In mostra la storia delle epigrafi romane di Pola

Dopo quasi due anni di attività e non poche difficoltà di percorso come la pandemia, i lockdown, la didattica a distanza e le mascherine sul volto per le lezioni in sede, gli alunni che oggi compngono la IIIa del Lico generale della Dante Alighieri hanno finalmente potuto esporre i loro lavori frutto della collaborazione con il Museo archeologico istriano

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In mostra la storia delle epigrafi romane di Pola
Studenti della “Dante Alighieri”: autori e pubblico al tempo stesso. Foto: DARIA DEGHENGHI

Ecco una generazione di probabili futuri storici, archeologi, insegnanti, latinisti, cultori delle belle arti e umanisti a tutto tondo. Il futuro per loro è ancora aperto, ma la serietà e la passione impegnate a studiare da vicino, attingendo a tutte le fonti disponibili, la storia delle epigrafi romane di Pola e le origini stesse della nostra città e civiltà, fanno ben sperare che la loro strada sia ottimamente pavimentata di nozioni umanistiche necessarie alla costruzione di qualsiasi identità professionale di successo. I loro nomi sono Paolo Castellicchio, Demetra Cerovič, Anika Cetina, Andrea Delmonaco, Simone Marsetič, Fabian Matošević, Petra Ostović, Leon Paris, Martina Perković, Luka Planinac, Marinella Privrat, Ivona Rašula, Vito Rossanda, Nora Šijan e Korina Višković. Oggi sono studenti della IIIa (Liceo Generale) della Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri” di Pola, ma all’epoca dell’inizio del progetto di ricerca, d’apprendimento, di esplicazione ed esposizione sulle epigrafi, erano solo al secondo anno.

Allievi e promotori tutti insieme
Per arrivare alla mostra dei loro lavori alla galleria d’arte C8, intitolata “COLONIA POLA, QVAE NVNC PIETAS IVLIA…” ci sono voluti quasi due anni e non poche difficoltà di percorso come la pandemia, i lockdown, la didattica a distanza e le mascherine sul volto per le lezioni in sede. Per festeggiare quest’esposizione egregiamente allestita, si sono uniti agli studenti tutti i promotori, gli ospiti, le autorità e i rappresentanti degli enti coinvolti nel progetto. Tra loro anche il vicesindaco di Pola in quota CNI Bruno Cergnul, l’assessore regionale alla cultura Vladimir Torbica e il direttore del Museo archeologico istriano Darko Komšo. Spetta tuttavia a Giulia Codacci Terlević del Dipartimento di didattica museale e ai professori Marta Banco, Tatjana Brenko Reljanović e Mauro Bortoletto il merito di avere retto il “peso di cotanta architettura e storia” sulle proprie spalle, perché sono stati loro a istruire i ragazzi nella ricerca, nella consultazione delle fonti, nelle lezioni sul campo, in biblioteca e in aula per i lavori di disegno, pittura e ceramica, che a conti fatti hanno prodotto tutti i pannelli informativi, le presentazioni, gli acquerelli, le copie delle epigrafi, le fotografie e i disegni in esposizione.

La promozione dell’eredità
Le prime impressioni a caldo. Il direttore del Museo Archeologico Darko Komško ha reso il giusto merito a un dipartimento – quello di didattica museale – che spesso passa per secondario nella vasta gamma di attività promosse dall’ente. Invece la sua esistenza è lunga tanto quanto la storia recente del Museo e infatti vanta settant’anni d’intenso lavoro sulla promozione del retaggio che abbiamo avuto in consegna dagli avi. Il Dipartimento è costantemente presente nelle scuole e negli asili di Pola e dell’Istria e questo delle epigrafi non è il primo progetto di ricerca condotto in collaborazione con l’SMSI “Dante Alighieri” di Pola, ma il secondo, dopo il felice esordio del 2011 quando i suoi studenti e insegnanti scelsero per argomento di studio le acconciature e il genere l’aspetto esteriore, la grazia e la bellezza delle donne romane.

Studenti e insegnanti, ruoli invertiti
Marta Banco ha spiegato le tappe, il metodo e la didattica del percorso formativo dedicato alle epigrafi. La prima uscita aveva come tema la nascita e l’origine della colonia Pietas Iulia: si è parlato di necropoli, delle loro ubicazioni, dei tipi di sepoltura praticati e di un particolare che ha suscitato immediatamente la curiosità degli studenti e cioè la supposta divisione settoriale della zona sepolcrale basata sul ceto sociale, per cui i ricchi commercianti e artigiani venivano sepolti nell’area compresa tra Porta gemina e il Ninfeo mentre la zona antistante l’Arco dei Sergi era predestinata ai funzionari, ai soldati, ai magistrati. Seconda uscita e argomento didattico: l’anfiteatro romano e la famiglia Emo, le differenze strutturali tra teatri e anfiteatri, le tecniche di costruzione. Terza uscita tematica: l’Arco dei Sergi e gli altri archi romani di Pola, le differenze tra archi trionfali e onorari, le motivazioni delle opere e le tecniche delle costruzioni. Le altre sessioni di ricerca hanno riguardato Piazza Foro e il Tempio di Augusto, l’evoluzione storica della piazza romana, gli elementi architettonici, la consultazione degli antichi statuti della Città di Pola. A chiusura del percorso formativo è stato predisposto un tour attraverso Pola romana che ha visto gli studenti nel ruolo di guide e gli insegnanti nel ruolo di pubblico.

Serietà e professionalità
Alle lezioni teoriche sul contesto storico e linguistico sono seguite le lezioni d’arte sotto la guida di Mauro Bortoletto che ha spiegato il concetto e il metodo di questa parte del percorso formativo dedicata esclusivamente alle arti visive. Ovviamente tutto è iniziato sul campo, con le visite ai monumenti romani, cui sono seguiti i lavori in aula: le riproduzioni dei frammenti di epigrafi e monumenti in argilla e nella pittura ad acquerello. In questo caso l’attenzione è stata posta sui loro elementi decorativi, gli ornamenti vegetali e floreali, la flora e la fauna.
L’assessore regionale alla Cultura Torbica si è congratulato con i ragazzi per la serietà e la professionalità investite nel progetto. “La Regione istriana insiste sulle studio delle scienze del territorio a tutti i livelli della piramide scolastica, dall’asilo alle scuole superiori, perché nella velocità della vita quotidiana si finisce per dimenticare il valore del patrimonio che abbiamo avuto in retaggio dagli avi. Passiamo davanti all’Arco dei Sergi o davanti all’Arena e non abbiamo la più pallida idea di quello che sono e che rappresentano. L’identità di costruisce lentamente ma si perde in velocità e chi non apprezza se stesso non apprezza nemmeno gli altri”, ha detto l’assessore.
Gli ha fatto eco il vicesindaco Cergnul affermando che “visto e udito quello che hanno scoperto questi ragazzi sui monumenti romani e la storia di Pola, d’ora in poi guarderà con occhi diversi le sue vestigia”. L’esposizione resta aperta fino al 19 febbraio 2023, visitabile ogni giorno dalle 9 alle 20.

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