
In tutto 5 decessi per influenza e complicanze, oltre 65 degenze ospedaliere dall’inizio dell’epidemia a questa parte, di cui 28 riguardanti persone con più di 65 anni d’età, e 11 ricoveri per cure intensive dall’inizio di gennaio a ieri. Ad attestare che in Istria l’influenza abbia assunto numeri preoccupanti e che con la medesima non si scherza, sono gli ultimi aggiornamenti forniti dal Servizio epidemiologico operante in seno all’Istituto regionale alla salute pubblica. Sono passati soltanto pochi giorni dall’ultimo rapporto ufficiale settimanale reso pubblico dalla responsabile della sorveglianza epidemiologica dott.ssa Branka Sep-Šverđija, e ora la situazione risulta di già peggiorata anche senza dover attendere la conferma dei dati del bollettino successivo (il prossimo 28 gennaio). Vero è che d’inverno il male arriva in compagnia – leggi rhinovirus, adenovirus, coronavirus con ceppi e sottoceppi, virus parainfluenzali – ma la regina del momento, almeno in Istria, è l’influenza, quella che sta mettendo a segno il maggior numero di contagi delle vie respiratorie.
Le previsioni
“In questo momento – rivela la specialista epidemiologa – vi sono ricoverati in ogni reparto pertinente: pediatria, pulmologia, infettivi, interni… causa malattie influenzali sfociate soprattutto in polmoniti. Salvo qualche sporadico caso autunnale, di fine ottobre, le medesime hanno compiuto la loro silenziosa comparsa in Istria lo scorso dicembre, all’ombra del coronavirus, in concomitanza con le festività di Natale e Capodanno. Fino a una settimana fa, la Regione poteva classificarsi nella categoria delle più lievemente colpite, ma adesso possiamo già considerarci posizionati nella fascia d’intensità epidemica media. E, stando alle previsioni, anche se va considerata l’imprevedibilità del virus, il picco dovrebbe ancora arrivare. Nel caso nostro lo stiamo attendendo attorno al prossimo 7 febbraio, quando non sarà certo destinato a esaurirsi, quanto a trattenersi, invariato, per più o meno 2-3 settimane. Devo anche sottolineare che rispetto all’anno passato la situazione è peggiore, e stando a quanto segnalatoci dal servizio centrale di Zagabria, con un numero di infezioni sicuramente di tre volte maggiore rispetto ai casi ufficializzati.”
Dovrebbero poter dormire sonni tranquilli coloro che si sono sottoposti alla vaccinazione antifluenzale quadrivalente, che come tale è in grado di proteggere dall’agente patogeno protagonista della stagione 2024/2025, quello dell’influenza di tipo A ossia A/H1N1, già diventato “famoso” per l’influenza suina su scala pandemica. Il medesimo risulta avere preso il sopravvento sul suo predecessore l’A/H3N2, che ci aveva fatto visita nella stagione 2023/24. Nel frattempo, finiscono per fare statistica coloro che non sono ricorsi alla profilassi.
I numeri in Croazia
La Croazia, sta registrando una crescita dei contagi davvero notevole. I casi stimati dal Servizio epidemiologico nazionale entro il 19 gennaio sono 6.003 contro i 3.156 scaturiti dal monitoraggio della settimana precedente che parlano di raddoppiamento della casistica stagionale nell’arco di una sola settimana. La dott.ssa Branka Sep-Šverđija conferma che l’ultimo responso istriano, risalente al 21 gennaio, indica che l’influenza, finora, ha messo a letto 399 abitanti dell’Istria, mentre la settimana prima aveva totalizzato 150 contagi e prima ancora, nel terz’ultimo rapporto 137, il che sta a confermare che siamo in piena fase di rimonta. “Si attende la settimana prossima per raccogliere i dati degli ambulatori dei medici generici istriani. Accanto alla Regione di Dubrovnik e della Neretva, alla Regione litorale-montana e di Karlovac, intanto, l’Istria si colloca tra le più affette dal virus respiratorio in Croazia, vale a dire con il più alto indice di notifica quantificato su 100mila abitanti”.
Le fasce più contagiate
“Livello d’incidenza a parte – prosegue l’epidemiologa – va tenuto conto anche dei bersagli per età. Il maggior numero dei contagi in Istria si sono verificati nei bambini d’età prescolare, ossia 204, e meno di tutto negli over 65, cioè 23. A ogni modo, nessuno è immune. Vi sono piccoli pazienti ricoverati in pediatria, anziani negli altri reparti e anche persone nella fascia compresa tra i 30 e 64 anni, degenti in infettologia e pulmologia”.
A scanso di rischi, va prestata attenzione gli aspetti e possibili risvolti della malattia virale. Sinusiti a parte sono le polmoniti la causa determinante della maggior parte dei decessi per influenza. “La medesima – conclude l’interpellata – non esige visita dal medico finché la febbre particolarmente elevata non si protrae oltre i cinque giorni, o risulti per elevarsi nuovamente dopo temporaneo miglioramento, finché non si verificano difficoltà respiratorie e sensazione di pressione al petto, tosse sempre più in aumento, vertigini e malore”.
Malattie respiratorie. Ospedale, visite proibite
Da ieri le visite ai degenti dell’Ospedale di Pola sono proibite. Il regime da divieto d’accesso ai reparti appena predisposto dal direttore dell’istituzione sanitaria, Andrej Angelini trova abbondante giustificazione entro la situazione contingente e il contesto epidemiologico in Regione, che a causa dell’ingresso nel periodo più freddo dell’anno sta andando verso il peggioramento. “A causa dello spiccato aumento dell’incidenza delle malattie respiratorie virali – virus dell’influenza e COVID-19 – tra la popolazione e la conseguente crescita dei ricoveri ospedalieri, le visite ai pazienti vengono proibite fino a data da definirsi”: è come recita il decreto che comunque permette le visite ai parenti morenti o in altri casi eccezionali in base a valutazione del personale responsabile per corsia. L’Ospedale si riserva di ripristinare il libero accesso secondo gli orari prestabiliti, non appena possibile. Si ricorderà che l’ultima chiusura dell’ospedale polese era stata predisposta lo scorso autunno, al fine di controllare gli aumenti delle infezioni da coronavirus.
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