In Arena un pieno d’allegria

Oltre 1.300 mascherine hanno partecipato all’evento clou del Carnevale in città. I bambini di scuole e asili hanno riempito l’anfiteatro sfoggiando molta creatività. Tra i protagonisti anche i piccoli del «Rin Tin Tin» e gli alunni della «Giuseppina Martinuzzi»

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In Arena un pieno d’allegria
I segnali stradali dei Delfini e dei Bassotti del “Rin tIn Tin”. Foto: SRECKO NIKETIC/PIXSELL

Fare finta di… essere extraterrestri, stelle del rock, campioni di calcio o trivialmente funghi, capre, semafori, dadi Lego, può anche non sembrare didattico, ma gli asili e qualche scuola di Pola hanno saputo riconoscere alla grande la non superficialità e la creatività insita nel Carnevale con tutte le sue implicazioni psicologiche e sociali che si possono liberamente affrontare con i bambini di qualunque età. È per tale motivo che il settore pubblico dell’educazione ha insistito e richiesto a viva voce in Municipio di tornare a promuovere il Carnevale dell’infanzia in Arena (previe sfilate per la Città), facendo sì di ripristinare la tradizione interrotta nel 2020 con l’entrata in scena della piaga Covid e conquistandosi il patrocinio della Città e del Museo archeologico istriano (gestore del monumento). Nonostante la crisi in seno alla Società Nostra infanzia di Pola (rimasta priva di una direzione vera e propria) si è fatto in modo di riuscire a riportare migliaia di mascherine dentro l’anfiteatro, per dare vita alla 22.esima kermesse dei fanciulli, maestri e insegnanti compresi, che hanno colto l’occasione propizia per trasformarsi nei personaggi più impensati, anche senza rischiare di minare la propria autorità.

Ampio ventaglio di temi
Anni or sono il travestimento generale dei bimbi di Pola aveva rappresentato un gustosissimo antipasto al Carnevale degli adulti. Ora invece, nel febbraio del 2023, il medesimo rappresenta un’esclusiva, l’unico evento di massa, sufficientemente simpatico e allegro da comunicare che il Carnevale a Pola non è del tutto morto. Ci hanno pensato a dichiararlo vivo, matto e vegeto niente meno che 1.304 ragazzini di 63 sezioni d’asilo e scuola, che assieme hanno formato 36 gruppi tematici sprigionando allegria così felicemente imbrattati dei colori degli appariscenti costumi, tutti spontanei, liberi e disinibiti negli strani ruoli da interpretare. Ci sarebbe un bel da fare, a voler stilare l’elenco dei travestimenti: un’inflazione di gatti Silvestro a caccia di canarini gialli Looney Tunes, carte da poker, pedine da gioco dell’oca, tessere domino ambulanti, tematiche nordico-invernali rappresentate da re e regine dei ghiacci, pupazzi di neve e pinguini, poi balzo nel mondo marino e dei suoi abitanti con pinne e branchie, una scorpacciata di cozze estratte a Pomer, tutta una tavolata di cibo sano di frutta e vegetali in corsa per l’Arena, ma anche leccornie caloriche come i dolciumi di marzapane, poi gufi e mosche ronzanti, cagnolini dalmata guidati da maestra Crudelia, tribù indigene, colonie di pittori di talento attrezzati di tavolozze giganti. E c’è stata anche la collezione ispirata alle usanze del territorio: bimbi vestiti di fusi istriani, di capre e lettere glagolitiche.

I Pinguini raccontano le previsioni meteo.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Dai Flinstone ai calciatori
Ampia parte del Carnevale dell’infanzia polese è stata sostenuta dalla scuola e dagli asili italiani. Mentre il “Rin TinTin” ha fatto sfilare 112 piccoli frequentatori dei suoi soggiorni, la “Giuseppina Martinuzzi” ha mandato all’attacco 155 Antenati, in lingua inglese Flinstones, il mega gruppo di cartoni animati alias Fred, la moglie Wilma seguiti dagli amici Barney Rubble e la moglie Betty, provenienti direttamente da Bedrock per dire in coro “Yabba Dabba Doo” e mostrare i prodotti del gran lavoro portato avanti con pazienza durante le ore del doposcuola. “Non sto a dirvi la gioia dei ragazzi – parola dell’insegnante Daniela Cardinetti vestita da Dino, il celebre rettile beniamino domestico – all’idea di sfilare in massa verso l’Arena. Gli agenti della Polstrada hanno svolto un ottimo ruolo nell’accompagnarci attraverso il traffico, mentre i conducenti dei bus ci hanno salutato con gioia e suonate di clacson fino a farci sentire protagonisti. Tutto questo dopo quasi tre settimane trascorse nella confezione dei costumi da Hanna-Barbera Production, cui i ragazzini hanno contribuito mediante supporto di tutti gli insegnanti del doposcuola, che si sono presi l’impegno di guidare e vigilare le operazioni più delicate, nelle pause tra un compito di scuola e l’altro. Gli Antenati della scuola italiana sono stato il secondo gruppo più numeroso superato solamente dai calciatori e tifosi croati dell’elementare di Montegrande: immaginarsi 257 ragazzi vestiti da Modrić, Perišić, Rakitić, Rebić, Srna, Brozović che salgono sul palcoscenico sventolando bandiera e simulando le premiazioni dei mondiali. In effetti, soltanto tre scuole hanno partecipato a questa sfilata: a parte la Martinuzzi e Montegrande ancora soltanto l’elementare di Stoia.

Gli emoji, la faccine allegre del Rin Tin Tin.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Agli asili la parte del leone
La vera parte da leone, ieri, è stata sostenuta dagli asili di Pola. Il gruppo più numeroso a difendere i colori del “Rin Tin Tin” è stato quello degli emoji, ovvero dei bimbi delle sezioni Titti, Calimero e Cip e Ciop travestiti dalle simpatiche faccine gialle che utilizziamo tutti giorni nelle chat per comunicare concetti, emozioni, pensieri o reazioni. La produzione di costumi “Rin Tin Tin” ha messo in mostra davvero tutta una mappa di felicità, risate a crepapelle, amore, teneri abbracci, segnali di simpatia, baci, buon umore, spensieratezza, stupore, spavalderia e occhiali da sole e via giocando con i migliori stati d’animo umani. E mentre i Pinguini di Veruda si sono resi interpreti della meteorologia all’insegna delle nubi di un cielo sereno, i Delfini e i Bassotti si sono sistemati in Arena con tutta una pimpante segnaletica stradale, parte integrante del progetto didattico dell’anno 2022/2023, dedicato alle regole del comportamento nel traffico.

Tra tante sfilate e inviti sul palcoscenico è arrivata infine l’ora fatidica della consegna delle chiavi giganti della Città alle piccole mascherine. “Non ho paura – ha ufficialmente dichiarato la vicesindaco Ivona Močenić – perché la Città è in mani sicure. In quelle dei bambini che hanno omaggiato Pola di sorrisi e canzoni”. Come predisposto dalla Società Nostra infanzia, tutti i giovani partecipanti che si sono disfatti del loro ruolo quotidiano per assumere altre sembianze hanno ricevuto krapfen in regalo. Ai gruppi, un pacco dono per ciascuno del valore di 30 euro.

La vicesindaco Ivona Močenić consegna le chiavi della Città.
Foto: SRECKO NIKETIC/PIXSELL

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