repubblica di Croazia abbia tutta l’intenzione di rientrare in possesso anche di altri terreni a Pomer e a Valbonasa privatizzati e passati poi nella mani delle stesse società (prima fra tutte l’Istra Cement) che hanno privatizzato, illegalmente secondo i vertici dell’iniziativa civica, le aree contese del Lungomare. Aree della quale è esclusa la particella catastale che ospita il depuratore di Valcane, che, stano a Orel, resta comunque una superficie sulla cui proprietà sarebbe bene indagare.
I terreni ricreativo-sportivi
L’attivista ha dichiarato pure che una particolare attenzione andrebbe riservata ai terreni che oggi ospitano il Centro sportivo-ricreativo di Valcane sul quale dovrebbe essere costruito un hotel. “Abbiamo tutti gli elementi per ritenere che anche in questo caso la privatizzazione dei terreni presenti elementi alquanto dubbi”, ha commentato Orel, aggiungendo che proprio per questo motivo il campo di calcio principale oggi di proprietà della Hotel Valkane potrebbe essere restituito alla Città di Pola. “Per questo motivo invitiamo il sindaco e l’amministrazione cittadina a sospendere l’attuale Piano urbanistico Lungomare e di attendere che sull’intera vicenda sia fatta luce prima di procedere con l’ampliamento del campo ausiliario. L’iniziativa civica ha inoltre chiesto e ottenuto dai vertici cittadini il permesso di consultare gli archivi della Città di Pola e tutti i documenti riguardanti la privatizzazione dell’area del Centro sportivo di Valcane.
Rispetto delle norme
La risposta della diretta interessata, la società Hotel Valkane, non si è fatta attendere. Con un comunicato stampa, Zoran Kostić, project manager del futuro albergo di lusso, ha infatti subito smentito Orel, dicendo che nel 2015 la Hotel Vakane ha acquistato e pagato i terreni di Lungomare nel pieno rispetto delle normative e dei piani urbanistici vigenti al momento dell’acquisto. “L’unica conclusione che possiamo trarre sulla base delle parole dei rappresentanti dell’iniziativa civica è che, purtroppo, ad alcune persone è impossibile spiegare e illustrare i fatti”, continua Kostić, che per quanto riguarda le accuse di presunta “privatizzazione illegale” dice come in base della documentazione disponibile questa risulta essere stata effettuata nel rispetto delle regole e delle leggi. A conferma di quanto detto, il project manager sostiene che l’impianto per la produzione di cemento citata da Orel e soci è entrata in possesso dei terreni al Lungomare agli inizi del XX secolo. Dato questo che secondo Kostić sarebbe confermato da alcuni documenti ufficiali del 1934 e del 1941. Il responsabile della Hotel Valkane sottolinea inoltre il fatto che né la Repubblica di Croazia né la Regione istriana e la Città di Pola abbiano mai espresso dubbi circa il processo di privatizzazione portato avanti dalla Fabbrica di cemento. “Il signor Orel non sa o fa finta di non sapere che tutte le verifiche e le revisioni sulle privatizzazioni sono stati ultimati il 30 settembre 2006. “È assurdo, dunque, che nel 2023 qualcuno parli di nazionalizzazione di proprietà privata nell’ambito del nostro progetto usando termini come crimine”. Così Kostić, secondo cui quanto dichiarato dall’attivista circa la possibilità che la Città di Pola entri in possesso dei terreni del Centro sportivo-ricreativo di Valcane sarebbe soltanto l’ennesima bugia dei vertici dell’iniziativa civica, il cui obiettivo sarebbe quello di confondere i cittadini e occupare lo spazio mediatico anche dopo avere subito una sonora sconfitta al referendum.
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