La pellicola? Non la usiamo più

Prima l’arrivo del digitale, poi la crisi economica e ora le conseguenze della pandemia da coronavirus. Gli studi fotografici navigano in acque difficili: qualche foto per i documenti personali, il restauro di vecchie istantanee e poco altro. Basterà per sopravvivere l’inverno?

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La pellicola? Non la usiamo più

Professione fotografo. Un’altra, ennesima categoria che ha subito e non poco le conseguenze dell’epidemia da coronavirus. E poi se ci si mettono altre circostanze ovvero la crisi economica e la situazione nel centrocittà dove in pratica ogni giorno vengono chiusi degli esercizi nonché lo scarso numero di clienti, le cose si mettono davvero male. In merito abbiamo fatto una piccola inchiesta in alcuni studi fotografici, e la risposta finale da parte dei gestori è stata sempre la stessa: non si sa come si potrà superare indenni l’inverno.

Danijel Kovačić

Studio e negozio di… souvenir
Stando a Stefan Kurti, dell’omonimo studio fotografico polese fondato ancora nel 1954 da suo padre Rikard, gli affari quindi non è che vadano a gonfie vele. “Una volta le persone si fotografavano maggiormente per avere degli album ricordo. Al giorno d’oggi invece le foto si scattano con i cellulari – così Kurti –. Non potendo far altro accanto allo studio abbiamo aperto un negozio di souvenir, e la scorsa estate più o meno ce la siamo cavata. Però ora non sappiamo come andranno le cose in inverno. Perlopiù facciamo foto per i documenti personali; per le carte d’identità e per le patenti di guida e nautiche. Il servizio è velocissimo grazie alla tecnologia digitale, che usiamo oramai da una quindicina d’anni, e le foto necessarie vengono stampate nell’arco di 10-15 minuti. Il Covid-19 ha influito molto sulla gestione degli affari, basti pensare che eravamo chiusi per quasi tre mesi”.
E i servizi fotografici dei matrimoni? Kurti ha rilevato che l’interesse è molto scarso, a differenza del restauro delle fotografie, che viene svolto grazie al Photoshop. Il procedimento, a seconda dei vari tipi di danneggiamento subito dalle fotografie, può durare anche due giorni.

Tutto in digitale
Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda Danijel Kovačić, del “Foto Kovačić” aperto nel 1965 dal nonno Arsen. “Il giro d’affari? Dipende da giornata a giornata. I nostri clienti per la maggior parte sono dei residenti e vengono a fotografarsi per poter rinnovare i documenti personali. Inoltre, per stampare delle foto scattate con gli smartphone. Ormai la pellicola non la usiamo più, bensì solamente la tecnologia digitale. Già da tempo non seguiamo i matrimoni, l’interesse è scarso e il tempo perso non porta ad alcun guadagno. Ovvio che anche nella nostra categoria l’epidemia da coronavirus ha influito molto sugli introiti, a partire dal fatto che siamo stati chiusi per oltre due mesi. Che dire? Siamo preoccupati in vista dei prossimi mesi invernali”, ha rilevato Kovačić, che è l’unico impiegato nell’esercizio.

Barbara Fornažar

Matrimoni? Concorrenza agguerrita
Lo stesso vale per Barbara Fornažar, titolare del “Flash Studio”, aperto nel 2014. “Visti i tempi che corrono non posso più permettermi di avere un’assistente. Causa il coronavirus infatti sono stata costretta a licenziare un’impiegata, anche perché le spese d’affitto non sono esigue. La situazione è a dir poco pesante. Nella zona non ci sono parcheggi, per cui la gente prefersice recarsi nei centri commericali prima di venire in centro. Il mio lavoro? Nella gran parte dei casi è legato alla stampa di fotografie per i documenti personali. Poi seguiamo gli appuntamenti liturgici, battesimi, comunioni e cresime, nonché i matrimoni. A dire il vero questi sono molto rari in quanto la concorrenza è agguerita, anzi a volte a espletare questo tipo di servizio non sono nemmeno i fotografi professionisti. Oltre alle foto per i documenti, c’è l’interesse delle giovani mamme che vogliono essere immortalate con i propri figlioletti. Ovviamente ci dedichiamo pure al restauro delle fotografie e alla produzione di foto lapidi personalizzate, che sono in ceramica. Siamo gli unici in città a offrire questo servizio. L’inverno è ormai è alle porte, e chissà come potremo far fronte ai prossimi mesi che si prospettano alquanto duri”, ha concluso la Fornažar.

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