La riconoscenza è la cosa più bella

Abbiamo parlato con Ivica Rojnić, comandante dell’Unità dei Vigili del fuoco dal 2019 con il quale abbiamo affrontato diversi temi che riguardano sia la professione del pompiere che l’equipaggiamento di cui dispone il corpo polese per combattere in primo luogo gli incendi

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La riconoscenza è la cosa più bella

Per i Vigili del fuoco non è mai tempo di stare fermi. O ci sono gli interventi da effettuare che si distinguono a seconda della stagione delle piogge o degli incendi, oppure bisogna mantenersi in forma in vista dei mesi più difficili. Di come si stia preparando l’Unità dei pompieri di Pola abbiamo parlato con Ivica Rojnić che nel 2019 ha assunto il ruolo di comandante dei Vigili del fuoco professionisti dopo il suo predecessore Klaudio Karlović. L’Unità dei Vigili del fuoco professionisti di Pola ha una tradizione lunghissima tanto che è stata formata nel lontano 1878, ossia al tempo dell’Impero Austro-ungarico. Attualmente copre il territorio di due Città, quelle di Pola e Dignano, nonché di 6 Comuni, Medolino, Lisignano, Marzana, Barbana, Sanvincenti e Fasana. Con Ivica Rojnić abbiamo parlato sia della professione che del grado d’equipaggiamento dell’Unità polese.

Quand’è nata la sua passione per questa quanto difficile tanto gratificante professione?

Ci sarà stato forse lo zampino dei geni ereditati da mio padre Zlatko, diventato pompiere agli inizi degli anni Settanta. Dopo avere terminato la Scuola media ho frequentato la Scuola per la formazione dei Vigili del fuoco a Zagabria, per poi accedere nella nostra Unità dei pompieri. Infine dopo la promozione di Karlović a vicecomandante dei Vigili del fuoco della Regione istriana, ho partecipato al concorso e sono stato scelto in qualità di comandante di quest’Unità.

Su quanti Vigili del fuoco e su quale parco macchine può fare affidamento l’Unità?

Al momento contiamo 66 Vigili del fuoco operativi. Quotidianamente si lavora in quattro turni, ciascuno con una quindicina di pompieri. Va rilevato che a capo di ogni turno c’è un comandante superiore, che a seconda della gravità degli episodi nei quali si deve intervenire decide quanti uomini mettere in campo. Allo stesso tempo si cerca sempre di far rimanere in caserma qualche pompiere per formare un gruppo che possa intervenire in qualunque circostanza. Ovviamente, possiamo sempre fare affidamento sui Vigili del fuoco volontari, che sono arruorabili 24 ore al giorno. Attualmente abbiamo a disposizione 13 autobotti, quattro veicoli per il trasporto dei pompieri, nonché un furgone. A questi vanno aggiunte due jeep. Va rilevato senz’altro che il parco macchine viene costantemente rinnovato e grazie al mutuo ottenuto l’anno scorso siamo entrati in possesso di tre nuovi veicoli, un off road, un’autobotte nonché un camion dei pompieri con scala. Quest’ultimo è per noi una new entry assoluta in quanto finora non ne eravamo dotati: la scala di cui è dotato può venire elevata fino a 45 metri d’altezza.

Dunque se abbiamo capito bene l’Unità è ben attrezzata sia in quanto a uomini che a mezzi?

Direi proprio di sì. Grazie alle forze in campo e ai veicoli siamo sicuramente oltre la media in Croazia. Ciò ci permette di intervenire in qualunque località della penisola, ma anche nel resto della Croazia e all’estero.

Che cosa dicono i numeri? Com’è stato il 2021?

Rispetto all’anno precedente è stato registrato un consistente aumento del numero degli incendi all’aperto. Tanto che sono andati in cenere 143,4 ettari di terreno in confronto ai 24,46 ettari bruciati nel 2020. La maggior parte dei roghi solitamente avviene nella stagione primaverile, quando le persone imprudentemente appiccano il fuoco all’erba e alla sterpaglie nei propri campi agricoli. Purtroppo questo trend non è sicuramente in calo, visto che dall’inizio dell’anno in corso sono andati bruciati ben 61,65 ettari di terreno. È doveroso ricordare che per poter appiccare il fuoco all’aperto, nel periodo che va dal 1.mo novembre al 31 maggio, è necessario ottenere il permesso dai pompieri. Ovviamente in estate ciò è vietato severamente.

Si fa un gran parlare nell’ultimo periodo della nuova stazione dei Vigili del fuoco. A che punto si è arrivati?

Si tratta di un progetto annunciato da anni, però a mio avviso è ancora in alto mare. Fatto sta che la Città ci ha dato in concessione un terreno nelle immediate vicinanze della circonvallazione, tra il rione di Valmade e via Altura, però siamo ancora in attesa dei mezzi finanziari, che dovrebbero venire attinti dai fondi dell’Unione europea. Secondo le previsioni accanto al Centro dei Vigili del fuoco regionale nello stesso complesso dovrebbero trovare posto le sedi del Pronto soccorso, della Croce rossa e del Soccorso alpino.

Ritorniamo alla professione pompiere. Quali sono i requisiti necessari?

In primo luogo un’affinità per la stessa, nonché una buona istruzione. Dunque bisogna essere pronti a grandi sacrifici e a pensare in ogni evenienza alla propria sicurezza e a quella dei pompieri impegnati sul campo. Certo, un po’ di paura c’è sempre, ma bisogna metterla da parte quando si è impegnati nelle opere di spegnimento e negli altri tipi di interventi.

Comunque, alla fine, è una professione gratificante?

Certamente, la riconoscenza delle persone è la cosa più bella. Il momento più bello è sentirsi dire grazie, anche se ogni giorno ne passiamo di cotte e di crude. Noi siamo in pratica una famiglia. D’altra parte è lacerante vedere le persone che patiscono per le perdite o i danni subiti. Ci sono dei momenti in cui nonostante tutto ci sentiamo inermi di fronte a certe disgrazie.

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