Inquinamento luminoso. Pola lo sta già combattendo

In attesa che il governo fissi le condizioni di gestione degli impianti di illuminazione pubblica, l’amministrazione locale ha già un suo Piano d’azione dei consumi annui

0
Inquinamento luminoso. Pola lo sta già combattendo

Dal 1.mo aprile è in vigore in Croazia una legge contro l’inquinamento luminoso ma è come se non esistesse. In pratica la legge lascia al ministero competente un anno di tempo per produrre i decreti e i regolamenti necessari a stabilire le condizioni di gestione degli impianti della pubblica illuminazione (le zone di massima tutela, i valori consentiti, le tipologie di impianti e le modalità di installazione permesse, i criteri di definizione dell’efficienza energetica degli impianti, i parametri di correlazione tra fonte di luce e colorazione ecc.), dai quali decreti e regolamenti gli enti locali dovranno in un secondo momento produrre i rispettivi Piani d’azione. Per cui, se la notte vi capita di passare in una piazza o accanto a un monumento sovrailluminato (come potrebbero esserlo e sono piazza Foro o l’Arena), il loro grado di sovraesposizione alla luce artificiale è ancora nell’ordine della vecchia normativa e non è chiaro come sarà in futuro: se per esempio i monumenti di Roma antica dovranno rinunciare ai sontuosi “bagni” di luce notturni, o se invece saranno costretti a un regresso nella semioscurità urbana caratteristica degli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso. Abbiamo chiesto all’assessorato all’Edilizia della Città di Pola in quale direzione si muoveranno i dipartimenti di piazza Foro nell’applicazione delle nuove disposizioni di legge e la risposta che abbiamo ottenuto, in estrema sintesi, è più o meno la seguente: intanto il governo ha un anno di tempo per fissare tutti i valori ammessi che più gradisce, e, in secondo luogo, in attesa di un decreto in tal senso è inutile discutere di diritti e di doveri per gli enti locali, perché sarebbe fare i conti senza l’oste.
Quattro milioni di kune all’anno

Dal canto suo l’amministrazione municipale di Pola afferma di aver iniziato per conto proprio, e senza imposizioni dall’alto, una rivoluzione illuminotecnica con finalità di riduzione dell’inquinamento luminoso, ma anche di contenimento delle spese per la luce. Attualmente la Città di Pola spende 4 milioni di kune l’anno per l’energia elettrica necessaria ad alimentare la sua rete della pubblica illuminazione, la quale si espande a macchia d’olio così come si moltiplicano le nuove costruzioni. Ma questi 4 milioni, precisa l’addetto stampa dell’assessorato all’Edilizia, Mirna Mošnja, non sono un indice attendibile di valutazione dei consumi poichè sui costi effettivi influisce una pluralità di fattori, tra cui le condizioni dei bandi di gara per la fornitura di servizi, la concorrenza tra i fornitori, la durata stabilita dei contratti, l’influenza del fisco eccetera.

Gestione oculata delle risorse

La rotatoria colorata in Siana progettata da Dean Skira consuma pochissimo. Foto: Dusko Marusic/PIXSELL

Ma intanto nel dicembre del 2009 la Città di Pola ha messo a punto un “Progetto di gestione oculata delle risorse” e da quell’anno sono attivi vari meccanismi di controllo e riduzione delle spese non soltanto per l’energia elettrica, ma anche per acqua e gas in tutte gli immobili di proprietà del comune. Nell’aprile del 2011 la Città di Pola ha aderito al famoso Patto internazionale dei sindaci delle Città e dei Comuni che lavorano sistematicamente alla riduzione dei consumi di energia elettrica. Poi, nel 2013, Pola ha concepito il suo primo Piano d’azione di consumi energetici sostenibili, allineandosi così di sua spontanea iniziativa al movimento delle città che gestiscono le proprie risorse con criterio e lungimiranza. Infine, l’amministrazione municipale ha messo a punto il suo primo Piano d’azione dei consumi annui, in riferimento al triennio 2017-2019, ancora in corso. Tutto questo prima della promulgazione della Legge contro l’inquinamento luminoso e prima che il ministero si mettesse a studiare i valori limite (massimi consentiti) dell’illuminazione artificiale notturna.

Le opere pubbliche a LED

In pratica che cosa ne abbiamo ricavato? Sempre stando a Mirna Mošnja dell’assessorato all’Edilizia, tutte le recenti opere pubbliche che hanno interessato la rete stradale (costruzione di nuove vie o ricostruzione del manto d’asfalto e dei marciapiedi in quelle esistenti) sono state dotate di un budget riservato esclusivamente alla sostituzione della vecchie tecnologie illuminotecniche con nuovi fari LED a basso consumo e bassa emissione di calore, con direzione dei fasci luminosi dall’alto al basso per la protezione del cielo notturno da una sovraesposizione all’illuminazione artificiale. Così è stato per tutta la lunghezza della tangenziale (via delle Brigate d’Oltremare) allargata, per il Clivo De Ville e via San Teodoro nel centro storico, per la piazza Re Tomislav a Veruda, per il chilometro “polese” e le tre rotatorie di via Dignano (da Montegrande al confine con il Comune di Dignano), ma anche per le varie opere di recupero stradale nelle vie Jeretov, Banovac, Stoia (Max City), Rizzi e Radić (rotatoria), Ližnjemoro, Palazzine, Trsine (Stignano), Valvazor, del Carso, Gumbac, Crnobori e chi più ne ha più ne metta. Per non dire dell’impianto illuminotecnico che a mo’ di corona definisce la rotatoria gigante di Siana, abbracciando tutti i possibili colori dell’arcobaleno.

Notevole risparmio

Bisogna dire a questo punto che i faretti LED, per quanto numerosi siano, consumano poco e spendono pochissimo, pur illuminando bene, perché tale è la tecnologia di cui oggi disponiamo. La rotatoria di Siana, con tutto ciò che a momenti sembra un Luna park (benché in realtà la luce è molto più tenue di quella emessa dai fari tradizionali), in realtà non consuma energia più di quanto facciano una o due abitazioni tipo. Inoltre per quest’anno è in via di stesura un piano di ammodernamento dell’illuminazione pubblica per tutto il centro storico, progetto di cui è stato investito il solito studio di Dean Skira, autore degli impianti in piazza al Ponte e nell’isola rotazione di Siana, ma anche dei “Giganti illuminati” di Scoglio Olivi che, sia detto di passaggio, sono ripiombati nel buio pesto dopo l’arresto della produzione navalmeccanica.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display