L’ex Marina apre alla scienza

Il restauro dell’ex ospedale di Veruda dovrebbe iniziare a breve e concludersi nell’arco di 12 mesi. A lavori completati gli studenti delle discipline umanistiche e naturali beneficeranno di sedi adeguate. Le cattedre potranno intanto pianificare lo sviluppo futuro

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L’ex Marina apre alla scienza
L’imponente struttura sarà ora gestita dall’Università “Juraj Dobrila”. Foto: SRECKO NIKETIC/PIXSELL

L’Università di Pola guarda al futuro con ottimismo e a ragione: in poco più di un decennio ha costruito un campus a partire dalle strutture abbandonate dell’Ospedale generale sul colle San Michele e ora si prepara fare altrettanto, se non di più, con l’ex ospedale della Marina a Veruda. Dall’idea al progetto tangibile sono passati cinque anni. Con un atto formale del 2017 la Regione aveva ceduto alla “Juraj Dobrila” il diritto di superficie sull’ex complesso ospedaliero entro i confini catastali del medesimo per una durata di cinquant’anni. Da allora a oggi procede in tutta la sua complessità la pianificazione dell’opera e la distribuzione degli spazi in dotazione tra le varie facoltà e i dipartimenti che fanno capo all’Ateneo.

Scelti gli appaltatori
Ora si passa dalle parole ai fatti, dai preparativi all’opera in quanto tale. L’appalto è stato assegnato a un consorzio di imprese edili costituito dal dall’azienda serba Modulor Beograd e dalla sua filiale croata con sede a Zagabria Modulor Constructions, mentre la direzione dei lavori è stata affidata al consorzio di società ZEM nadzor, ECO PROJEKT e ZIV-TICA. Il costo dell’opera ammonta a 45.029.681,84 kune (5.976.465,84 euro) con l’esclusione dell’IVA ovvero 56.287.102,30 kune (7.470.582,29 euro) IVA inclusa, di cui l’Unione Europea si fa carico dell’importo di 47.529.125,37 kune (6.308.199,00 euro), mentre la rimanenza andrà a gravare sul bilancio del ministero della Scienza e dell’Istruzione, quindi sull’erario. Il contratto d’appalto prevede l’obbligo per i costruttori un termine di 12 mesi ossia la consegna del cantiere entro la fine del 2023, sempre che si cominci a costruire per tempo, come pianificato, immediatamente dopo Capodanno.

Recupero totale in un anno
Grazie a un’integrazione delle due tappe iniziali del progetto e l’inserimento dello stesso nel meccanismo di Investimenti integrati (ITU), il recupero della vecchia struttura ospedaliera sarà totale nel giro di un anno, e riguarderà dunque tutti e 10.500 i metri quadrati di superficie disposti su tre livelli (pianterreno, primo piano e secondo piano) del vecchio ospedale, mentre inizialmente l’opera era stata disgiunta e articolata in due fasi distinte da 4.260 m2 e da 6.240 m2. Il quadro finanziario europeo pluriennale di Recupero e resilienza 2021-2027, e il meccanismo d’integrazione territoriale ITU hanno permesso una maggiorazione dei finanziamenti e quindi la possibilità di avviare e terminare il restauro totale nell’arco di un anno. In questo senso, l’Università con le spalle coperte dalla Città di Pola e dalla Regione ha dimostrato uno spirito d’intraprendenza invidiabile, che ora si traduce in risultati concreti.

Crescono le ambizioni formative
Piuttosto, chi avrà il diritto di trasferimento all’ex “Marina”? A quanto sembra sono pronte a fare le valigie tutte le scienze naturali e parte delle discipline umanistiche finora alloggiate in via Ronjgov (anche perché la sede delle Facoltà di lettere e filosofia, di Scienze della Formazione e dell’Accademia di musica è oggetto a sua volta di restauro). Le cattedre delle scienze naturali in particolare si sono arrangiate anche finora con contratti di locazione a altre soluzioni precarie. Col restauro del vecchio ospedale di Veruda – un investimento brownfield per definizione – crescono anche le ambizioni formative dell’Ateneo, che ora può pianificare con più tranquillità il futuro della suo assetto organizzativo. Stando a quanto affermano le autorità universitarie, l’Ateneo polese è “giovane e in rapida espansione”, con due o tre corsi di laurea accreditati all’anno in aggiunta a quelli storici. Col trasferimento a Veruda, il numero degli studenti potrebbe raddoppiare sul lungo termine, perché le strategie di crescita mirano a “trattenere in città studenti e cervelli in fuga all’estero con corsi di laurea di pari valore a quelli stranieri che normalmente assorbono il potenziale accademico locale”. In altre parole, l’Università lotta contro tutta una serie di fenomeni demografici attualmente poco favorevoli sia per l’Istria che per la Croazia.

Gli altri interventi previsti
L’attuale disponibilità (carenza) di spazi è stata un fattore d’intralcio alle politiche di espansione e crescita. Tanto per citare un esempio, vi sono casi in cui tre Facoltà diverse per affinità di argomento e interessi condividono uno stesso edificio in partenza insufficiente per ciascuna e figurarsi per tutte e tre insieme. In secondo luogo Dipartimenti e Facoltà di recente fondazione si trovano generalmente dislocate in aule prese in affitto da terzi. Inutile dire che il nuovo polo universitario di Veruda risolve tutti i problemi iniziali di spazio e apre le porte ad un nuovo ciclo di sviluppo e di potenziamento dell’offerta formativa. Dopo il restauro del vecchio ospedale, inizierà infatti un secondo ciclo di investimenti a favore della Biblioteca universitaria, della mensa e della Casa dello studente (visto che le strutture attualmente in uso sono già esaurite): inutile dire che complesso dell’ex Ospedale di Veruda ha spazio a sufficienza anche per questo ulteriore ciclo di crescita.

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