La dipendenza da telefonini diventa molto preoccupante

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La dipendenza da telefonini diventa molto preoccupante

Tra gli allievi delle scuole elementari e delle medie-superiori dell’Istria, il consumo dell’alcol è in leggero calo; status quo pluriennale per quanto concerne lo spaccio e l’uso (costante) di marijuana; è in aumento preoccupante, invece, la dipendenza da smartphone, tablet e computer. L’amore per i meravigliosi e altrettanto controproducenti prodotti della rivoluzione tecnologica e per i social media sta spingendo i giovani a valicare il confine della normalità e a sprofondare in una forma di attaccamento psicologico ai propri dispositivi. L’allarme in merito alle nuove patologie delle prime generazioni del XXI secolo, le cosiddette Post-Millenials, è stato ribadito ieri dalla psicologa Helena Mitrović, responsabile del Servizio regionale per la prevenzione della tossicodipendenza e i comportamenti devianti, operante in seno all’Istituto regionale di salute pubblica, davanti a un pubblico di psicologi, correttologi, pedagogisti e insegnanti di numerose scuole elementari e medie della Regione, convocati a raduno nell’Aula Magna della Facoltà di scienze della formazione.

Lo stato di salute mentale

Che il fenomeno di completa dedizione ai cellphone stia assumendo proporzioni preoccupanti lo dice un dato di fatto sbalorditivo: hanno registrato che oltre il 50 per cento della popolazione di scuola media-superiore in Istria, trascorre oltre 4 ore di tempo attaccato a Internet tramite cellphone, maturando bisogni ossessivi di controllare il proprio schermo in attesa di notifiche e comunicazioni. Non si tratta di una valutazione gratuita, ma di un dato statistico scaturito dopo un’ulteriore campagna di distribuzione dei questionari anonimi nelle istituzioni scolastiche dell’Istria, per cercare di valutare lo stato di salute mentale dei giovani adolescenti. L’Istituto di salute pubblica, in collaborazione con l’esperto in materia, prof. Petar Bezinović, consulente scientifico dell’Istituto di ricerche sociali di Zagabria, ha voluto coordinare un considerevole progetto di ricerca svoltosi sul territorio istriano nel corso del 2017 e 2018.

I comportamenti a rischio

L’”Analisi dei comportamenti a rischio e del consumo di stupefacenti negli scolari delle elementari e delle medie-superiori della Regione istriana” appena prodotta contribuisce ad approfondire e a completare i risultati raccolti in due tornate negli anni 2003 e 2012. Come fatto notare, in seguito a quegli iniziali interventi di ricognizione sul campo, le scuole hanno potuto procedere con la stesura di 19 primi programmi di prevenzione dalle dipendenze e dai comportamenti a rischio nei propri ambienti. Ora, i nuovi dati raccolti sul terreno contribuiranno alla produzione di programmi aggiuntivi e all’aggiornamento di quelli precedenti. L’esperto del team, Velimir Todorović ha provveduto a distribuire a ciascun rappresentante delle istituzioni i dati “personalizzati” (per ciascuna scuola), al fine di essere analizzati, elaborati, comparati con le altre scuole e utilizzati come base per istituire dei gruppi di lavoro incaricati di prevenire e affrontare nei propri ambiti i problemi della devianza e della tossicodipendenza. Attenzione, ha segnalato il consulente Bezinović, perché i risultati a disposizione non sono delle “prove” attestanti il malessere tra i giovani, ma degli “indicatori” di una situazione non rosea, che va affrontata e per via della quale ci si deve regolare di conseguenza.

Il compito delle scuole

Un monito arriva ben chiaro all’indirizzo delle scuole. “Il loro compito è chiaro: stimolare lo sviluppo cognitivo, sociale, emozionale, culturale e fisico. Il problema di cui soffre l’intero nostro sistema scolastico è invece quello di limitarsi a curare esclusivamente l’aspetto cognitivo e fisico. Contano i voti, le percentuali del sapere, i risultati del test di fisica, di quello di matematica… Poco o nulla si investe della salute mentale, nell’apprendimento sociale ed emozionale il che è una grave carenza. Ma è da qui che si crea la base di partenza per far crescere una personalità in grado di realizzare le proprie potenziali risorse”.
L’invito corale dai coordinatori della ricerca è quello di meditare sul fatto che il progetto promosso dalla Regione mira alla salute e alla sicurezza degli individui (fragili) in età evolutiva, per definizione soggetti a comportamenti a rischio e che le iniziative non sono confinabili alla classe, e alla disponibilità dei singoli, ma devono coinvolgere l’intera scuola, il territorio e la comunità che lo abita. Con questo progetto le scuole hanno l’opportunità di affiancarsi al territorio e agli esperti della prevenzione e sicurezza per cercare di arginare e contenere il problema, prima che questo assuma proporzioni incontrollabili.

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