La Riva polese si allunga sempre più a settentrione

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La Riva polese si allunga sempre più a settentrione

Un passo alla volta, è proprio il caso di usare l’espressione. In questi giorni l’autorità portuale sta portando a termine un altro minuscolo tassello di quel complesso mosaico che sono le opere portuali a nord da Molo Fiume in direzione di Vallelunga. Si tratta di costruire una specie di aiuola, un’area verde triangolare che unisce (o divide) il molo della Dogana dalla banchina in costruzione lungo la ferrovia e la strada costiera che collega il centro città con le zone settentrionali abitate di Montegrande, Padul, Cappelleri eccetera. Si tratta di procedere con le operazioni di lastricatura dell’altra metà di banchina costruita due anni fa, operazioni rimaste in sospeso per evitare eventuali danni al lastricato in condizioni di lavori ancora in corso, visto che le maestranze edili ingaggiate nella costruzione delle infrastrutture portuali di Vallelunga si sono ancora trattenute nelle vicinanze per realizzare la cosiddetta banchina “allargata”.

Ristorazione in primis

Ed è appunto questa nuovissima area portuale che chiamiamo “allargata” (perché sporgente rispetto il resto della costa di una buona trentina di metri) che nei prossimi anni sarà oggetto di una delle maggiori opere di riqualificazione urbana nel centrocittà giacché dovrebbe accogliere la bellezza di quattro edifici a due livelli e a pianta quadrata, che cambieranno non poco la visuale del porto, si spera in meglio. L’idea non è nuova, ma siccome i tempi della realizzazione corrono lentissimi, di tanto in tanto il direttore dell’autorità portuale di Pola, Donald de Gravisi, incalzato dal cronista di turno, si trova costretto a ripetere le “solite cose” con parole nuove: “Effettivamente abbiamo in piano di costruire quattro edifici ex novo, e il primo della serie è già a un passo dal bando, nel senso che daremo l’area in concessione per un periodo di vent’anni. La migliore offerta decreterà la scelta del concessionario, fermo restando che si dovrà trattare di servizi di ristorazione e non di attività d’altro genere. Il pianterreno della nuova costruzione sarà adibito a bar e il livello superiore a ristorante”, ha concluso de Gravisi.

Il futuro urbanistico dell’area

Da non credere tuttavia che si possa arrivare al dunque nel giro di un amen: intanto continuano i lavori di assetto delle aree costiere a uso pubblico, poi bisognerà attendere il 2019 per promuovere e condurre a buon fine il concorso per le concessioni demaniali e infine occorrerà attendere il 2020 per avere anche solo la speranza di ammirare lo stabile bello e costruito. Da lì in avanti la strada sarà spianata e si continuerà ad edificare “in serie”: il secondo dei quattro edifici fungerà da sede per le due massime autorità portuali e marittime (la Capitaneria di Porto e la Port Authority di de Gravisi, che attualmente dispongono di sedi precarie e completamente insufficienti in Riva e zona Molo Carbone), il terzo è ancora senza
una destinazione d’uso anche solo ipotetica, mentre il quarto andrà al Circolo di canottaggio che vuole sloggiare dalla sede storica in Riva presso l’albergo Riviera. Queste sono insomma le linee generali del futuro urbanistico di un’area che fino a pochi anni (fino alla costruzione della strada costiera che congiunge il centro con Montegrande) risultava completamente selvaggia e frequentata esclusivamente da imbarcazioni di più minuta taglia, battane e compagnia bella.

Nuove risorse

Allargata la costa, ricostruito il Molo Fiume, dragati i fondali e costruita ex novo la banchina che costeggia la ferrovia, la zona settentrionale del porto di Pola guarda al futuro con la speranza di ricavarne nuove risorse, nuovi vantaggi e soprattutto nuovi ricavi, specie nell’ottica delle necessità di assicurare più attracchi per navi da crociera di media grandezza che già adesso chiedono di approdare con frequenza sempre maggiore da maggio a ottobre. Le idee dunque non mancano, non manca nemmeno il tempo, anzi ne stiamo sprecando un sacco perché si tratta di opere complesse dal punto di vista geotecnico e quindi costose perché le fondamenta si fanno sempre e solo in mare. I lavori attualmente in corso valgono la bellezza di 3,9 milioni di kune e si tratta solo di lastricare una banchina e decorare con vegetali alcune aree verdi. Per continuare le costruzioni in direzione di Vallelunga ci vorranno altri investimenti milionari che l’autorità portuale attinge (molto lentamente) ora dal ministero del Mare, ora dai suoi propri, modesti ricavi.

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