Imbrigliate le infiltrazioni di radon alla SEI «Giuseppina Martinuzzi»

Il punto sulla situazione dopo la costruzione del sistema per ridurre la presenza del gas

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Imbrigliate le infiltrazioni di radon alla SEI «Giuseppina Martinuzzi»

Appuntamento davanti alla scuola elementare italiana “Giuseppina Martinuzzi”, ieri mattina, con i vicesindaci di Pola, Bruno Cergnul e Ivona Močenić. Più che una visita ufficiale all’istituzione scolastica e alla sua dirigente, Susanna Cerlon, è stata un’occasione collettiva per compiacersi del fatto che è finalmente giunto a conclusione il progetto di costruzione del sistema necessario per la riduzione della presenza del radon dal sottosuolo dell’edificio della scuola, specificatamente sotto determinati ambienti quali gli uffici della direzione e dell’amministrazione.

Un lungo monitoraggio

È fin dal 2018 che la Città si è dimostrata comunque previdente, prontamente vigilando sul problema commissionando controlli e misurazioni dei valori del radon nell’area della scuola e cercando di risalire alle modalità con cui arginare l’eventuale presenza indoor del radon con l’adozione di tecniche di mitigazione, in relazione alla tipologia e alla tecnologia costruttiva dell’edificio. Gli esperti immediatamente consultati – leggi il Laboratorio per la radioattività del Dipartimento di Fisica J.J. Strossmayer di Osijek – avevano chiaramente assicurato che i livelli d’esposizione nel caso di tutta la scolaresca non hanno mai superato i limiti degli standard di sicurezza. Valori di “punta”, ossia livelli più alti di concentrazione radon erano stati sì registrati per determinate ore, in stanze chiuse e non ancora arieggiate in piena estate, sempre negli uffici, quando a scuola non si fa lezione. Trattandosi di un edificio scolastico, in ogni caso la prudenza non è mai stata esagerata e si è voluti andare oltre alla semplice misura di sicurezza che prevede di arieggiare gli ambienti. “Abbiamo avviato l’intervento di costruzione del sistema di aerazione alla fine del 2021 per poi ultimarlo alla fine di febbraio – ha specificato Ivona Močenić –, spinti anche dalle numerose richieste di delucidazione che i genitori degli alunni della ‘Martinuzzi’ ci hanno inoltrato per capire di più in merito al problema della presenza eccessiva del radon e rassicurarsi riguardo alla salute dei propri figli, dopo che l’Istituto statale per le misurazioni radiologiche e nucleari aveva rilevato valori di radon superiori alla media definita a livello europeo.”

Allora le incognite erano tante, mentre esistevano scarsi riferimenti ed esperienze in merito alle soluzioni da adottare, ma come spiegato da Bruno Cergnul, la fortuna era nascosta dietro l’angolo.

Un sistema provato

“L’architetto connazionale Luca Maticchio – così il vicesindaco Cergnul – si è interessato personalmente di questa faccenda, studiando le tecniche di riduzione utilizzate in Europa, assieme al collaboratore Dražen Paulović. Il sistema di depressurizzazione del suolo utilizzato in Italia e Svizzera è stato da loro adottato anche nel caso del vicino edificio della Scuola media di medicina. E la medesima tecnologia è stata offerta alla Città di Pola pure per ridurre il radon a livelli minimi nella nostra scuola. Dopo adeguati accertamenti, il progetto ha visto la concretizzazione mediante l’installazione di pozzetti attorno all’edificio, collegati a un impianto di estrazione dell’aria. Sono stati scavati in tutto 6 pozzi da circa 2,5 metri cubi, in diversi punti, a delle profondità che hanno consentito di arrivare sotto le fondamenta onde permettere l’evacuazione e la dispersione del radon verso l’esterno, nell’atmosfera. La spesa, comprensiva dell’IVA, affrontata dalla Città è di 312mila kune”.

Tranquilli? Sì

Finalmente, i genitori degli allievi possono stare tranquilli? È la domanda posta dai mass media e la risposta da parte di Susanna Cerlon è stata veloce e chiara. “Sì, voglio sperare che finalmente il problema del radon sia stato definitivamente risolto. Anche se di vero e proprio problema, in realtà, non si è mai trattato. La prima misurazione del radon risale al lontano 2015. I risultati erano arrivati nel 2018 e sin dal primo giorno i rappresentanti dell’Istituto competente in materia di salubrità dell’aria, hanno sempre assicurato che una concentrazione anche se superiore ai 300 becquerel per metro cubo, non rappresenta alcun problema né per la salute degli alunni né per quella degli adulti. Si, è vero, il radon costituisce un pericolo per la salute dei polmoni, ma come confermatoci dagli esperti ingaggiati, è anche vero che prima di subire determinate conseguenze, bisognerebbe stare al chiuso a contatto con questo gas per un lunghissimo periodo. Tale periodo, nella scuola, non è mai stato superato. I nostri alunni non sono mai stati in pericolo, perciò il problema radon noi non lo abbiamo mai vissuto come tale. Sappiamo che a livello europeo la media da non superare è quella al di sopra del 300 Bq/mq. Essendo ubicata al pianterreno, l’ala della nostra amministrazione vede superare i parametri per una media di 600 Bq/mq, e, naturalmente nei periodi estivi quando l’edificio scolastico è chiuso si arriva anche a picchi di mille. Tuttavia, procedendo dagli uffici verso le aule, la distanza annulla l’effetto gas e soprattutto nel caso dell’ala delle classi superiori e nell’ala delle inferiori dislocata nell’edificio della SMSI “Dante Alighieri” la presenza del radon si fa irrilevante se non nulla”.

Presto le verifiche

Come capire se il sistema di evacuazione contribuirà a generare nel sottosuolo la differenza di pressione comunque necessaria a impedire al radon di entrare nei punti critici dell’edificio attraverso le microfessure esistenti? Gli ingegneri hanno assicurato alla Città che il sistema dovrebbe rivelarsi efficace e sufficiente a migliorare la qualità dell’aria negli ambienti scolastici. Ambienti a volte non esattamente ideali per un soggiorno non arieggiato di 24 ore su 24, ma ad ogni modo ben lungi dal ritenersi pericolosi per la permanenza, il lavoro e l’attività didattico-pedagogica giornaliera. D’ora in poi, grazie al sistema attivato, ogni timore in proposito dovrebbe diventare superfluo. Definitivamente. La certezza in merito dovrebbe arrivare dopo il primo rilevamento dei valori previsto tra sei mesi e il secondo, che la Città ha pianificato tra un anno.

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