«L’approccio giusto è partire da noi stessi»

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«L’approccio giusto è partire da noi stessi»

Danica Kuzmanović, psicologa a riposo, che per lunghi diciott’anni ha portato avanti “nel bene e nel male” l’operato della Lega tumori dell’Istria anche da paziente non è più presidente di quest’importante associazione civica che comunque, come lei stessa ci ha detto, continuerà comunque a sostenere e ad aiutare. Abbiamo voluto incontrarla per intervistarla, anche se brevemente, per il merito che si porta dietro: lei, che con Mira Bulf, Ljiljana Vojnić e tanti altri, ha fatto nascere le cose, le ha cambiate nell’ambito della prevenzione e della riabilitazione, aprendo a tanti pazienti, in passato isolati, le porte a cui bussare per cercare assistenza, solidarietà, umana comprensione, e, non ultimo certamente, competenze e sapere.

Oggi – ci dice – è venuto il momento di lasciare che siano i giovani, freschi di idee e di preparazione, “tecnologici”, inseriti, a gestire quanto hanno ereditato da una generazione che comunque non si ritira ancora del tutto.
Lei, infatti, continuerà a essere la titolare del Consultorio psico-oncologico, attivo dal 2000, nel Reparto di Oncologia ed Ematologia della Divisione per le malattie interne dell’Ospedale di Pola. Ancora troppo il lavoro da fare, perché è un servizio che non si spegne mai, come la malattia che si affronta. L’avevano chiamata la malattia del secolo, ma il mondo scientifico (non per sua colpa) è ancora impegnato a sconfiggerla nel nuovo millennio.

La «terapia della realtà»

“Nel Consultorio psico-oncologico dove offro assistenza – racconta –, uno dei momenti educativi dell’approccio con i pazienti è basato sulla ‘terapia della realtà’, che a sua volta è parte della ‘teoria della scelta’ dello psichiatra statunitense William Glasser. Nelle mie sedute, che hanno luogo il martedì, tra le 10 e le 12, negli ambienti ambulatoriali del Reparto di oncologia ed ematologia, ci metto molto della mia esperienza personale. Si, ha fatto bene a chiedermelo, non ho problemi a parlare di quanto mi è successo nella vita. Ho avuto il mio primo tumore al seno nel 1990, a 41 anni, dopo di che sono stata colpita dal cancro all’altra mammella nel 1995. Ogni volta ho subito degli interventi chirurgici e mi sono dovuta sottoporre a cicli di chemioterapia. Nel 2009 il male è tornato: questa volta nella forma di cancro alle ovaie. Nello stesso momento in cui venivo operata si è ammalata mia figlia”.
Con le teorie di Glasser, Danica Kuzmanović, aiuta chi è ammalato a rapportarsi meglio con gli altri partendo da sé stesso. “Buona parte delle persone, quando qualcosa non va bene, cercano i motivi di quello che non quadra negli altri, nell’ambiente circostante, giustificando sé stessi. Danno per esempio la colpa al partner, e pensano ‘ecco, se mio marito fosse diverso, io non avrei questi problemi e potrei vivere meglio’. L’approccio giusto è partire da noi stessi cercando di capire che cos’è che non va bene in noi, e che cosa potremmo fare per cambiare noi, e perché poi cambino le cose”.

I gruppi di auto aiuto

“Il martedì, dopo il consultorio, offre assistenza, beninteso psichiatrica – ci racconta sempre la Kuzmanović –, il dottor Peharda. Come ho già detto il suo è un approccio con i malati da specialista; lui li cura, perché è un medico. È un medico psichiatra del nostro ospedale. Due volte al mese, il dott. Peharda ha i gruppi di auto aiuto, che forma facendosi un’idea in consultorio di chi ha bisogno di maggiore sostegno. Sta poi nei pazienti andarci o meno. Il numero ideale di un gruppo è di 12 persone. Poi, il giovedì sostengo degli incontri nell’ambulatorio in cui viene somministrata ai malati neoplasici la chemioterapia. Non si tratta di vere e proprie sedute psicologiche. Lì ci incontriamo per parlare un po’ di tutto; anche del più e del meno. Non devono essere discorsi profondi; basta far capire agli altri che non sono da soli. Che nessuno è solo”. Gli aiuti poi continuano nella sede della Lega, con sessioni individuali tra terapeuta e paziente, e anche con i membri della famiglia che sentissero il bisogno di aprirsi, di chiedere, di farsi spiegare che cosa sta loro succedendo dopo che il cancro è stato diagnostico a una persona a loro talmente vicina.
“Sbaglia a dire chi sostiene che sono una persona che ha fatto tutto da volontaria. Non ho fatto volontariato, perché percepisco un minimo di reddito per quello che faccio. Dico però che fino a quando potrò farlo, continuerò a offrire sostegno con il mio lavoro di terapeuta”.
L’incidenza dei tumori non è cosa di cui si occupa la Lega. Il registro del cancro è appannaggio dell’Istituto superiore sanitario e, in Regione, dell’Istituto per la salute pubblica, che centellinano i dati, o almeno affermano di non disporre di dati nuovi, ma di avere a disposizione “vecchie” statistiche. A Danica Kuzmanović non abbiamo voluto chiedere niente che toccasse da vicino la gestione di quest’istituzione, bensì un parere basato sulla sua esperienza, di paziente e di terapeuta.

Si ammalano sempre più giovani

“Purtroppo ho il sentore non soltanto che l’incidenza sia stabile, se non addirittura in rialzo, ma che si ammalino persone sempre più giovani. Un tanto sia tra le donne che tra gli uomini; parlo di tumori al seno, di cancro al colon e di quello ai polmoni. Per quel poco che posso dire sulle terapie, non essendo medico, noto d’altra parte che siano migliorate, e che si stia combattendo una battaglia contro il cancro con farmaci mirati, che hanno effetti collaterali più blandi, meno dannosi per i malati”. Vicino agli effetti atmosferici, all’inquinamento, alle tossine a cui l’uomo è esposto, Danica Kuzmanović vede nello stile di vita praticato oggi un grande nemico per la salute dell’uomo. “C’è sempre più alienazione, sempre più solitudine. Non ci frequentiamo più, non parliamo, siamo tutti presi dalla tecnologia. Naturalmente, anche quanto sta succedendo nella società ha ripercussioni sul singolo, e non è che viviamo proprio in un mondo troppo bello. Ci dobbiamo parlare di più. Dobbiamo incontrarci di più. Ricominciare a praticare il dialogo, tra le persone e in famiglia”.

Le battaglie vinte

Dopo vent’anni di attività nella Lega tumori, con battaglie vinte come quella dell’apertura di un ambulatorio per il drenaggio linfatico e investimenti nell’aggiornamento professionale di personale addetto a questo genere di trattamento terapeutico, l’allestimento di conferenze divulgative e altro ancora, che cosa auspica Danica Kuzmanović per quella che è stata fino ad ora la sua seconda casa? “Che tutto migliori” ci risponde. Che i giovani portino avanti un discorso sempre più articolato per il futuro di quella che rimane ad essere un’associazione civile no profit.

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