La mia maestra si chiama speranza

Azione umanitaria del Rotary club di Zagabria che ha donato 88mila kune alla scuola di Monteparadiso

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La mia maestra si chiama speranza

Fare scuola è già missione. Farla all’Ospedale diventa una nobile impresa, un’impresa che si compie per 16 anni consecutivi senza soluzione di continuità grazie alla Scuola elementare di Monteparadiso, istituzione che ha voluto e saputo inaugurare la Sezione periferica ospedaliera. Ed è una grande conquista che non può venire ignorata da chi ne sa riconoscere il pregio. Ad accorgersi della medesima è il Rotary club di Zagabria, i cui rappresentanti, in questi giorni, hanno consegnato in mano al direttore della scuola, Predrag Dukić un salvadanaio contenente 87.491 kune. Tanto è stato raccolto nell’ambito dell’azione umanitaria “Regala amore: la mia maestra si chiama speranza” e tanto servirà a perfezionare ulteriormente il programma didattico-formativo, che si propone in ambiente ospedaliero. Parole di gratifica sono state rivolte ai donatori da parte della vicesindaco Elena Puh Belci e della responsabile della Sezione scolastica ospedaliera Dolores Višković Terzić. Grazie a questa donazione, la scuola del Reparto pediatrico verrà ulteriormente attrezzata delle costose lavagne interattive, strumenti musicali e tanto materiale didattico.

 

Sezione attiva dal 2004
Merita ricordare che la Sezione dislocata al reparto era stata istituita nel 2004, mentre l’idea di proporre lezioni all’Ospedale era già attecchita ancora nell’ormai lontano 1999, quando si diede avvio all’iniziativa denominata “Per un sorriso del bambino all’Ospedale”. Già da allora era stato riconosciuto il problema di fondo costituito dal giovane paziente emarginato in ospedale, che in relazione alle sue esigenze di carattere sanitario ed educativo, consiste proprio nel riconoscere al bambino stesso, costretto a vivere in quelle determinate e anomale condizioni di vita, tutti i diritti del bimbo sano: il diritto alla crescita della sua personalità attraverso un raggiunto equilibrio emotivo-affettivo, la libera attività espressiva godibile anche dal bambino malato e costretto a letto, la possibilità del gioco e di attività ludiforme. Mentre nell’angolo giochi allestito in Pediatria, si possono intrattenere i giovani pazienti in età prescolare, alla Sezione scolastica s’impara giocando, proponendo un clima ottimista e stimolante facendo togliere l’idea che lettino e lenzuola debbano essere irreprensibili.

Un modo per stare insieme
Le attività didattiche per i piccoli degenti possono risultare gratificanti al punto che lo spirito rasserenato e una giornata parzialmente attiva aiutano il processo di guarigione. E si affronta anche il fatto della presenza in ospedale di bambini e di fanciulli di età differente, che diventa un incentivo per essere insieme e fare insieme. Ci sono maggiori difficoltà per l’educatrice, ma forse soltanto più apparenti che reali, perché in un gruppo più grande ed eterogeneo c’è anche più ricchezza di elementi e di fattori stimolanti. Nel corso di tutti questi anni, la Sezione scolastica ospedaliera è stata frequentata da ragazzini di più o meno tutte le scuole d’Istria. Le insegnanti e gli operatori didattici ingaggiati sono membri dell’Associazione dei pedagogisti ospedalieri della Croazia e il loro lavoro implica tanta dedizione, abnegazione e pazienza. Fare lezione in queste condizioni è tutta un’altra dimensione da quella abituale. Richiede di tenere conto dello stato psico-fisico del bambino e oltre all’insegnamento nell’aula-soggiorno e necessario anche vedere le maestre affiancarsi a quei degenti che non sono in grado di alzarsi da letto.

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