La resilienza delle genti appartenenti a queste terre

Tra le tappe del 67esimo incontro culturale anche una visita all’SMSI Dante Alighieri che con la SEI Giuseppina Martinuzzi ha allestito un programma di benvenuto. Per gli esuli è stato un ritorno a scuola

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La resilienza delle genti appartenenti a queste terre
Lo spettacolino offerto dalla SEI Martinuzzi. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

“Mio papà quando semo andadi via dell’Istria me ga dito savè fie, noi no podemo morir, perché semo una cultura non semo un’etnia. L’Istria xe una cultura, noi dovemo esser come el figo che ti lo pol taiar come che ti vol, ma le radise camina camina e camina sotto tera e sempre le rinasi”: parola di Gaetano Declich di Visignano d’Istria, che illustra come meglio non potrebbe la resilienza degli italiani dell’Istria e di Pola, appartenuti e sempre appartenenti a queste terre, italiani divisi dai confini di Stato e nuovamente riuniti nella grande realtà europea, italiani di ieri e italiani di oggi che sanno riconoscersi e riallacciare dei fili forzatamente recisi.

L’incontro nell’atrio della SMSI Dante Alighieri.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Ogni nuova visita dell’Associazione degli esuli da Pola, con cui torna a rinascere e a ricomporsi l’anima del polesan “sicuro”, è sempre e immancabilmente foriero di emozioni per tutti coloro che non fanno differenza, che sentono indivisibile la comunità istriana, polesana e sono nutriti dal comune senso di appartenenza ad una stessa, identica tradizione, parlata ed espressione culturale. Anche questa volta si è seguito il protocollare ruolino di marcia per dei belli e sentiti momenti di incontro e diletto collettivo, con una felicissima eccezione alla regola: l’ingresso nel mondo scuola della Comunità Nazionale Italiana di Pola.

La messa in lingua italiana officiata nella Cattedrale di Pola.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Ma andiamo per ordine. Il 67esimo Incontro culturale degli esuli da Pola, guidato da Graziella Cazzaniga Palermo, presidente dell’Associazione Italiani di Pola e Istria – Libero Comune di Pola in esilio è stato introdotto dal piacevole brindisi “con due ciacole de benvenuto” al Park Plaza Belvedere di Medolino, ha visto la riunione dei consiglieri, momenti conviviali, la tradizionale cena di gran gala il conferimento della targa di benemerenza a Rodolfo Ziberna, intervista di Viviana Facchinetti a Daniela Velli, Beatrice Raveggi e Claudio Bronzin in merito al libro “In tempo di pace”, spettacolo teatrale “Tuta colpa del destin” della filodrammatica della CI di Dignano.
L’atmosfera del raduno ha saputo riproporre e alternare nella giusta e lecita misura i momenti di svago e di piacere e quelli della ufficialità e della riflessione quali la messa domenicale al Duomo di Pola – partecipe anche il vicesindaco CNI Bruno Cergnul – officiata in italiano da Don Rikardo Lekaj e concelebrata da Don Marjan Jelenić, già parroco dignanese e da don Cristiano Vanni di Padova, con il valido contributo musicale delle corali della SAC Lino Mariani di Pola dirette e accompagnate all’organo dal maestro Ronald Braus.
Stavolta, però si oserà asserire con lecito polesano orgoglio che uno dei momenti più significativi è stato vissuto negli ambienti della Scuola media superiore italiana Dante Alighieri di Pola, per un’inedita trasposizione in sede scolastica della tradizionale bicchierata. Allievi dell’elementare italiana Martinuzzi e della Dante hanno proposto con simpatia esibizioni artistico-culturali testimonianti quella resilienza della cultura italiana di cui sopra, mentre gli ospiti che li hanno ricambiati con applausi e affetto sembrano aver offerto e trasmesso con la loro presenza una tacita e importante presa di coscienza in merito alle vicissitudini storiche degli italiani dell’Istria e della Comunità Nazionale Italiana.
Gli “scolari” italiani di ieri, si sono accomodati nel piazzale antistante alla scuola, al pari dei 170 scolari che oggi frequentano la scuola costruita grazie ai governi italiano e croato. E qui che la preside della Dante, Debora Radolović ha espletato gli onori di casa rendendosi interprete di quanto l’istituzione investe nell’apertura degli orizzonti del sapere ispirandosi ai valori e pregi del mondo culturale e mass mediatico italiano.
Alla faccia di qualche meschina osservazione diffusa in ambito di alcuni social, la dirigente ha sottolineato “Noi non molliamo!”, sfidando le non indifferenti difficoltà dettate dall’odierno contesto socio-linguistico in cui si trovano ad operare le scuole della CNI oggi, forti soprattutto dei fitti legami intrattenuti con l’Italia e la Regione Veneto in particolare. “La Dante è fiera di accogliervi nella nostra-vostra Città”, così Debora Radolović dicendosi “non sola”, ma affiancata da coloro che portano avanti l’attività istituzionale della CNI di Pola.
L’incontro, infatti, ha visto partecipi con discorsi Tamara Brussich, presidente della CI di Pola, Luka Brussich, direttore della Martinuzzi e Graziella Cazzaniga Palermo con uno spiritoso commento circa al “maggioranza” femminile presente nei posti di dirigenza degli enti ed istituzioni coinvolte nell’incontro. Anche questa è resilienza.
Al “benvenuti a casa. Questa è la vostra casa…” di Luka Brussich è seguito il programma: l’esibizione al pianoforte di Stefania Družeta (allieva della Dante e Centro studi Luigi dalla Piccola), le letture di Melani Cetina, tratta da “La Città Divisa” di Claudio Ugussi, nonché di Oscar Penso tratte dall’opera in versi di Umberto Matteoni (preparati dai docenti Luana Moscarda e Teo Banko), il tutto seguito dalle esibizioni canore e al flauto degli allievi di quinta elementare diretti dall’insegnante Samantha Rocco Popović e dalla presentazione del progetto su Pinocchio, prodotto da Laura Štifanić, Cora Andačić e Marina Verko nell’ambito del Laboratorio di scrittura creativa, guidato da Alessandro Lakoseljac presso la CI di Pola.
Davvero un attestato di resilienza da parte di quella che come definito da Tamara Brussich è una verticale scolastica italiana forte e con docenti ben formati nell’espletare il lavoro didattico-pedagogico in lingua italiana quale miglior garanzia per il futuro della CNI.

Stefania Družeta al pianoforte.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA
Oscar Penso interpreta le poesie di Umberto Matteoni.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA
Debora Radolović e Graziella Cazzaniga Palermo.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

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