Lorena Boljunčić a spada tratta contro la Calucem

La candidata indipendente a sindaco critica l’operato del cementificio polese

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Lorena Boljunčić a spada tratta contro la Calucem
Lorena Boljunčić. Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

La candidata indipendente a sindaco della città di Pola, Lorena Boljunčić ha incontrato ieri la stampa per parlare del problema chiamato Fabbrica cementi Calucem. “Mentre le formazioni politiche sono piene di candidati che cambiano squadra, promettono posti di lavoro e benefici per i lobby dell’edilizia, i problemi reali della città rimangono irrisolti”, ha detto citando appunto la gestione della Calucem. Lorena Boljunčić ha denunciato apertamente il cementificio Calucem di Pola e l’amministrazione cittadina, che da quattro anni ignora i problemi ambientali e umani della fabbrica; “Il lavoro va bene, ma non a scapito della salute”, ha detto la candidata a sindaco.
Come ha sottolineato, nel 2021 il cementificio è stato acquisito dal gruppo spagnolo Molins, un colosso europeo che nel suo stabilimento vicino a Barcellona opera secondo rigide norme ambientali, mentre a Pola vengono applicati standard diversi. Le ciminiere emettono più del dovuto, le misurazioni sono superficiali e l’autorizzazione ambientale non è ancora stata modificata e non tutela la salute dei cittadini.
“La legge dispone di usare la migliore tecnologia disponibile. Ma qui, ciò che viene utilizzato è quello che fa risparmiare di più – ha detto Boljunčić –. La transizione dal carbone al gas non è ancora avvenuta, nonostante siano previsti fondi europei a tal fine. Le misurazioni non vengono effettuate sulla ciminiera più attivo, né sono continue. In fabbrica regna il caos, il direttore si è dimesso, gli operai se ne vanno, i rapporti interpersonali si stanno deteriorando. Perché il direttore spagnolo Juan Martinez non si presenta agli incontri con la Città? Che cosa è successo con le promesse fatte a tavolino? Ora che il direttore del cementificio locale di Pola si è dimesso, chi le manterrà? ha chiesto Lorena Boljunčić, la quale ha anche proposto la ricetta per risolvere il problema.
“Serve una modifica urgente dell’autorizzazione ambientale con standard europei reali, servono misurazioni continue su tutti le ciminiere, incluso il cosiddetto ‘forno grande’. Inoltre servono una comunicazione diretta con i vertici dell’azienda in Spagna e delle pressioni a livello di Unione europea. Vanno inoltre regolati con un contratto i rapporti tra la società Molins e la Città di Pola. Pola non è una città del terzo mondo. E non sarà più il parco giochi di nessuno. È ora che qualcuno dica basta”, ha concluso Boljunčić aggiungendo che Pola non deve più essere una città di taciti accordi e di ciminiere che avvelenano in silenzio, bensì una città in cui le persone, l’ambiente e la dignità della vita siano protetti in modo chiaro e forte.

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