L’applicazione del bilinguismo va monitorata costantemente

0
L’applicazione del bilinguismo va monitorata costantemente

Il bilinguismo in città – e precisamente la presenza della lingua italiana al fianco di quella croata nella vita pubblica oltre che in quella privata – ha riunito ieri sera il presidente del Consiglio municipale di Pola, Tiziano Sošić, il vicesindaco Elena Puh Belci e i due presidenti della Comunità degli Italiani, Fabrizio Radin (Giunta) e Tamara Brussich (Assemblea) alla presenza di tre consiglieri dell’Assemblea della CI di Pola: Ervino Quarantotto, Argeo e Ardemio Zimolo, quest’ultimo anche consigliere municipale. L’invito di convocazione aveva incluso anche gli altri consiglieri dell’Assemblea della Comunità degli Italiani ed era stato formulato alla scorsa sessione dell’organo, ma la gran parte dei consiglieri non ha risposto all’appello. A dire il vero, la riunione era stata auspicata ancora lo scorso dicembre, quando il consigliere indipendente Valmer Cusma aveva trovato “scadente” l’applicazione del bilinguismo a Pola ed era arrivato a richiedere la revoca del vicesindaco con delega per le questioni minoritarie, Elena Puh Belci. L’Assemblea non aveva gradito la mozione di Cusma, e si era trovata d’accordo con Tamara Brussich di organizzare una riunione a tema per “stabilire quanti e quali siano i diritti al bilinguismo garantiti dallo Statuto della Città di Pola, come fare per vigilare sulla loro corretta applicazione per così dire ‘dall’interno’ e come fare a migliorare la situazione.”

L’italiano come L2 perde quota

Il presidente Radin ha intanto precisato che l’attuale Statuto della Città di Pola è in vigore dal 1993 e da allora non è stato emendato se non nel paragrafo secondo il quale “i rapporti e la comunicazione tra gli appartenenti alla minoranza italiana e l’amministrazione cittadina sarebbero intercorsi in entrambe le lingue oppure soltanto in italiano”. Ebbene quel “soltanto in italiano” è stato rimosso nel 2009 su mozione dell’allora consigliera municipale Lovorka Tomičić (HDZ) in quanto “non costituzionale”, cosa che per l’appunto era. Ora, per Radin, tornare a riferirsi allo Statuto della Città di Pola è di estrema importanza quando di tratta di bilinguismo perché “bisogna pur conoscerlo se si vuole giudicarne l’applicazione, altrimenti si finisce per discutere di ciò che noi pensiamo vi stia scritto e non di ciò che vi sta scritto effettivamente”. Una delle disposizioni dello Statuto dice per esempio che nel sistema scolastico primario e secondario è garantito lo studio della lingua italiana. Ma stando a Radin queste sono le norme, mentre di fatto si assiste a una situazione di disagio in materia d’insegnamento della lingua italiana come lingua dell’ambiente sociale (L2) nelle scuole elementari e medie di Pola (l’italiano vi sta perdendo spaventosamente quota) ma anche a una crisi oltremodo penosa in seno al Dipartimento di italianistica dell’Università degli studi di Pola, che si sta lentamente spopolando. Invece nell’ambito dell’amministrazione municipale la presenza dell’italiano è generalmente rispettata, benché non sia lo stesso nelle aziende municipalizzate e negli enti pubblici fondati dalla Città di Pola (e in questo caso non si parla di diritti garanti dallo Statuto).
“D’altronde, aspirare a un bilinguismo integrale in tutti gli ambiti della pubblica amministrazione sarebbe impossibile – ha concluso Radin – perché ci vorrebbero almeno 50 traduttori e un tale apparato amministrativo sarebbe inconcepibile”. Quello che invece si può fare – e che i partecipanti all’incontro hanno concordato di voler fare, ognuno nel proprio ambito, vicesindaco compreso – è di intraprendere un percorso di monitoraggio permanente delle disposizioni statutarie e del bilinguismo visivo al fine di correggere eventuali falle nell’applicazione, ma anche di proporre miglioramenti che esulino dalle disposizioni statutarie, badando al contenuto non meno che alla forma. A questo fine il presidente del Consiglio municipale Sošić ha proposto di “organizzare riunioni simili ad intervalli regolari, perché la materia va trattata in modo intelligente, individuando i campi di azione, affinché non succeda che si vadano a rivendicare diritti che non ci sono stati accordati”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display