Istria Verde: la Città revochi la concessione

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Istria Verde: la Città revochi la concessione

Si fa sempre più accesa la protesta contro lo “ski lift” in via di costruzione nell’insenatura di Valovine. E i più critici non potevano che essere gli ambientalisti di Zelena Istra-Istria Verde, in più di un’occasione scagliatisi contro il concessionario, accusato di mettere a rischio l’intero ecosistema marino e la colonia di Pinna nobilis, una specie protetta e a rischio di estinzione che abita i fondali nell’insenatura di Valovine. “La baia va protetta e gli ecosistemi vanno conservati” sostengono gli ecologisti, che chiedono ai vertici della pubblica amministrazione di revocare la concessione (della durata di vent’anni) al gestore dell’aerea. “È inammissibile giustificare in nome del progresso la distruzione dell’ambiente” continuano i rappresentanti di Istria Verde, che con una lettera aperta inviata all’indirizzo della Città di Pola fanno appello alla responsabilità del sindaco, invitato a trovare una soluzione alternativa e spostare lo “ski lift” da Valovine a un’altra spiaggia più attrezzata e meno incontaminata.

Il pensiero degli eco-ambientalisti è condiviso da tantissimi cittadini, che sabato 30 giugno si sono dati appuntamento a Valovine per dire “no” allo ski lift (come già riportato su queste pagine). Un “no” che, ieri, per l’ennesima volta è stato ribadito da Istria Verde, che accusa la Città di Pola di favorire gli interessi economici e commerciale di pochi singoli a discapito dell’interesse della collettività. Nel prosieguo della lettera, gli ambientalisti ricordano che l’investitore ha demolito un muro costiero e provveduto al ripascimento artificiale di parte del demanio marittimo e a versare in mare tonnellate di ciottoli, sassolini e altro materiale. Naturalmente alterando la limpidezza dell’acqua e sporcando l’intera spiaggia. Il tutto sotto gli occhi di innumerevoli bagnanti increduli, che al pari degli ecologisti si chiedono perché la Città di Pola non sia intervenuta, magari denunciando quanto avvenuto all’Autorità portuale. Detto questo, i vertici di Istria Verde sostengono che il permesso di costruire rilasciato all’investitore non prevede la possibilità di costruire alcuna struttura di ristorazione, anche perché un edificio simile non era nemmeno previsto nel progetto. Tale possibilità sembra sia stata data dalla Città di Pola, che oltre alla concessione per lo ski lift avrebbe concesso anche quella per un punto di ristoro. “Perché?”, si chiedono gli ambientalisti, che dal sindaco vogliono sapere anche dove sarà costruito e quanto sarà grande l’eventuale futuro bar o ristorantino. Gli ecologisti preferirebbero che Valovine restasse com’è e chiedono la revoca della concessione alla società zagabrese “Warm up” da parte dell’amministrazione cittadina. Una richiesta che, secondo Istria Verde, potrebbe avere esito positivo, visto che l’investitore, al momento della richiesta dei permessi, avrebbe omesso di segnalare che lo ski lift sarebbe stato costruito nel bel mezzo di un’area marina che ospita una specie protetta, che avrebbe versato in mare tonnellate di materiale e che avrebbe costruito un punto di ristoro su di una piattaforma nel bel mezzo della baia. 

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