
Col pensionamento di Branislav Bojanić, discusso dirigente della società Pula parking, finisce anche il contenzioso dell’azienda con la leader polese del partito Možemo!, Dušica Radojčić. La nuova direzione ha reso noto che il 7 febbraio la società ha rinunciato al ricorso alla sentenza di primo grado del Tribunale comunale di Pola che aveva respinto la causa contro la consigliera e parlamentare. La causa contro Dušica Radojčić è stata sollevata lo scorso anno per “asserzioni infondate e fuorvianti” e “danno all’immagine dell’azienda”. Siccome i deputati al Sabor godono di immunità, la corte ha respinto la causa in primo grado. La società ha presentato ricorso ma ora ha deciso di fare marcia indietro con la seguente motivazione diffusa ai media: “Benché la s.r.l. Pula parking è in obbligo di tutelare la propria immagine da affermazioni fuorvianti e asserzioni infondate che possono influire negativamente sulla percezione del pubblico nei suoi confronti, dopo attenta considerazione di tutte le circostanze pertinenti al caso, abbiamo deciso di porre fine al contenzioso e rinunciare al ricorso alla sentenza di primo grado”.
Inoltre, la società che gestisce i parcheggi pubblici e la segnaletica stradale, informa che “in merito al reclamo dell’11 novembre dello scorso anno e al sollecito della consigliera Radojčić al Garante per i diritti all’informazione del 2 gennaio 2025, nel quale si afferma che la S.r.l. Pula parking non rispetta la Legge sul diritto all’informazione, l’autorità di garanzia ha sospeso il processo”. Nella motivazione addotta si legge infatti che “nel caso in cui vengano a decadere le condizioni per il proseguimento della procedura, la procedura viene sospesa per decreto”. L’autorità garante dell’informazione ha stabilito dunque che non sussistono le condizioni per procedere per cui il reclamo della consigliera contro il cosiddetto “silenzio della direzione” viene archiviato. In chiusura di comunicazione, l’azienda Pula Parking ribadisce il suo “impegno a favore della trasparenza e la massima professionalità nell’esercizio dell’obbligo di informazione”.

Foto: Sasa Miljevic / PIXSELL/PIXSELL
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