
“Strofinare con l’aglio delle fette di pane vecchio, raffermo. Metterci sopra il pomodoro e un filo di olio d’oliva. E il gioco è fatto! Un panino coi fiocchi, che più salutare di così non si può”. Ma c’è dell’altro oltre al “pan conzà”. La torta… dei “poveri” istriani di una volta. “Si fa inzuppando il pane vecchio nel latte (preferibilmente zuccherato). In un tegame basso schiacciare il pane così ottenuto e infornare”.
È il bravo ricettario veloce che, a differenza degli hamburger da fast food, viene suggerito dalla salubre tradizione locale e raccontato da Enio al suo amico Dario di Marušići. Qualsiasi riferimento alla cultura locale (veneto-ciakava) e a personaggi realmente esistenti non è puramente causale, ma ben voluto e intenzionale per imbastire uno dei passi più interessanti e simpatici del libro “Multikulturalnost u MOJOJ Istri – La multiculturalità nella MIA Istria”.
Ci si trova di fronte a un piccolo tesoro di insegnamenti in forma romanzata senza pretese, che la Regione istriana e il suo Assessorato alla CNI, alle minoranze nazionali e ai giovani ha appena regalato alla gioventù della penisola, specificatamente agli scolari delle ottave delle scuole elementari, per insegnare loro i pregi della diversità degli usi, costumi e tradizioni, nonché delle differenze tra le tante espressioni linguistico-culturali a contatto in un unico splendido e ricco territorio: l’Istria.
Il volume, che costituisce una sorta di originale “racconto multiculti”, scritto da Irina Basara e Ivona Orlić, proposto in versione croata e italiana con tanto di coloratissime illustrazioni a firma di Vibor Juhas, ha visto ieri la sua felice presentazione alla sala congressi del Centro Coworking, in presenza di tantissimi convenuti, tra cui il console onorario della Repubblica d’Italia con sede a Pola, Tiziano Sošić, il vicesindaco di Pola in quota CNI, Bruno Cergnul e altri rappresentanti delle autonomie locali e scuole dell’Istria. Ma ad avere la voce in capitolo sono stati il presidente della Regione, Boris Miletić e l’assessore del dicastero di cui sopra, Tea Batel.

Non solo cronaca
“Quello che avete davanti – parole del leader regionale – è un libro che esamina uno degli aspetti più importanti della nostra vita e vi farà viaggiare dandovi l’opportunità di esplorare il modo in cui le diverse culture contribuiscono a creare il tessuto dell’identità istriana del quale fanno parte. Le pagine a seguire parlano della ricchezza della convivenza e della multiculturalità che abbiamo custodito per secoli e che oggi rendono orgogliosi tutti noi. Si tratta di un aspetto simbolico della nostra Regione, universalmente nota per la sua diversità, ma anche per la sua straordinaria capacità di custodire la propria tradizione e territorialità aprendosi, nel contempo, a nuove influenze ed esperienze”. Un tanto per sottolineare che “La multiculturalità nella MIA Istria non è soltanto una cronaca sulle particolarità delle minoranze nazionali alla portata di tutti oppure una raccolta di aneddoti rivolta ai bambini e ragazzi. È un’analisi approfondita di quanto sia importante comprendere, rispettare e curare la diversità (…) Questo libro non è solamente un documento del passato, ma anche un orientamento per il futuro che fornisce esempi di come la multiculturalità arricchisca la società, stimolando anche la creatività e l’innovazione, e di come la conservazione delle tradizioni possa andare di pari passo con l’accettazione di nuove idee e usanze”.

Leggendo altre impronte
L’avvicinamento al ricco mondo della multiculturalità – un mondo abitato dalla popolazione croata di maggioranza, dalla comunità italiana autoctona e da tante minoranze etniche – rappresenta, secondo Tea Batel, lo scopo del libro. E pur essendo abbondantemente presenti le più che riconoscibili impronte della cultura locale croata-italiana, la parte più ampia è in detto caso riservata alle tante altre specificità e tradizioni presenti sul territorio per cui, l’assessore regionale ha ringraziato dell’aiuto e della collaborazione le associazioni di tutte le minoranze nazionali della Regione istriana: albanesi, bosniache, montenegrine, ungheresi, macedoni, slovene, rom, slovene e serbe.
A far confluire in questo racconto “plurietnico” usi e costumi, ci hanno invece pensato con il proprio lavoro sul terreno le due autrici, Irina Basara e Ivona Orlić, ieri nel ruolo di protagoniste davanti al pubblico per raccontare come è stata fatta incetta di ingredienti per il libro: interviste (a persone anziane, memori custodi di antiche tradizioni soprattutto), colloqui, raccolta di dati ed informazioni, studio, analisi di quanto prodotto, esamina, verifiche e contestualizzazioni fino a tradurre tutto in un formato sufficientemente attraente e accessibile ai ragazzi affacciati all’età adolescenziale. Convinte, le autrici, che il feedback, vale a dire la reazione del pubblico destinatario sia già stata più che appagante, al punto da attestare lo spontaneo interesse giovanile nei confronti della diversità e di tutto ciò che in effetti costituisce un notevole valore aggiunto.
L’evento di ieri non si è limitato alla presentazione del libro e all’ufficialità dei discorsi. Ha, tra l’altro, concesso spazio pure a una mini rassegna multiculturale dal vivo: le pittoresche danze offerte dai bambini del gruppo folcloristico della Comunità degli Italiani “Armando Capolicchio” di Gallesano, il balun ritmato con disinvoltura dalla SAC di Sanvincenti, le letture delle poesie di Mate Balota per voce di Aleksa Kmet della SE di Gimino e gli inni in versi proposti da bimbi negli idiomi di tutte le comunità e associazioni minoritarie istriane.





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