L’estate di San Martino continua fino a… Natale

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L’estate di San Martino continua fino a… Natale

L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochinino, dice un vecchio proverbio italiano che ormai non fa più testo. Se un tempo i giorni di tepore tardivo in novembre erano sporadici, un lusso meteorologico per così dire, oggi sono numerosi per azione del surriscaldamento globale. Ormai l’estate di San Martino non è più l’eccezione ma la regola. Ci guardiamo intorno (sudando sotto un soprabito foderato) e notiamo che la natura risponde alla giostra del tempo nel solo modo che le compete: sbocciando, fiorendo, rinnovando la germinazione e perpetuando la vegetazione quando ormai dovrebbe essere in stato di quiescenza. I roseti sono nuovamente in fiore, gli arbusti pieni di gemme, le conifere stracolme di coni vegetativi, gli insetti tutti in circolazione. Sciami di moscerini, zanzare e mosche ronzano nell’aria come se fossimo in primavera. I ragni fanno la rete e cacciano le prede. I ragazzi giocano a pallone in maglietta e pantaloncini. L’autunno in città nell’era dell’effetto serra antropico è più mite della tarda primavera. L’unico indizio dell’imminente inverno sono il tramonto precoce e la caudata delle foglie. C’era un tempo la regola di vestire il cappotto a partire dalle feste di Ognissanti e dei Defunti. Era poco ma sicuro che il freddo sarebbe arrivato il primo di novembre. Ora non più. Si volta pagina nel calendario ma non si cambia vestiario. L’estate di San Martino continua fino a Natale.

Un ragno fuori dal buco nel porto

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